Sapete qual è la differenza tra un headhunter e un recruiter? La risposta esatta non suona come «è la stessa figura professionale».
Un headhunter studia la propria potenziale «preda» con tutti gli strumenti disponibili (il solo internet ne offre già tantissimi) per capire se è una persona realmente utile, competente, vendibile etc.
Un recruiter, invece, è un ometto che ritiene sufficiente trovare sui vari database (LinkedIn e simili) delle persone le cui competenze corrispondono alle parole-chiave fornite dal capo e/o dal cliente. Per esempio: cerchiamo tutti coloro che hanno utilizzato il termine – che ne so io – albero. «Pronto, buongiorno, parlo con il signor Tizio Caio? Stiamo cercando una figura di meccanico per la officina all’angolo…»
Io, purtroppo, ricevo pochissime telefonate dai primi e tantissime dai secondi. E mi arrabbio tantissimo, perché per l’ennesima volta una telefonata che apparentemente avrebbe potuto cambiare la mia vita si rivela in realtà una operazione meccanica di chi non ha fatto lo sforzo di leggere il mio CV.
Ma porco Zeus! Leggerlo era il tuo lavoro! Che cazius stai a fare lì? Vai a fingere di essere una foca in spiaggia che siamo in agosto! Il mio tempo costa!
Ehm, scusate.
Insomma, mi rivolgo a tutti i specialisti delle risorse umane. Non siate dei deficienti pigri e annoiati recruiter. Lavorate bene e crescete professionalmente fino a diventare dei headhunter. In tal modo ci aiuterete tutti a finire in una realtà economica migliore.
Una sottile differenza
(3 agosto 2018)
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