Il “referendum”

(3 ottobre 2017)

Del referendum in Catalogna non ho capito solo una cosa: perché lo Stato spagnolo abbia reagito. Non come lo abbia fatto, ma proprio il perché della reazione.
Per Legge spagnola (come per quasi tutte le altre leggi nazionali) la consultazione in questione non poteva avere effetti legali, quindi era solo un gioco collettivo i cui risultati possono e devono essere ignorati dalle Istituzioni. Al massimo avrebbe avuto senso limitarsi a perseguire quegli amministratori locali che hanno sfruttato la propria posizione di potere per trarre in inganno i cittadini sulla possibilità reale di un referendum del genere.
Nel corso della vita ho osservato che molti nostri problemi (e molti nostri nemici) si materializzano solo grazie ai nostri notevoli sforzi nell’affermare la loro esistenza, nella autoconvinzione che esistano. L’unico effetto possibile della lotta ai fantasmi è la comparsa dei fantasmi.
P.S. Agli amanti dilettanti del diritto internazionale ricorderei che quest’ultimo è schizofrenico. Esso si basa su due principi che si escludono a vicenda: l’autodeterminazione dei popoli e l’integrità territoriale degli Stati.

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