Oggi è l’anniversario della catastrofe tecnologica di Chernobyl. Per ora ho poco da aggiungere a quanto ho già scritto sull’argomento nel 2016. Quindi oggi mi limito a pubblicare una raccolta di video e foto della città di Pripyat, concentrandomi su quel che resta degli appartamente privati.
Tutte le foto sono di Sergei Melnikov.
Si dice che molti vetri sono stati rotti dai cacciatori dei metalli: essi tagliano i termosifoni e, per non fare fatica di portarli giù per le scale, li buttano dalle finestre spesso senza aprire queste ultime.
Portone № 3, appartamenti dal 253 al 288. «È la nostra casa, dobbiamo prenderne cura noi».
La targa con la lista dei residenti della porzione del palazzo (nell’URSS, a volte, le liste del genere venivano appese accanto ai portoni, dato che i citofoni esterni non esistevano) e il nome dell’amministratore eletto tra i residenti.
Molte porte mancano del tutto.
Le porte ancora rimaste sono quasi tutte sfondate e spalancate.
Inspiegabilmente, in molti appartamenti alcune porte interne non bloccate con dei mobili o inchiodate.
Tutte le pianoforti sono di produzione ucraina.
Una volta era una cucina.
Gli uccelli che finiscono tra i pezzi di vetro ancora incastrati negli infissi non sono più in grado di uscire, quindi muoiono lì.
La vista da un balcone.
Una curiosa testimonianza sulla qualità della edilizia sovietica: una persona progettava la planimetria degli appartamenti, mentre un’altra persona decideva sulle vasche da installare. I due non si coorinavano tra loro, quindi in tutti gli appartamenti di un palazzo le vasche finivano nel vano della porta per circa quindici centimetri.
Giovedì 26 aprile 1984: esattamente due anni prima. Perché si è salvato proprio quel pezzo del calendario?
Un quaderno di grammatica delle elementari.
Un certificato di divorzio:
Nelle abitazioni si trovano tante lettere.
Cacao.
Una bottiglia di acqua minerale «Nagutskaya» (prodotta vicino alla città di Savropol).
L’ufficio della assicurazione al piano terra di uno dei palazzi residenziali.
Il motore di un ascensore.
Per oggi concludo qui.