25 anni di libertà

(20 agosto 2016)

Ieri, il 19 agosto, tanti russi hanno festeggiato i 25 anni di vittoria su quegli otto vecchi gerarchi comunisti che tentarono, tra il 18 e il 21 agosto del 1991, un colpo di Stato in URSS.

Gli autori del colpo di Stato vollero tentare il ritorno a una versione abbastanza antiquata e repugnante dell’URSS, il ritorno a quella realtà in cui si affermarono — decenni prima — dal punto di vista partitico e nel quale avrebbero continuato ad avere il loro grande peso politico, basato sulle sole fedeltà di facciata alla ideologia e il clima di paura nel Paese. Tanti ormai quasi ex cittadini sovietici, invece, capirono di non voler proprio tornare in quella epoca grigia. Anzi, decisero di manifestare la propria volontà di andare nella direzione esattamente opposta.

Non posso dire che la «rivoluzione anti-comunista» sia stata fatta dal popolo: tutti gli scontri di piazza accaddero in una area di pochi chilometri quadrati del centro di Mosca, lungo l’asse che collega il Cremlino e la Casa Bianca (all’epoca era la sede del Governo centrale). La maggioranza dei cittadini residenti in altre zone (addirittura fuori dal centro di Mosca) seppe dei fatti accaduti solo dopo la ripresa del funzionamento della TV centrale e la ricomparsa dei giornali nelle edicole. Dirò di più: in nessun caso un regime cadde in Russia per mano del popolo (ma questa è un’altra storia). Il popolo comprese però il senso e l’importanza delle varie libertà negategli nei decenni dell’URSS. Non ebbe la possibilità fisica di conquistarle, ma almeno la forza morale per uscire di casa e iniziare a lottare.

Quella comprensione, a quanto pare, è diminuita un po’ negli ultimi anni.

I tentativi di costruire un’altra Unione sul territorio dell’ex URSS che stiamo osservando con chiarezza dal 2011 dovrebbero mostrarci, entro un tempo relativamente breve, quanto sono ancora richieste quelle libertà.

P.S.: gli otto vecchi golpisti si dimostrarono dei puzzoni senza coglioni e non seppero andare fino in fondo nella loro impresa. La loro buffonata di agosto fu in un certo senso da permesso per abbandonare la nave: la dissoluzione dell’URSS accelerò.

Rubriche: Russia

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