In Alaska si sono veramente incontrati Hitler e Roosevelt (ma no, questo è un complimento troppo grande per entrambi), un criminale e un narcisista. Di cosa e perché abbiano parlato, io ancora non l’ho capito. Ma capisco, come avevo capito già prima del loro incontro, che entrambi sono rimasti molto soddisfatti del fatto stesso dell’incontro: per ciascuno di loro è stata una mossa pubblicitaria di grandissimo valore.
È stato molto più interessante, per diversi giorni antecedenti l’incontro, leggere e ascoltare come persone intelligenti cercavano di inventare ragioni logiche per definire l’incontro in Alaska un evento che avesse almeno un qualche significato e importanza. Uno dei partecipanti non ha l’intenzione di finire la guerra, il secondo non ha l’intenzione di intraprendere azioni significative e coerenti per costringere il primo alla pace, mentre la seconda parte in guerra non era nemmeno presente all’incontro. Allora perché sprecare energie mentali per costruire concetti astratti quando ci sono argomenti molto più concreti da affrontare? Un mistero!
La lettura del sabato
(16 Agosto 2025)
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