Le pretese su Odessa e altri territori

(20 Marzo 2025)

Il corrispondente speciale del giornale russo «Kommersant» Andrei Kolesnikov scrive: nel pomeriggio del 18 marzo, durante una parte riservata di un incontro con i rappresentanti dell’Unione russa degli industriali e degli imprenditori, Putin non ha parlato di affari, ma di Ucraina (questo modo di fare gli capita regolarmente). Tra le altre cose, ha affermato che la Russia non rivendicherà «Odessa e altri territori» della Ucraina se nel corso dei colloqui di pace la Crimea, le autoproclamate Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk e le regioni annesse di Kherson e Zaporozhye saranno riconosciute come territori russi.
Chi riconoscerà questi territori come russi? Gli USA o l’Ucraina? E se non li riconoscerà, lo Stato russo continuerà a rivendicare «Odessa e altri territori»? In base a ciò che sappiamo oggi sulle modalità dei negoziati, possiamo supporre che il riconoscimento sia richiesto alla Ucraina: Trump è pronto a riconoscere qualsiasi cosa, purché il risultato sia qualcosa che possa essere definito un «accordo». Egli chiamerà il fatto stesso dell’"accordo" il proprio grande successo e andrà a creare altri «successi» da qualche altra parte.
E un altro dettaglio: le regioni di Kherson e Zaporozhye dovrebbero essere riconosciute come territori russi nella loro interezza, come scritto nella «costituzione» putiniana, o solo entro quelle loro parti attualmente controllate dalle truppe russe? Sicuramente l’Ucraina non riconoscerà queste regioni come interamente russe e, di conseguenza, lo Stato russo continuerà a rivendicare «Odessa e altri territori»; continuerà pure la guerra stessa. «Perché l’Ucraina è intransigente».
Quindi c’è una logica nel fatto che Putin abbia fatto la dichiarazione di cui sopra proprio di fronte all’Unione degli Industriali e degli Imprenditori. Ha lasciato intendere che le entrate derivanti dalle commesse belliche continueranno.

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