La capa della diplomazia europea Kaja Kallas ha dichiarato che il nuovo pacchetto delle sanzioni contro lo Stato russo includerà il divieto dell’importazione delle console di gioco (PlayStation di Sony e Xbox di Microsoft), in quanto queste possono essere utilizzate per controllare i droni.
Il Financial Times osserva che i tre principali produttori di console per videogiochi (Microsoft, Nintendo e Sony) hanno smesso di vendere i propri prodotti in Russia all’inizio di marzo 2022 (come tante altre aziende occidentali che hanno fatto la stessa scelta dopo l’inizio della guerra), e il divieto dell’UE riguarderà i venditori europei che spediscono console in Russia, compresi i venditori dei prodotti di seconda mano.
Yasha Haddaji, il capo dell’Associazione russa dei distributori e degli importatori di videogiochi, sottolinea che nell’UE non c’è alcun Paese che produce console per videogiochi e le console spedite in Russia non transitano nell’UE.
Questa notizia dimostra che anche un funzionario commerciale russo dei tempi della guerra può essere molto più corretto e ragionevole di un grande funzionario dell’UE. Non è assolutamente un fatto sorprendente: è in gran parte grazie a queste persone che l’economia russa si è mantenuta in piedi per quasi tre anni, anche sotto il regime di sanzioni contro anti-guerra. Ciò che sorprende è che nessuno sia ancora riuscito a spiegare al funzionario UE cosa siano le «importazioni grigie» (le importazioni fatte illegalmente, spesso fatte dai russi stessi, attraverso degli schemi più o meno fantasiosi mirati ad aggirare le sanzioni) e le sanzioni di secondo livello (con l’aiuto delle quali è necessario combattere le importazioni grigie).
E dato che tre anni non sono un periodo breve per una spiegazione del genere, ci sono poche speranze di successo.
Fammi giocare
(29 Gennaio 2025)
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