L’articolo che vi segnalo questo sabato riguarda uno di quei fenomeni russi dei tempi della guerra relativamente nuovi, di cui avremmo potuto logicamente supporre l’esistenza già da tempo. Si tratta dei siti di phishing che fingono di essere la pagina web ufficiale della Legione «Libertà della Russia» (una unità militare delle Forze armate dell’Ucraina formata da prigionieri di guerra russi e volontari) e raccolgono dati dagli incauti utenti russi.
Sono degli utenti incauti perché finiscono a essere accusati e incarcerati in base alla legge russa sulla partecipazione a una organizzazione terroristica.
E noi (o, almeno, coloro che seguono molto attentamente le notizie sulla Russia) avremmo potuto ipotizzarlo sulla base della nostra lunga esperienza di lettura di notizie su rappresentanti delle forze dell’ «ordine» russe che si assicurano le statistiche positive sulla «prevenzione del terrorismo» attraverso l’organizzazione di varie provocazioni nel segmento russo dell’internet. Quelle provocazioni, nel corso delle quali un poliziotto si infiltra in (o, addirittura, organizza) una comunità di persone online, le coinvolge nella discussione di qualche progetto palesemente sgradito allo Stato e poi chiama i colleghi a raccogliere i frutti che vengono spacciati come risultati delle indagini.
Ma i dettagli sul fenomeno specifico dell’utilizzo di pagine fittizie della Legione «Libertà della Russia» sono comunque interessanti.
La lettura del sabato
(26 Ottobre 2024)
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