L’articolo su Alexander Lapin

(22 agosto 2024)

The Wall Street Journal ha pubblicato, citando una fonte dei servizi di sicurezza russi, un articolo secondo me esageratamente lungo nel quale si sostiene che nella primavera del 2024 il colonnello generale russo Alexander Lapin – il comandante del raggruppamento militare russo «Sever» («Nord») – avrebbe sciolto il consiglio interdipartimentale (composto da rappresentanti delle forze armate e rappresentanti regionali dei servizi segreti) responsabile della difesa delle regioni di confine russe. Secondo l’interlocutore del giornale, Lapin avrebbe detto che solo i militari hanno le risorse per difendere il confine russo. Il WSJ osserva che non è chiaro se questo consiglio avrebbe contribuito o meno a dare una risposta organizzata alle forze ucraine nella regione di Kursk, ma senza un organismo centralizzato, gli sforzi di Mosca per respingere le forze armate ucraine sono stati finora «caotici e inefficaci». E poi si scrive dei vari scambi delle informazioni tra Lapin e la capitale, i presunti errori commessi, le accuse reciproche etc..
Ma il suddetto articolo mi sembra esageratamente lungo per almeno due motivi. In primo luogo, non mi è chiara la fonte (e, di conseguenza, la sua attendibilità) di certe dichiarazioni: a questo punto si potrebbe leggerle come delle ipotesi o delle fantasie dei giornalisti.
In secondo luogo, trovo molto più preziosa e sensata l’osservazione di certi esperti militari che mi è capitato di leggere nelle ultime due settimane. Tale osservazione può essere formulata in un modo molto sintetico: le varie fortificazioni militari costruite dalla Russia lungo il confine con l’Ucraina nella seconda metà del 2022 possono funzionare solo se rinforzare con una presenza sufficiente di militari umani, altrimenti vengono distrutti e superati facilmente con i moderni mezzi ingegneristici in dotazione a qualsiasi esercito moderno (compreso quello ucraino). Le suddette fortificazioni russe, invece, erano praticamente deserte.
Sarebbe stato interessante scoprire per merito di chi erano deserte. Ma, allo stesso tempo, posso ipotizzare il perché: tutte le risorse disponibili erano state inviate sul territorio ucraino dove l’avanzata dell’esercito russo è ancora più lenta di quanto sta cercando di raccontarci la propaganda statale russa.

Rubriche: Russia

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