Non so se anche in Italia sia mai esistita una credenza del genere, ma in Russia è largamente diffusa la convinzione che non si debba festeggiare il compimento dei 40 anni.
Perché? Nessuno lo sa dire di preciso, ma in tantissimi sono convinti che non si debba fare.
Alcuni danno una risposta laconica: «è una tradizione» («del cazzo», aggiungo io).
Alcuni danno una risposta altrettanto stupida: «porta sfiga» (perché? a chi? boh…).
Ma i più malati mentalmente sostengono che alla base della usanza di non festeggiare i 40 anni ci siano dei motivi religiosi. Infatti, il numero 40 avrebbe un valore particolare per i cristiani (solo ortodossi? boh…):
– il diluvio universale sarebbe durato 40 giorni;
– il popolo ebraico sarebbe vagato nel deserto del Sinai per 40 anni;
– il cosiddetto Gesù avrebbe digiunato nel deserto per 40 giorni dopo il battesimo;
– sempre il cosiddetto Gesù sarebbe decollato definitivamente 40 giorni dopo la morte.
In conseguenza a questi eventi fiabeschi, alcune persone si sono convinte che il numero 40 sarebbe fortemente legato alla morte e alla sofferenza. Non sarebbe dunque opportuno festeggiare tale quantità dei propri anni.
Come posso reagire io, uno apateista eterno, a tutte le stronzate elencate? Pur essendo totalmente indifferente al concetto stesso dei compleanni, posso provare a festeggiare il primo quarantennio.
La ragione vincerà.
40
(7 marzo 2023)
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