L’esercito ai tempi della corruzione

(19 ottobre 2022)

Considerando quanti miliardi di dollari sono stati spesi solo negli ultimi vent’anni dallo Stato russo per l’esercito e quanti dei mezzi – nel senso largo del termine – acquistati con quei soldi sono già stati utilizzati nella guerra in Ucraina, non possiamo non sorprenderci della povertà dell’esercito russo. Infatti, anche da uno studio superficiale delle foto in arrivo dalle zone della guerra possiamo scoprire delle cose assurde. Per esempio, possiamo vedere delle reti riempite di pietre e appese ai lati dei carri armati nella speranza di salvare in tal modo il mezzo dai Javelin:

Oppure delle griglie artigianali con dei sacchi di sabbia messi sopra: un’altra protezione tecnologicamente avanzatissima!

Oppure i «bunker blindati» realizzati con dei grandi anelli di fognatura in cemento a basso costo.

Sulle navi della flotta del Mar Nero, invece, le postazioni di combattimento aperte vengono protette con dei sacchi o scatole di armi riempiti con la sabbia o, addirittura, con dei giubbotti antiproiettile appesi alle fiancate.

Ovviamente non mi sto lamentando dello stato pietoso dell’esercito russo. Anzi, vedendo le cose appena elencate inizio a sperare un po’ di più nella durata ancora breve della guerra.
Ma il concetto principale che volevo trasmettere è: finalmente la corruzione enorme che ha caratterizzato tutta l’epoca putiniana è diventa una vera arma rivolta proprio contro il regime. Se non ci fossero state delle vittime tra gli ucraini, sarei stato ancora più contenti di questo fenomeno storico.

Rubriche: Nel mondo, Russia

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