Se vi dovesse capitare di vedere qualche articolo sulla presunta critica di Ramzan Kadyrov (capo della Cecenia) nei confronti di Vladimir Putin, la vostra reazione più sensata e ragionevole dovrebbe essere quella di affrontare la lettura di quell’articolo con una alta dose di scetticismo.
Da ben oltre dieci anni Kadyrov deve più o meno tutto a Putin: in cambio della apparenza della pace nella propria regione, Kadyrov ha sempre ricevuto da Mosca i finanziamenti smisurati e l’indulgenza al potere illimitato. Da un lato, sa che nella situazione attuale è praticamente insostituibile: ha eliminato dal campo pubblico – nella maggioranza dei casi fisicamente – tutti gli altri personaggi capaci e/o disposti a imporre con la forza la fine di vari conflitti interclanici (una cosa simile è stata fatta da Putin nella politica interna russa). Dall’altro lato, sa benissimo che nella situazione di un regime politico più democratico e «più occidentale» rispetto a quello putiniano difficilmente potrebbe avere la stessa fortuna politica.
Di conseguenza, bisogna capire almeno tre cose di Kadyrov: 1) non vuole l’indipendenza della Cecenia (non gli conviene economicamente); 2) non vuole essere il capo di un’altra regione, di qualche ministero federale o addirittura della Russia (non ne è interessato dal punto di vista del prestigio); la più importante 3) farà il possibile per difendere Putin e per far contento Putin (il quale, tra le altre cose, odia la pubblicizzazione dei conflitti interni alla «squadra»).
Avendo passato quasi tutta la propria vita a combattere i nemici con le armi, Ramzan Kadyrov è sicuramente molto più esperto di tantissimi ufficiali dell’esercito russo. Per i motivi elencati sopra è anche un grande tifoso della Russia nella guerra con l’Ucraina. Ma sicuramente non cercherà di contribuire alla causa (quanto vorrei scrivere persa!) con le dichiarazioni pubbliche rivolte contro il presidente. Il massimo che potrebbe fare è criticare apertamente i vertici dell’esercito, entrando in questo modo in sintonia con Putin (si dice che sarebbe «infuriato» per gli insuccessi dell’esercito russo degli ultimi giorni).
A questo punto, poi, non so in quale misura Kadyrov possa essere utile dal punto di vista militare: le forze militari cecene non sono così numerose e hanno già ricevuto il soprannome dell’"esercito da selfie". Infatti, solitamente arriva nelle zone dove i combattimenti peggiori sono già finiti e inizia a scattare – e pubblicare – le foto e i video.
La “critica” di Kadyrov
(12 settembre 2022)
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