Il giovedì 24 marzo eravamo arrivati a un brutto traguardo: un mese di guerra in Ucraina. Anche se in realtà non ha molto senso parlare di periodi più o meno lunghi: in guerra è brutto ogni singolo giorno.
Anche la situazione in cui la durata di una guerra si misura ormai in mesi non può certo essere definita bella.
Oggi pubblico il riassunto di questo mese.
Il giorno 1: la città di Chuguev nella regione di Kharkiv bombardata dall’esercito russo il 24 febbraio (Aris Messinis / AFP / Scanpix / LETA).
Il giorno 2: il corpo di un soldato russo alla periferia di Kharkiv (Vadim Ghirda / AP / Scanpix / LETA).
Il giorno 3: i volontari civili della difesa territoriale controllano le armi a Kiev (Chris McGrath / Getty Images).
Il giorno 4: qualche rara luce nelle finestre di un quartiere residenziale di Kiev. L’ONU dice che quasi 370 mila rifugiati hanno lasciato l’Ucraina già entro il 28 febbraio. Allo stesso tempo, è stato presto introdotto il divieto di accendere la luce ai piani alti dei palazzi per non facilitare l’orientamento del nemico a distanza (Chris McGrath / Getty Images).
Il giorno 5: un tramonto a Kiev, ripreso attraverso una finestra di un appartamento. I vetri sono rafforzati dal nastro adesivo per l’eventualità di una esplosione: per evitare ferite da schegge volanti (Emilio Morenatti / AP / Scanpix / LETA).
Il giorno 6: i corpi di due delle vittime del bombardamento della piazza Svoboda (Libertà in italiano) a Charkiv (Pavel Dorogoy / AP / Scanpix / LETA).
Il giorno 7: una ragazza su un autobus dopo l’attraversamento di un posto di blocco sul confine moldavo-ucraino. È uno degli autobus con i rifugiati diretti a Chisinau (Nikolay Doychinov / AFP / Scanpix / LETA).
Il giorno 8: il villaggio di Borodyanka nella regione di Kiev dopo il bombardamento (Maksim Levin / Reuters / Scanpix / LETA).
Il giorno 9: una casa in fiamme dopo il bombardamento a Irpin vicino a Kiev (Aris Messinis / AFP / Scanpix / LETA).
Il giorno 10: i volontari ucraini imparano a maneggiare le armi nell’edificio di un cinema a Lviv (Felipe Dana / AP / Scanpix / LETA).
Il giorno 11: la città di Irpin nella regione di Kiev brucia dopo un bombardamento (Emilio Morenatti / AP / Scanpix / LETA).
Il giorno 12: i residenti di Odessa riempiono sacchi di sabbia per creare rifugi (Bulent Kilic / AFP / Scanpix / LETA).
Il giorno 13: il ponte sul fiume Irpin era l’unica via di evacuazione dalla città omonima nella regione di Kiev fino a quando fu distrutto (Felipe Dana / AP / Scanpix / LETA).
Il giorno 14: il personale del Ministero delle Emergenze ucraino porta una donna incinta ferita fuori da un ospedale colpito da un bombardamento a Mariupol. La donna è morta il 14 marzo e pure il suo bambino non è sopravvissuto (Evgeniy Maloletka / AP / Scanpix / LETA).
Il giorno 15: i carri armati russi distrutti dalle truppe ucraine sulla strada principale da Brovary a Kiev (Felipe Dana / AP / Scanpix / LETA).
Il giorno 16: l’esplosione in un edificio residenziale a Mariupol dopo un bombardamento (Evgeniy Maloletka / AP / Scanpix / LETA).
Il giorno 17: una donna con il suo bambino nel corridoio di un ospedale di Mariupol. Il suo secondo figlio è morto durante il bombardamento della città (Evgeniy Maloletka / AP / Scanpix / LETA).
Il giorno 18: un ferito dopo un attacco missilistico al campo di addestramento militare di Yavoriv, a 10 chilometri dal confine polacco-ucraino (Kai Pfaffenbach / Reuters / Scanpix / LETA).
Il giorno 19: un uomo tiene un gatto morto, dopo un bombardamento a Kiev (Aris Messinis / AFP / Scanpix / LETA).
Il giorno 20: i colpi sparati dalle forze di difesa antiaerea ucraine che hanno cercato di abbattere un drone russo sopra Kiev (Gleb Garanich / Reuters / Scanpix / LETA).
Il giorno 21: i soccorritori recuperano un corpo da sotto le macerie nella sede dalla amministrazione regionale di Kharkiv. Secondo i media ucraini, le truppe russe hanno lanciato più di 50 attacchi in diverse parti di Charkiv il 16 marzo (Pavel Dorogoy).
Il giorno 22: un uomo accanto al corpo di sua madre che è stata uccisa dai pezzi di un missile volati contro la sua casa (Thomas Peter / Reuters / Scanpix / LETA).
Il giorno 23: un ospedale per bambini a Zaporozhye. Qui vengono curati i bambini che sono stati gravemente feriti durante il bombardamento. Le finestre dell’ospedale sono coperte da sacchi di sabbia (Dmytro Smolyenko / Ukrinform / SIPA / Scanpix / LETA).
Il giorno 24: Questa immagine satellitare scattata da Maxar Technologies mostra le conseguenze di un attacco aereo sul teatro di Mariupol dove la gente si nascondeva nel seminterrato (Maxar Technologies / AP / Scanpix / LETA).
Il giorno 25: una madre abbraccia il suo figlio che ha lasciato Mariupol. Alla stazione ferroviaria di Lviv (Sergei Supinsky / AFP / Scanpix / LETA).
Il giorno 26: i vigili del fuoco stanno cercando di fermare l’incendio che ha avvolto il centro commerciale «Retroville» nel quartiere Podilsky di Kiev. Il centro commerciale è stato colpito dalle truppe russe: lo ha ammesso anche il Ministero della difesa russo. La Russia è stata in grado di ottenere dati di localizzazione grazie alla pubblicazione di un video del movimento di attrezzature AFU il primo giorno di guerra su Tiktok (Felipe Dana / AP / Scanpix / LETA).
Il giorno 27: il dottor Anatoly Pavlov fotografa un ospedale psichiatrico bombardato a Mykolaiv (Nacho Doce / Reuters / Scanpix / LETA).
Il giorno 28: le tombe vicino dei civili a edifici residenziali a Mariupol (Mikhail Tereshchenko / Scanpix / LETA).
La guerra continua…
Un mese di guerra
(26 marzo 2022)
Può seguire i commenti a questo post via RSS 2.0.
Per ora siamo a 0 commenti