Le proteste operaie bieloruusse

(14 agosto 2020)

Chi, se non io, vi avrebbe aggiornati sulle ultime notizie dalla Bielorussia? So che in assenza di quegli aggiornamenti non percepite la vostra vita come una cosa completa ahahaha
Negli ultimi due giorni alle proteste popolari bielorusse – contro la permanenza di Aleksander Lukashenko al potere – si sono uniti gli operai di molte importanti fabbriche del Paese. Gli operai, in particolare, chiedono il riconteggio dei voti.
Valutando positivamente tale notizia, si rischia di risultare ingenui o, almeno, troppo ottimisti. Infatti, bisogna rendersi conto del fatto che si tratta delle fabbriche statali (quasi tutte le aziende medie e grandi bielorusse sono statali), i cui dipendenti stanno solo manifestando, ma non scioperando. I dipendenti statali, come ben immaginate, sono quelli più facilmente controllabili. Di conseguenza, potrebbe trattarsi solo di un tentativo di organizzare una alternativa alla protesta popolare, una «protesta gestibile e controllabile» dall’alto. A quale scopo? Per esempio, allo scopo di «ricontare» i voti delle ultime elezioni e comunicare che il risultato «reale» di Lukashenko sarebbe del – che ne so – 54% invece dell’80% comunicato prima.
A questo punto potreste chiedermi che senso abbiano le proteste finte se ci sono già quelle vere popolari. La risposta è banalissima: cedere alle richieste «della piazza» sarebbe – almeno nella logica dei dittatori – un segno di debolezza. Invece il dialogo con le corporazioni dei lavoratori – sebbene tutti sappiano come sono controllate dallo Stato stesso – sarebbe un segno di serietà e responsabilità.
Allo stesso tempo, tale modo di agire potrebbe far parte di un gioco politico molti fine. L’opposizione, infatti, avrà l’illusione di avere quasi vinto. «La prossima volta ci andrà ancora meglio», diranno gli oppositori. E la volta sarà per sempre prossima.
Certo, a questo punto potremmo chiederci perché l’illusione della «quasi vittoria» non sia stata regalata alla opposizione già al momento del conteggio dei voti. Ma di solito è la paura di perdere qualcosa a far sbagliare, anche ai dittatori.
Detto tutto questo, non posso non sottolineare che spero di sbagliarmi. Spero che tutte le manifestazioni bielorusse contro Lukashenko siano a) sincere, b) vincenti in un arco di tempo abbastanza brevi e c) meno dolorose possibile per tutti.

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