Boris Nemtsov: il mio commento (lungo)

(2 marzo 2015)

Chi era Boris Nemtsov?
In Italia lo definiscono il «leader dell’opposizione». Ebbene, non lo era. Per una serie di motivi Nemtsov era uno dei rappresentanti dell’opposizione più noti, ma non un leader. L’unico oppositore del regime di Putin che oggi potrebbe realmente aspirare alla posizione di leadership è Aleksej Navalny (quello delle pubblicazioni sulla corruzione, massacrato con dei processi penali inventati). Boris Nemtsov, invece, apparteneva alla epoca dei difficili anni ’90 – quasi un dinosauro – e già per questo poco amato dalla maggioranza dei cittadini. In più, aveva fatto parte della squadra di Boris Eltzin ed era quasi diventato il suo successore disegnato alla carica presidenziale.

Sì: al posto di Putin avrebbe potuto esserci lui. La spiegazione è piuttosto lunga, per ora preferisco di saltarla. Con Nemtsov-presidente la Russia di oggi, molto probabilmente, sarebbe stata uno Stato completamente diverso, ma è andata come è andata. Il fatto che conta è: il primo mandato presidenziale di Vladimor Putin era stato il risultato del lavoro di quella squadra politica, di cui anche Nemtsov aveva fatto parte.



La notorietà all’estero
A differenza della maggior parte dei politici d’opposizione russa, Boris Nemtsov aveva dei buoni contatti con tanti politici occidentali. Per esempio, è stata la prima volta che Barack Obama si fosse espresso quasi subito sulla morte violenta di un oppositore russo. Quindi ci potrebbero essere delle conseguenze in termini di politica internazionale. Insomma, è anche con questo concetto che io mi spiego l’attenzione dei media non russi verso la vicenda.

L’assassinio
Boris Nemtsov è stato ucciso di fronte al Cremlino, nella zona più sorvegliata di Mosca. Ci sono delle telecamere di videosorveglianza su ogni palo della luce e le volanti della polizia passano con una frequenza i pochi minuti. In più, doveva essere pedinato dai Servizi in quanto uno degli organizzatori della manifestazione inizialmente programmata per il 1 marzo a Mosca.

Una persona mentalmente sana non avrebbe mai commesso un omicidio in un posto del genere. Non voglio dire che sia stato un pazzo: i pazzi non sanno scappare e nascondersi. Voglio dire che l’assassino 1) ha preso in considerazione il valore simbolico del luogo del delitto; 2) sa di avere dei protettori forti.

Sono stati sparati otto colpi. Quattro di essi hanno raggiunto Nemtsov, nemmeno uno la donna che era con egli.

Sembra quindi abbia agito un tiratore professionale. Il quale, però, per qualche motivo inspiegabile ha lascito in vita una testimone. Anche un osservatore non particolarmente cattivo farebbe bene a «dubitare» sul ruolo della donna nella vicenda.


(foto di Mitja Aleshkovskij)

Chi ha ucciso?
Considerando il luogo del delitto e le disponibilità tecniche degli inquirenti nel XXI secolo, possiamo dire che identificare gli esecutori è abbastanza facile. Se li trovano, potrebbero rivelarsi delle persone che hanno agito di iniziativa propria. Quindi dei nazionalisti, vittime della propaganda dell’oddio diffusa in modo massiccio dalla televisione russa nel corso dell’ultimo anno. Se, invece, non li trovano, potremmo pensare male. Molto male. Perché a noi, appunto, interessa soprattutto il mandante.

Il punto fondamentale, secondo me, è uno: il mandante non è Vladimir Putin (nonostante il suo operato sempre meno razionale). Bisogna capire una cosa fondamentale: Putin odia tutti coloro che considera «traditori» e ha la possibilità di non preoccuparsi di tutti gli altri (tanto politicamente valgono poco più di zero). I traditori sono gli ex alleati politici o colleghi del FSB che per qualche motivo sono passati dalla parte opposta: tutti loro sono da eliminare.

Nemtsov, invece, era una formica politica: privo di un sostegno popolare/elettorale serio e noto solo per quelle pubblicazioni «compromettenti» sulla alta classe dirigente che non interessano minimamente a Putin. Anzi, dal punto di vista pragmatico, l’assassinio di Nemtsov era contrario agli interessi di Putin.


(foto di Ilya Varlamov)

La mia conclusione
L’assassinio di Boris Nemtsov è stato eseguito dai nazionalisti e/o ordinato da qualche collaboratore più o meno stretto di Putin che ha trovato un modo sbagliato di guadagnarsi la benevolenza del capo. Ma prima della caduta del regime non ne sapremo tanto.

(foto di Ilya Varlamov)


(foto di Ilya Varlamov)

Rubriche: Russia

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