Nel nostro mondo esistono molte cose delle si potrebbe (e si dovrebbe) parlare e scrivere senza un motivo formale: solo perché esistono. Tra queste cose vi è anche la cultura; se andiamo più nello specifico, vi è anche la letteratura.
Ma, per fortuna o purtroppo, sono alcune date importanti a ricordarmi di scrivere di alcuni argomenti. Ieri, per esempio, Lev Tolstoj avrebbe compiuto 190 anni. Ed io approfitto di tale data per consigliarvi — senza fare alcuna sorpresa — il suo romanzo già più noto in Europa: «Guerra e pace». Anticipando la possibile reazione (anche quella espressa mentalmente) dei miei lettori, aggiungo anche una mia considerazione che finalmente — dopo anni di tentativi — sono riuscito a formulare in un modo relativamente comprensibile.
Sul nostro pianeta sono sempre esistite moltissime persone incapaci di comprendere un testo scritto più lungo del contenuto di un «balloon». Quelle persone, nel migliore dei casi, non hanno mai letto un libro dai tempi degli studi scolatici. Tale triste fatto non significa, però, che quelle persone siano rimaste totalmente fuori dalla vita culturale: in varie epoche hanno avuto l’accesso ai combattimenti dei gladiatori, alle rappresentazioni degli artisti di strada, cabaret, cinema etc. Oggi hanno l’accesso alla televisione e al suo sostituto online (cioè il segmento dal punto di vista educativo meno sensato dell’internet). Grazie alla accessibilità pressoché totale della televisione e dell’internet, verso questi ultimi sono definitivamente migrate anche tutte (o quasi tutte) quelle persone che fino a pochi anni fa cercavano nella letteratura esclusivamente il divertimento.
Di conseguenza, la letteratura ritrova, dopo svariati secoli, la possibilità di tornare a orientarsi ai lettori di qualità. Ai lettori capaci di comprendere un testo lungo e non leggero. Volendo, potete chiedere la conferma a un qualsiasi scrittore contemporaneo: al giorno d’oggi è molto più facile pubblicare un romanzo che, per esempio, una raccolta di racconti. Gli editori si stanno adeguando al nuovo contesto!
Mi adeguo pure io. E vi consiglio ancora il romanzo «Guerra e Pace» di Lev Tolstoj. Lo faccio perché spero che i mei lettori appartengano, alla categoria dei lettori. Secondo l’idea iniziale dell’autore, «Guerra e Pace» doveva essere la parte introduttiva di un ciclo di romanzi, una introduzione utile alla comprensione dei motivi che spinsero i cosiddetti decabristi alla loro azione politica. Purtroppo, però, con l’avanzare dell’età Lev Tolstoj rimase affetto dal morbo della religiosità, lasciando dunque da parte la realizzazione della sua idea grandiosa. Ma noi, per fortuna, ne possiamo apprezzare almeno la parte iniziale.
In conclusione, vi invito a controllare bene l’edizione del romanzo che eventualmente andrete a comprare in libreria. Il romanzo, infatti, contiene delle considerevoli parti del testo in francese (come per tutti gli altri intellettuali russi dell’epoca, anche per Lev Tolstoj la lingua francese era naturale quanto quella russa), dunque accertatevi che siano presenti le note con le traduzioni. Tale avvertimento, ovviamente, non vale per le persone che leggono tranquillamente in francese: più si è vicini all’originale, meglio è.
Il ritorno dei libri lunghi
(10 settembre 2018)
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