Gli aspiranti al secondo posto (parte 7)

(19 febbraio 2018)

Alle elezioni presidenziali russe del 18 marzo manca meno di un mese. Quindi è arrivato il momento di vedere, molto brevemente, come sono messi gli 8 candidati ufficiali con i loro programmi elettorali.
Anzi, i programmi da riassumere sono appena 7. Non solo perché è questa la quantità degli aspiranti al secondo posto (ai quali è dedicata la serie dei post), ma anche perché il vincitore delle elezioni non ha un programma. E non lo ha mai avuto, nemmeno nelle occasioni di tutte le elezioni precedenti. Ora vediamo gli altri candidati nell’ordine con il quale compariranno sulla scheda elettorale.

Sergej Baburin ha il programma che si chiama «La via russa verso il futuro!». Il suo primo punto parla della lotta per le dimissioni del Governo di Dmitry Medvedev. Considerando che in Russia il primo ministro viene scelto e nominato dal presidente, il punto di cui prima diventa particolarmente interessante. Negli altri otto punti del programma si parla degli interventi di tipo socialista nell’economia, dei maggiori controlli sulla immigrazione, del miglioramento dei rapporti diplomatici con l’Asia e degli investimenti per lo sviluppo della Crimea.

Vladimir Žirinovskij ha il programma che si chiama «100 punti. Un potente salto in avanti – 2018». Il programma è diviso in 7 sezioni ed è composto di 111 articoli. La prima sezione è concentrata sulla difesa dei russi, una forte limitazione della immigrazione e una decisa lotta «contro il dilagare della cultura occidentale». La seconda sezione è dedicata alla riorganizzazione dello Stato: il punto più rilevante di esso è il divieto dei nomi nazionali delle regioni (la Russia è uno Stato multi-nazionale). La terza sezione è dedicata alla economia: totalmente populista, ma salta all’occhio il punto «fornire l’aiuto finanziario all’UE, ma solo a condizione dello scioglimento della NATO» (sottolineo solo che la Russia è in una crisi economica-finanziaria abbastanza sensibile). Le sezioni dedicate alla agricultura, demografia, welfare e infrastrutture sono complessivamente divertenti, ma non meritano di essere riassunti. L’unico punto rilevante è il rafforzamento delle forze dell’ordine: considerando il loro ruolo nella Russia odierna, il rafforzamento è difficile da immaginare senza fare delle analogie con altre epoche e altri Stati (intendo anche solo i nomi degli Stati).

Pavel Grudinin ha il programma che si chiama «20 passi di Pavel Grudinin». Si tratta di un noiosissimo programma socialista-populista che può essere riassunto con le parole «redistribuisco tutto per far stare bene tutti». Dal candidato del Partito comunista non potevamo aspettare altro.

Grigorij Javlinskij ha il programma che si chiama «La strada verso il futuro». Tale programma è un classico (ormai) manifesto della opposizione russa: complessivamente giusto nei contenuti, ma a volte troppo simile a una raccolta degli slogan da manifestazione di piazza. La fine della guerra in Ucraina, il miglioramento dei rapporti con l’Occidente, la liberalizzazione della economia russa, la democratizzazione dello Stato etc.

Maksim Suraikin ha il programma «Dieci colpi staliniani al capitalismo». In breve, il programma propone di nazionalizzare tutto, fissare le pensioni e gli stipendi minimi alti, condurre una politica estera «caratterizzata dal patriottismo». Divertente.

Ksenia Sobchak ha il programma che si chiama «I 123 passi difficili». Vale quanto già scritto sul programma di Grigorij Javlinskij. Nel caso di Sobchak, però, alcuni punti sono formulati in modo un po’ più esteso (per esempio quello sulla inammissibilità delle repressioni politiche). Ma a differenza di altri esponenti della opposizione, fino al momento della pubblicazione del suo programma, Sobchak non era in grado di ricordarsi (equindi spiegare) nemmeno un punto di esso. Si giustificava con la frase «il programma non è importante».

Boris Titov, l’ultimo della lista, ha il programma che si chiama «La strategia della crescita». Da esso possiamo apprendere che alla Russia serve un graduale passaggio verso l’economia efficiente, innovativa e concorrenziale. Inoltre, servono lo Stato di diritto e la dirigenza politica onesta e efficiente. Boris Titov ci ha illuminati.

Con questa concludo il post di oggi.
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I post precedenti sui potenziali candidati:
Il post № 0 – alcuni candidati particolari
Il post № 1 – Vladimir Žirinovskij, Grigorij Javlinskij e Pavel Grudinin
Il post № 2 – Ekaterina Gordon, Sergej Polonskij e Boris Titov
Il post № 3 – Tristan Prisjagin e Natalia Lisitsyna
Il post № 4 – Ekaterina Gordon e Aleksej Navalny
Il post № 5 – Sergej Baburin e Maksim Suraikin
Il post № 6 – la raccolta delle firme

Rubriche: Russia

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