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La doppia fuga

A novembre del 2020 un nordcoreano ha rischiato seriamente la vita attraversando illegalmente il confine terrestre per scappare in Sud Corea.
La sera dell’1 gennaio del 2022 ha rischiato nuovamente la vita per rifare la stessa strada nella direzione opposta (ma questa volta, se non dovesse essere una spia nordcoreana rientrata a casa, rischia di fare una brutta fine in qualsiasi momento).
Cosa possiamo apprendere da questa notizia stranissima, direi singolare? Ben due cose.
Prima di tutto, possiamo constatare che nessuno ha più il diritto di sostenere di praticare uno sport estremo.
E poi possiamo chiederci: perché non si scrivono dei libri e non si girano dei film d’avventura sui nordcoreani che scappano in Sud Corea? Potrebbero diventare delle opere eroiche cariche di tensione, dei blockbuster veri… Oppure sono io che mi sono perso qualcosa? In ogni caso, il tipo misterioso che ha deciso volontariamente di fare il ritorno nello Stato di concentramento merita di diventare il protagonista di tante opere culturali. Purtroppo, a me manca un po’ la fantasia per dare una spiegazione realmente originale del suo gesto.


Necrocrazia

Sul nostro continente c’è più di uno Stato che viene spesso definito come l’ultima dettatura d’Europa. Solitamente tale titolo viene attribuito alla Bielorussia. All’inizio della settimana prossima avrò un motivo importante per parlare di quello Stato, mentre oggi vi farei notare un interessante primato che tutti, per qualche strano motivo, ignorano.
Nel 1994, dopo la morte di Kim Il-sung, tutti si aspettavano che la carica del presidente passasse al suo figlio e successore Kim Jong-Il. Ma in base alla costituzione adottata nel 1998 Kim Il-sung aveva ricevuto il titolo del «presidente eterno».
Di conseguenza, la Corea del Nord è l’unica necrocrazia del mondo: l’unico Stato formalmente governato da un morto.
Chissà per quanto tempo rimarrà l’unica al mondo…


Una possibile prova di esistenza

Stamattina il Ninistero degli Esteri russo ha pubblicato un comunicato un po’ particolare sulla propria pagina di Facebook.
In quel comunicato si racconta che oggi, in attuazione del Decreto presidenziale russo – firmato da Vladimir Putin il 13 giugno 2019 – il leader nordcoreano Kim Jong-un è stato decorato con la medaglia russa «75 anni della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica 1941–1945». La medaglia e il relativo certificato sono stati consegnati al Ministro degli Esteri nordcoreano da parte del rappresentante diplomatico russo.
Leggendo questa notizia possiamo porci alcune domande. Per esempio: perché questo gesto diplomatico è stato deciso con l’anticipo di quasi un anno? Oppure: cosa c’entra il relativamente giovane (manca la certezza sulla età reale) politico della Corea del Nord con la porzione russa/sovietica della Seconda guerra mondiale? Oppure ancora: perché non è stato cercato il modo – anche posticipato – di consegnare la medaglia personalmente, dalle mani di Putin direttamente sul petto spazioso di Kim?
La terza domanda è quella più vicina al fatto che ci deve interessare veramente tanto. Avremo mai l’occasione di vedere Kim Jong-un con questa nuova decorazione? Potrebbe essere una bella dimostrazione della sua presenza tra i viventi.

Boh, aspettiamo e osserviamo.


Sviluppare il turismo

Il lunedì 2 dicembre si è ufficialmente conclusa in Corea del Nord la costruzione di una nuova città: Samjiyon. Considerati il suo aspetto estetico, la collocazione vicino alla montagna-simbolo Paektu e la presenza degli alberghi, si potrebbe dedurre che si tratti di un parco di divertimento per i turisti occidentali creduli.

Quindi studiate l’argomento: si sono impegnati per voi!


Un mistero asiatico

Come avrete già letto o sentito, stamattina Kim Jong-un è arrivato a Vladivistok per un «vertice» con Vladimir Putin. In merito a tale notizia, la grande domanda alla quale attualmente non saprei proprio rispondervi è: che penis è venuto a fare?
La Russia e la Corea del Nord non hanno alcun interesse comune o conflitto. Negli ultimi anni Vlaimir Putin non ha nemmeno manifestato alcuna intenzione seria di contribuire al contrasto del programma nucleare nordcoreano (perché non ha alcun interesse politico di farlo).
Mi viene in mente solamente una, abbastanza primitiva, opzione: Kim Jong-un è venuto a chiedere dei soldi, mentre Putin ha voluto apparire di essere più capace di Trump a costruire i rapporti con il leader nordcoreano (anche se, ricordiamo, non hanno alcun argomento da trattare).

I ben 16 chilometri di confine comune tra la Russia e la Corea del Nord non mi sembrano un grande interesse comune…


Evitare gli equivoci

«Questi coreani sono tutti uguali, rischiamo di confonderci», hanno detto i vietnamiti. E hanno espulso il sosia di Kim Jong Un.


Donald Trump, invece, è difficile da confondere.


Si nasconde nei dettagli

Nel mondo odierno, inondato dalla informazione e dalle persone incapaci di trasformare l’informazione nella conoscenza, a volte capitano degli eventi apparentemente piccoli ma in realtà utilissimi ai fini della trasformazione di cui sopra.
Oggi, per esempio, si è saputo della fuga dell’ambasciatore facente funzioni della Corea del Nord a Roma (quindi non di una persona qualsiasi, affamata o priva di prospettive vitali ma un funzionario non di bassissimo livello, una persona ben informata e per questi due motivi particolarmente osservato dal proprio Stato). Cosa ci insegna tale evento? Ci insegna che tutti i discorsi sul riavvicinamento delle due Coree e sull’ammorbidimento del regime nordcoreano sono ancora più fantasie che prognostici meritevoli di attenzione. Per analizzare gli eventi grandi bisogna fare attenzione a quelli apparentemente piccolo.
Mi dispiace di avere deluso la gente ingenua…


La probabile foto dell’anno

Sono in molti a dire che questa foto è la più probabile vincitrice del «World Press Photo 2018» (sebbene siamo ancora a metà giugno).

Sicuramente è una bellissima foto. Ma ha una concorrente fortissima che ha tutte le possibilità di batterla:

Si tratta di un ambito nel quale indovino quasi sempre (nel nostro mondo pseudo corretto a volte ci vuole poco). Purtroppo, però, non sono in grado di convertire questa mia capacità in soldi. Di conseguenza, propongo di ricordare questo post e di offrirsi alle scommesse a scopo di lucro.


Il tifo nordcoreano

Molto probabilmente avete già visto il video delle cheerleaders nordcoreane alle Olimpiadi. A me ha ricordato molto i tempi dell’URSS: un altro Stato dove le emozioni potevano essere solo collettive.


L'aereo di Kim Jong-un

L’agenzia nordcoreana KCNA ha diffuso le immagini dell’aereo che Kim Jong-un utilizza per i propri viaggi. Si tratta di un Ilyushin Il-62M prodotto in URSS, a quanto pare, tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70. Sarebbe uno degli aerei istituzionali pù vecchi al mondo, ma sulle foto si vedono, tra l’altro, gli interni che evidentemente sono stati rinnovati di recente.

Bella storia per una aspirante potenza nucleare, vero? Guardate pure le foto seguenti: lo stile della uniforme dei militari e degli interni rappresentano il «gusto estetico» di un homo sovieticus elevato al cubo.
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