Remondò, 1 giugno 2015

A Remondò (la frazione più grande di Gambolò) ho trovato ben due edifici meritevoli della vostra attenzione. Il primo di questi è la chiesa del paese: sembra che sia stata concepita bella ma mai completata nella pratica. Oppure, semplicemente, non è mai stata restaurata e ha perso, dunque, tutto l’intonaco?

Dentro, comunque, è sorprendentemente bella. Non mi sarei mai aspettato tanto dalla chiesa di un paesino agricolo.

L’organo della chiesa si trova in una posizione inconsueta: accanto alle panche, girato a 90° rispetto all’altare. Uno specchio retrovisore appositamente montato permette all’organista di essere al corrente delle azioni del sacerdote. È un sistema interessante.

In mezzo alle statue e icone spunta improvvisamente una foto in bianco e nero. È probabilmente ammissibile esporre le foto dei comuni mortali nelle chiese funzionanti, ma è comunque un fenomeno che mi è stato finora sconosciuto. L’effetto-sorpresa è quindi enorme.

Vi è capitato tante volte di vedere una cappella così? Si tratta di un’ulteriore motivo di vedere la chiesa di Remondò.

Il secondo edificio interessante di Remondò è la sua stazione ferroviaria, aperta nel 1882. In sostanza, è l’unica porta verso il grande mondo esterno, ma non c’è tanta gente ad attendere il treno. La sala d’attesa è chiusa a chiave; sull’unico binario si fermano due treni all’ora: la stazione si trova sulla linea Pavia–Vercelli.

Tra le altre curiosità architettoniche di Remondò possono essere menzionate le finestre di una cascina che si bloccano dall’esterno. Non so ancora come spiegare questa scelta.

A Remondò (!) ho visto uno dei monumenti più simpatici e originali. È stato installato (come potete forse immaginare da voi) dalla Associazione Arma Aeronautica (sezione di Mortara). Il monumento analogo installato a Mortara raffigura la coda di un aereo, quindi mi sento autorizzato a supporre che i monumenti sparsi per la zona possano comporre un aereo intero.

Il militare raffigurato in un altro monumento, invece, pare intenzionato a cacciare con la forza i turisti invasori.

Sulle colonne di un cancello ho notato le sculture dei piccioni al posto dei soliti leoni. Beh, a Remondò non avevo incontrato nemmeno un piccione vero, quindi il proprietario del cancello potrebbe anche non sapere quanto facciano schifo.

È logico invece piazzare una grossa «Sala del Regno» in un paesino minuscolo come questo: i clienti non disturbano troppa gente mentalmente sana e fanno i cazzi loro con tranquillità.

A proposito di tranquillità: è la prima volta che vedo un apparecchio del genere da vicino (ma i vigili nani non volevano uscire).

Basta, le cose interessanti da vedere a Remondò sono finite. Per fortuna, però, questo paese era solo una tappa intermedia nel mio viaggio verso Gambolò (facilmente raggiungibile a piedi anche sotto il sole battente).

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