Verceia, 24 dicembre 2024

Nell’agosto 2024 avevo finalmente visitato la Val Codera: una zona montana bellissima della quale ho scritto e pubblicato ben tre rapporti fotografici (uno, duetre). La mia salita verso la valle era però iniziata da un paese abbastanza noioso situato sulla riva del Lago di Mezzola. Successivamente, mentre ripensavo a tale strana differenza nella qualità turistica delle due zone vicine, ero probabilmente stato colpito da un attacco dell’autolesionismo turistico: mi ero chiesto se pure altri paesi situati sulla stessa riva – e distanti pochissimi chilometri da quello appena menzionato – fossero altrettanto noiosi. Il modo più facile e logico di risolvere tale mio dubbio era quello di andare a vedere qualcuno di quei paesi con i propri occhi, quindi ho scelto una data disponibile (il 24 dicembre) e due località vicine tra loro (per riuscire a vederle bene nel corso della stessa giornata e massimizzare l’utilità scientifica del viaggio). Oggi, dunque, vi racconto del primo dei due paesi studiati: Verceia, un comune di poco più di mille abitanti nella enorme provincia di Sondrio.
La parte più antica del paese, quella che con uno certo sforzo mentale può essere definita come centro storico, è composta da tipici edifici in stile montano: uno stile che a me piace tanto perché mi trasmette pace e serenità.

Alcune di quelle case sono restaurate e tenute abbastanza bene.

Alcune altre sono state restaurate in un modo stilisticamente pauroso (almeno secondo i miei criteri).

E poi ci sono delle case – di varie epoche e quindi di stili diversi – curate poco ma messe in vendita: alcune di queste meriterebbero di essere salvate.

Qualche edificio è stato ristrutturato in modo da non rendere determinabile la reale epoca della sua costruzione.

E poi capitano alcuni – pochi – esempi della architettura moderna: certi esemplari sono moderatamente interessanti.

Oppure il centro storico è questo: composto da edifici più o meno antichi da più piani e disposti in un modo più compatto?

Potrebbe essere, perché in questa zona c’è pure la chiesa del paese: quella costruita alla fine del XVII secolo, dedicata a San Fedele e eretta parrocchia nel 1886.

Non so dirvi alcunché sui suoi interni perché al momento del mio passaggio era chiusa.

In due punti del paese (e non escludo che non siano gli unici esistenti) avevo notato degli inspiegabili cartelli stradali religiosi. Quello della foto seguente, per esempio, è collocato accanto al WC della stazione ferroviaria, un posto fisicamente lontanissimo da qualsiasi luogo di culto. Cosa vorrà dire? Che le messe festive di Verceia si celebrano al cesso? Boh…

Sul territorio comunale, comunque, è possibile incontrare anche le opere artistiche di tematica religiosa molto più tradizionali e comprensibili.

Su due case del paese, poi, avevo avvistato delle lunghe file di pannocchie di mais appese e in un primo momento avevo pensato a un modo molto originale di addobbare le abitazioni per qualche evento o festività. Un simpatico allevatore del posto, però, mi aveva spiegato di utilizzare questo metodo per far seccare le pannocchie da dare poi in qualità di mangime alle pecore.

Gli addobbi natalizi, invece, si riconoscono facilmente. La casa «più natalizia» di Verceia è sicuramente questa:

Mentre i proprietari di un’altra casa hanno deciso di crocefiggere il Babbo Natale: probabilmente, sono poco soddisfatti della esperienza passata con i regali. Oppure hanno voluto giustificarsi in anticipo con i figli?..

La maggioranza degli addobbi natalizi, però, viene oggi prodotta in massa e può dunque essere avvistata anche in altri luoghi. Mentre noi vorremmo vedere qualcosa di caratteristico e unico del posto concreto visitato. Proviamo… Le grandi scorte della legna, ormai, si vedono solo nei paesini di montagna (e non perché questi sono pieni di pizzerie). Verceia, in questo senso, non è una eccezione.

Forse è la prima volta che vedo i vasi per i fiori da esterno realizzati con i ciottoli. Di conseguenza, fino alla prova contraria li considero una particolarità tipica di Verceia.

Sempre per la prima volta avevo incontrato un numero civico ricavato dai vecchi ferri per cavallo (o, almeno, così sembrerebbe dalla forma delle cifre).

Il lavatoio locale – costruito o restaurato nel 2013 – non ha invece alcunché di particolare.

Però da molti punti del paese – anche quelli quasi centrali – si intravede l’acqua del Lago di Mezzola.

I punti di accesso al lago, però, sono relativamente pochi e vanno cercati con attenzione.

Il lungolago è presente solo a piccoli tratti, ma permette di contemplare dei paesaggi abbastanza belli.

C’è pure una micro-spiaggia con una doccia! Però da qualche parte ho letto che l’acqua del Lago di Mezzola non è la migliore per fare il bagno (e meno male che questo tipo di passatempo non mi interessa proprio).

Su un tratto del lungolago sono presenti delle numerose panchine, alcune con i tavoli. A causa della esposizione al sole dovrebbero essere poco utili d’estate, mentre per la primavera e per l’autunno potrebbero andare bene.

Sempre sul lungolago è possibile ammirare una visualizzazione della espressione «radere al suolo».

In alcune zone del paese sono segnalati i sentieri di montagna che partono da (o passano per) Verceia. Alcuni di quei sentieri sono notoriamente belli e consigliati agli amanti della montagna…

… mentre altri sentieri partono verso le frazioni di Verceia che si trovano a una quota abbastanza bassa.

Sono dei sentieri belli da tutti i punti di vista, ma sconsiglierei di percorrerli d’inverno, quando in molti tratti sono coperti da una grande quantità di foglie secche: a ogni passo non si riesce a capire dove esattamente viene messo il piede, dunque c’è un altissimo rischio di scivolare veramente male.

Potrebbero non salvarvi nemmeno le immagini (e le nomine) di personaggi fiabeschi orientali messe a caso qua e là.

E quindi niente, abbiamo già visto tutto quello che si poteva vedere d’inverno a Verceia. Possiamo passare alla esplorazione, come pianificato, di uno dei paesi vicini. Ma per andarci non prendiamo l’autobus, nemmeno se ci carica a una fermata moderna.

Non prendiamo nemmeno il treno: lo abbiamo già utilizzato per arrivare a Verceia.

Proviamo una esperienza più divertente: andiamo a piedi. Infatti, il paese più vicino è distante pochissimi chilometri. Mentre lungo la strada pedonale possiamo vedere delle cose belle: tipo i posti dove avrebbero potuto girare alcune scene de «Il Signore degli Anelli» o «Lo Hobbit».

Non andiamo velocissimi, ma ci mettiamo comunque poco tempo.

Dopo una bella (nel senso più positivo del termine) camminata, spinto da un vento fortissimo, ero arrivato a Dubino. Ma questa è un’altra storia, la racconto nel prossimo rapporto fotografico.