Nel memorabile 2020, dopo il lockdown covidico, avevo intrapreso il mio primo vero studio teorico sui vari piccoli borghi italiani da esplorare: in quel momento storico avevo ritenuto ragionevole cercare delle destinazioni di viaggi sempre belle, ma un po’ meno affollate della media. Proprio grazie a quelle mie ricerche avevo per la prima volta nella vita scoperto il nome di Varzi. Dalle informazioni raccolte avevo avuto l’impressione che si trattasse di una località bella e interessante… Ma ho avuto la possibilità di verificarlo di persona solo il 3 giugno 2022.
Ora posso ritenermi fortunato perché, effettivamente, Varzi si è rivelato un paese piccolo ma bello. La bellezza architettonica di Varzi si nota facilmente, dopo pochi minuti dall’ingresso sul territorio comunale, e non si limita – come succede in molti altri piccoli comuni – a poche vie centrali.
Le vie principali sono ovviamente belle. Lo sono grazie anche al miscuglio fortunato degli stili e delle epoche architettonici.
Ma conviene vedere anche i vari vicoli e vie minori: si potrebbe fare delle scoperte curiose o semplicemente belle.
Gli antichi portici del centro – non tantissimi, ma nemmeno pochi – meritano di essere menzionati a parte. Ebbene, consiglio fortemente di fare qualche camminata proprio sotto i portici e non solo lungo le vie in mezzo alle rispettive case perché in tal modo vi accorgerete di una atmosfera particolare.
Il palazzo del Municipio – costruito nella prima metà del XVIII secolo in qualità della residenza di una famiglia nobile locale – è uno dei palazzi amministrativi più belli che io abbia visto in Italia. Lo scrivo pur non sapendo se tutti riescano ad apprezzare lo stile architettonico in questione (e poi, io sono di parte: lavoro da anni in un palazzo della stessa epoca e dello stesso stile, anche se intonacato).
Il castello Malaspina che si trova quasi in pieno centro storico di Varzi è del XIII secolo, ma è stato ampliato nei secoli successivi e restaurato a partire dall’ultimo quarto del XX secolo. Se dalle foto vi dovesse sembrare una «semplice» residenza privata, sappiate che in una certa misura avete ragione. Infatti, in tutta la sua storia il castello ha cambiato i proprietari solo per via/motivi di eredità. Attualmente è anche aperto al pubblico e agli eventi pubblici e privati.
Le chiese antiche di Varzi non sono tante – perché nemmeno il paese è grandissimo – ma sono belle e interessanti. La chiesa parrocchiale (è anche la più grande del paese) di San Germano del XVI secolo è quasi completamente nascosta in mezzo ai palazzi residenziali, ma vi conviene cercarla e trovarla.
Viene conservata con cura ed è bella nella sua relativa semplicità.
Una delle chiese più interessanti di Varzi è la chiesa dei Bianchi costruita tra il 1636 e il 1646 dalla Confraternita del Gonfalone di Roma.
È un po’ difficile da fotografare per intera dalla strada, quindi andate pure a vederla «dal vivo».
Altrettanto interessante è la chiesa dei Rossi costruita nel 1636 e utilizzata (almeno in origine) dalla Confraternita della Santissima Trinità (i cui membri indossavano una caratteristica mantellina rossa).
La «casa Mangini», costruita nella seconda metà del XVIII secolo, è sempre appartenuta, come si deduce anche dal nome, alla famiglia Mangini: una famiglia importante per la zona e capace di moltiplicare la propria ricchezza grazie anche ai matrimoni fortunati. Non sono riuscito a capire se il bel palazzo possa essere visitato, ma so che i resti delle sue facciate suggeriscono bene: dentro è molto bello. Proverò a indagare un po’ meglio sull’argomento.
Ma ora che abbiamo visto tanti edifici importanti di Varzi, proviamo a riposare un po’ cambiando l’attività. Proviamo a concentrarci su piccoli dettagli interessanti. Nel centro storico, per esempio, può essere utile guardare anche in basso.
È bello guardare anche in alto.
Guardando in alto si può notare anche le belle targhe in ceramica con i nomi delle vie.
I cartelli che indicano i luoghi storici purtroppo sono pochissimi. Fortunatamente, saltare qualcosa di realmente importante in un paese così piccolo è quasi impossibile.
Sempre guardando in alto si può notare come dei semplici vasi con i fiori possano essere a) appesi fuori dalle finestre e b) abbelliti con dei materiali a basso costo. Spero solo che le corde utilizzate siano resistenti…
Al posto dei leoni volgari un residente di Varzi ha posizionato sulle colonne del proprio cancello dei piccioni da combattimento. Da ammirare.
Ma non dobbiamo guardare solo in basso o in alto. Dobbiamo guardare anche avanti. In tal modo riusciamo a notare che a Varzi è diffusa l’usanza di ospitare lo street art di buona qualità sulle porte e saracinesche dei negozi (effettivamente, quelle monocromo sono noiosissime).
Sempre guardando avanti ci accorgiamo di un grande vuoto sullo stand de «l’Unità» (sarebbe suo il logo in basso?). Non mi dispiace tanto per l’assenza di uno dei più noti giornali di non-informazione, ma, allo stesso tempo, sono contento per il fatto che una bacheca esteticamente bella sia stata conservata. Servirà a qualcosa anche dal punto di vista pratico.
Prima di continuare con l’esplorazione di Varzi, recuperiamo un po’ di forze su questa strana panchina di modello mai visto prima.
E poi andiamo a vedere se c’è qualcosa di interessante in periferia. Prima di tutto notiamo un leggero aumento dei palazzi non ristrutturati… ma le vie continuano ad avere un certo fascino…
… anche se questa è un po’ comica:
Nonostante la bellezza architettonica ben distribuita su quasi tutto il territorio comunale, anche a Varzi si trova qualche esempio di trash colossale… Purtroppo, anche l’ambiente più bello al mondo sarebbe a volte incapace di salvare le persone più deboli dal preferire le opere disgustose.
Noi, intanto, procediamo sempre più verso i confini del paese e iniziamo ad accorgerci di almeno due cose: 1) tutto Varzi è circondato da colline belle; 2) in periferia Varzi sembra più un paesino rurale che un borgo antico (e in questo non c’è alcunché di male).
Nella sua parte sud il centro abitato di Varzi ha un confine naturale: il torrente Staffora.
La mia visita aveva avuto luogo all’inizio di giugno, ma di acqua nel torrente ce n’era già poca. Chissà se ne sia rimasta almeno un po’ durante i successivi mesi di siccità.
Attraversando il ponte sul torrente lasciamo alle spalle il centro abitato e andiamo a esplorare un po’ le belle colline che circondano il paese. All’inizio si vedono ancora alcuni segni della attività umana…
… ma l’ambiente circostante inizia a essere sempre più rasserenante.
In realtà, da Varzi partono diversi sentieri escursionistici di lunghezza e bellezza varia. Non ho potuto approfondire nessuno di quelli potenzialmente più interessanti perché il tempo è stato un po’ sfavorevole: non si moriva ancora di caldo, però piovigginava in un modo abbastanza fastidioso. Ma il tratto breve che sono riuscito a fare mi ha permesso di scoprire delle zone naturali (spesso boschive) abbastanza belle: molto probabilmente, proverò a tornarci in primavera per studiare bene almeno un sentiero.
Delle cose viste sulle colline, per ora posso farvi vedere solo questa breve storia d’Italia…
Quindi torniamo a Varzi per vedere qualche ultimo dettaglio e ripartire verso casa.
Sulla riva «urbana» del torrente c’è un parco di medie dimensioni (secondo le proporzioni locali): è realizzato senza una particolare fantasia, ma ha tanti alberi (e quindi tanta ombra), tante panchine e una area per i bambini ben attrezzata.
Dal punto di vista artistico la parte più interessante del parco è il parapetto costruito lungo il torrente: su di esso troviamo le immagini (dipinte più o meno bene) di varie farfalle. Io vi mostro solo alcuni esempi:
E ora che ho mostrato tutte le cose principali di Varzi, posso informarvi anche del fatto che il paese è facilmente raggiungibile non solo in auto (vicino al parco di cui sopra c’è pure un grande parcheggio con le strisce bianche), ma anche con i mezzi pubblici (conviene prendere l’autobus delle Autoguidovie che parte dalla stazione ferroviaria di Voghera più o meno ogni 60 minuti e ha il capolinea sempre vicino al parco).
Ma ricordatevi che a Varzi il telefono prende bene solo nel centro abitato. Sulle colline, in un punto, mi ero casualmente accorto di non ricevere proprio il segnale (ma per gli amanti della vita sana potrebbe essere un pregio). Oppure questa cosa è capitata solo a me? Boh…
Ecco, ora vi ho informati di tutto.
Stay tuned!