Treviglio, 26 luglio 2014

Ora che l’ho visitata, mi chiedo perché non abbia mai inserito la città di Treviglio nel mio piano delle città da vedere nel futuro immediato. Diverse volte ci sono stato di passaggio, limitandomi sempre a pensare «sarebbe bello, un giorno…» Alla fine me ne sono ricordato un giorno della piovosa estate 2014: è abbastanza vicina a Milano, quindi nella eventualità di trovare la pioggia non mi sarei dispiaciuto troppo per il tempo impiegato per il viaggio.
Il centro storico di Treviglio fa una impressione strana: ha degli elementi belli, complessivamente sembra tenuto bene, ma tanti palazzi presi singolarmente sembrano costruiti dai cinesi che copiano l’Europa.

In pieno centro, poi, si vedono dei palazzi moderni costruiti nella seconda metà del XX secolo. Ecco, per esempio, la piazza davanti al Duomo e una delle vie vicine.

Chi preferisce le bellezze architettoniche tradizionali non si preoccupi: di chiese da vedere ce ne sono.

Io sono riuscito ad entrare solo nel Duomo locale e ora posso testimoniare che merita di essere studiato con attenzione anche da dentro.

La peggior pavimentazione che una mente umana avesse mai potuto concepire è ora anche in verticale!

In alcune zone i lavori di restauro sono in realtà solo di facciata.

Il teatro Filodrammatici, che ha la sede in un bel palazzo liberty del 1905, non sembra operativo: gli spazi per i cartelloni sono vuoti, dalle finestre del primo piano si vedono solo le sedie messe in disordine. Male, molto male.

In tutta la città, anche in pieno centro, ci sono tantissime grandi ville abbandonate che si trovano ora in condizioni estetiche precarie. Peccato: alcune di esse sono belle e interessanti dal punto di vista architettonico. Per fortuna alcune sono in vendita, quindi c’è ancora una minima speranza di vederle rinascere.

Alcuni loro particolari meritano di essere studiati da vicino.

Allo stesso tempo, in città vengono costruiti tanti palazzi residenziali nuovi.

Un altro edificio in evidente stato di abbandono è il vecchio mulino…

Anzi, secondo un ristoratore della zona si dice «mulina» con la a finale. Si tratta del dialetto?

Anche a Treviglio c’è almeno una via dedicata in modo sensato, per un merito concreto e non per il patriottismo astratto. Per ora l’unica dedica fatta altrettanto bene mi era capitata a Finale Ligure.

Alcune vie del centro storico sono dedicate alle antiche famiglie trevigliesi: è un modo simpatico di preservare la storia locale.

Treviglio è la patria dei numeri civici interni. Non ho mai visto tanti cartelli di questo tipo in una sola città. In sostanza ce n’è almeno uno per via.

Il monumento «Ai caduti del mare» ci ricorda che Treviglio è una grande potenza navale.

Questo ha molto più senso:

Un dettaglio interessante: nel centro storico le plafoniere dei lampioni hanno uno dei quattro vetri colorato. Non ho potuto verificare di persona, ma a giudicare dagli apparecchi che ho visto a Treviglio esistono le zone a luci gialle, rosa e nere… e chissà quali altre…

A proposito dei lampioni. Uno dei modi corretti di illuminare le strisce pedonali (al fine di renderle più sicure di notte) è questo:

I pedoni di livello avanzato sanno usare il bike sharing. A Treviglio di bike sharing ce ne sono addirittura due. Il primo è del vecchio tipo e assomiglia a quello visto tempo fa a Lodi.

Il secondo bike sharing trevigliese è del tipo moderno, molto diffuso in tutta la Lombardia. Si vedano, per esempio, BresciaLecco.

Tenendo conto della confusione degli stili architettonici del centro storico di cui sopra, direi che queste panchine posizionate davanti al Duomo non rovinano, ormai, l’immagine della città.

Ma le panchine più originali stanno in uno dei parchi pubblici.

I cestini più diffusi in centro storico possono essere considerati originali.

Ma a volte capitano quelli belli e rari, visti finora solo a SoncinoFinale Ligure.

Oppure i cestini uguali a quelli di Salò.

E, infine, l’esempio più raro:

Un altro oggetto bello e utile, che è stato visto in un solo esemplare, dovrebbe essere largamente utilizzato in tutte le città del mondo. Non penso che costi troppo metterlo almeno nei centri.

Un’altra cosa positiva: a Treviglio è abbastanza facile incontrare i cestini per le pile scariche e le medicine scadute.

A questo punto conviene cambiare l’argomento. Il distributore del latte crudo che arriva direttamente dagli allevatori locali è una cosa tipica delle piccole città di provincia. Nel caso specifico di Treviglio, un litro di latte costa 1 euro (0,89 per gli «abbonati»), una bottiglia vuota 20 centesimi se è di plastica e 50 se è di vetro. È una bella cosa secondo me.

Sì, in generale gli imprenditori di Treviglio sono abbastanza modesti. Tanto modesti da dover vendere le proprie fabbriche.

È possibile un nome più banale per una tabaccheria? Ma è la prima volta che vedo un commerciante che abbia avuto il coraggio di applicarlo.

La vita politica trevigliese è più contradittoria del governo Renzi: mette insieme le forze politiche opposte.

Ma è questo gruppo di bandiere a ricordarci: l’unione fa la forza. Forse. A volte.

Intanto in città pure le telecamere di sorveglianza devono essere protette contro i furti.

Un citofono posizionato in questo modo non l’ho mai visto.

Davanti alla stazione ferroviaria di Treviglio vediamo un bel parcheggio gratuito per le auto e le moto. Un altro sempre gratuito ma molto più grande si trova a destra della palazzina a due piani. Cosa voglio dire con questa foto? Voglio dire: per incrementare l’utilizzo dei mezzi pubblici costruite almeno i parcheggi di corrispondenza! Perché un sacco di gente vive nelle zone sfigatissime dove i mezzi non arrivano proprio (oppure ne passano due o tre al giorno). Queste persone devono avere la possibilità di andare in auto fino alla stazione più vicina e non fino al lavoro.

Un ragionamento del genere vale anche per le biciclette: se sai dove lasciarla, usa la bici e i mezzi, ma non la macchina. Una rastrelliera di questo tipo, però, non so quanto sia comoda da usare. E soprattutto: ma le bici non si rovinano appese così?

La stazione di Treviglio è relativamente grande e funzionale, ma con alcuni elementi decorativi pseudo antichi.

Uno dei binari tronchi è stato riservato alla opera artistica contemporanea che si intitola «Crisi finanziaria». L’autore, purtroppo, non è indicato.

Davanti alla stazione, a meno di due metri dalla uscita, troviamo una bella e moderna colonnina dei taxisti.

Le fermate degli autobus interurbani, invece, sono realizzate in uno stile minimalista.

In conclusione posso dire che Treviglio è una città che può essere interessante anche dal punto di vista di un turista tradizionalista. Essendo piccola, relativamente vicina a Milano e ben servita dai treni, non dovrebbe risultare troppo impegnativa.

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