Il nome della città di Soresina (in provincia di Cremona), trovato per caso sulla mappa, mi ricordava vagamente qualcosa. Per risolvere i miei dubbi, avevo deciso di andare a vederla di persona.
Il centro della città è sorprendentemente bello e vario dal punto di vista architettonico ma, ovviamente, piccolo.
La chiesa più interessante e bella di Soresina è quella con la facciata meno attraente: la chiesa di San Rocco del XVI secolo.
È interessante non solo per la struttura e le proporzioni originali (da vedere per capire)…
… ma anche per una praticità dei manutentori mai vista dalle altre parti: le canne dell’organo hanno davanti le persiane chiudibili (con un meccanismo) con le quali vengono protette non so bene da cosa. Suppongo che la polvere non manchi in ogni caso.
In un’altra chiesa, che non voglio pubblicizzare per non offendere il vostro gusto estetico, sono esposti dei mosaici creati, molto probabilmente, dal mio migliore allievo. Chi ha detto che non è possibile superare il proprio maestro?
A mezzogiorno le campane del Duomo locale iniziano a fare un rumore assordante. Le ho registrate apposta per voi:
Gli scultori locali non sono tanto preparati sulla anatomia… A meno che il centauro non abbia la schiena spaccata in due. Il monumento in questione è dedicato ai caduti per la libertà ed è stato installato nel 1958.
Il monumento «O Roma o Morte» è invece dedicato a Garibaldi. La m maiuscola fa pensare al culto della morte.
Il monumento di dimensioni simili a quello precedente ma su un piedistallo minore (oltre a essere posizionato vicino alla stazione ferroviaria e non in centro) è dedicato a uno dei primi ministri dell’istruzione italiani Francesco Genala. Con cosa si è meritato un monumento? Con il fatto di essere nato a Soresina.
Non solo gli artigiani del passato, però, sapevano creare delle opere belle. Questo, per esempio, è il più bello portone temporaneo che mi sia mai capitato di vedere in un cantiere (ovviamente in questo specifico caso si tratta di un antico palazzo in ristrutturazione).
Nel frattempo gli immobiliaristi locali hanno imparato qualcosa dai venditori delle automobili. Oppure non si tratta di una trovata locale? Boh: è la prima volta che vedo una offerta del genere.
L’asilo, il quale è la seconda casa per molti bambini locali, sembra un carcere.
Ma gli abitanti di questa palazzina si sentiranno ancora peggio.
Trovo invece bello questo modo di scrivere i nomi delle vie: sulle sufficientemente lunghe lastre di marmo.
Poi, in centro, ho visto un artefatto storico preziosissimo: il cartello tridimensionale con il nome della via in vetro opaco e illuminabile da dentro. Se sopravvive fino alla mia prossima visita, finisce in un posto sicuro. (Cartelli simili ci sono in alcuni punti del corso Vittorio Emanuele II a Milano, ma meno belli perché piatti.)
Sono interessanti (ma bruttissimi) pure questi cartelli trovati in periferia:
Mentre la cornice su questo tipo di cartello mi ricorda vagamente qualche altro esempio simile… ma non riesco proprio a ricordarmi dove ho già visto una cosa del genere.
Una notevole quantità delle vie del centro di Soresina non ha i marciapiedi. Nemmeno su un lato. Nemmeno quelli disegnati con la segnaletica orizzontale. Quindi solo gli automobilisti più gentili e premurosi parcheggiano in modo da lasciare un po’ di spazio tra la macchina e il muro del palazzo: se tutti facessero così, i pedoni avrebbero potuto transitare in modo sicuro.
Nella vetrina di un minimarket è stata notata una curiosa vicinanza di armi di distruzione di massa e oggetti ritualistici.
Mentre nella vetrina di una gioielleria è esposta, in bella vista, una rappresentazione allegorica di ciò che succede a quelle di legno dopo avere ricevuto un gioiello in regalo. In vista delle feste, andate pure a fare una scorta di regali in questo negozio intellettuale di Soresina!
Per fortuna le bancarelle dell’immenso mercato cittadino del lunedì (si estende sulle vie principali del centro) non hanno le vetrine… Mi chiedo, però, che senso abbiano i mercati di strada nel XXI secolo: esistono i supermercati aperti quotidianamente con degli orari più estesi, con i prezzi sicuramente più bassi e la qualità della merce più controllata/controllabile.
Intanto la vecchia (e piccola) sede del mercato cittadino è stata rinforzata in un modo esteticamente accettabile, il che è un evento strano e raro.
Non so se sia stato anche il merito del «ponte» festivo, ma ho visto trasformarsi il mercato in uno spazio di aggregazione. Logicamente, la gente era più impegnata a parlare che a comprare: è la vita dei piccoli centri urbani.
Il Teatro Sociale locale è schiacciato tra i palazzi di una via secondaria ma, a giudicare dal cartellone, è molto attivo. Positivo.
Di spazi verdi ce ne sono pochi, ma quelli esistenti sono in buone condizioni.
Naturalmente, gli utilizzatori principali dei parchi sono i bambini. Proprio per loro è stata installata una simpaticissima attrazione, per la quale sarei impazzito all’età di 3–4 anni. Eppure non c’è alcunché di tecnologico.
In una buona parte della periferia le passeggiate all’area aperta sono ostacolate da un odore sospetto. Una volta scoperta la sua provenienza, ho scoperto anche il motivo per il quale il nome della città mi sembrava già noto.
Alcuni altri settori dell’economia locale non sono stati altrettanto fortunati nel tempo.
Lo stesso vale per il sistema dei trasporti pubblici: ciò che resta della vecchia tranvia è ora convertito per altre finalità.
La stazione ferroviaria (con tre binari) per fortuna funziona ancora: probabilmente, questo è permesso anche dal fatto che lo stabile e le aree pubbliche sono stati concessi in comodato al Comune.
In stazione è presente una enorme e originale (quasi da essere bella) edicola con le vetrine piene di riviste di dubbia qualità. Oltre al porno (su carta stampata, ahahaha), ci sono lo sport e la vita privata di «personaggi famosi». Quindi c’è chi compra e legge tutta questa roba… Preoccupante.
Il presunto bar della stazione con mobili antichi si è rivelato un locale privato (non chiedetemi cosa significa).
La fermata degli autobus vicino alla stazione è simpatica, ma di dubbia utilità nel caso di pioggia.
Il parcheggio per le bici è realizzato nello stesso stile architettonico. Ma oltre ad essere troppo aperto al sole e alla pioggia, è pure poco utile contro i furti dei mezzi lasciati dentro.
Il posacenere della stazione è fantastico.
Lo stesso non si può dire dei cestini (almeno sono uguali in tutta Soresina e di design originale).
Di raccoglitori per gli escrementi dei cani ne ho visto solo uno.
E poi basta, abbandono ogni speranza di trovare qualcos’altro di interessante a Soresina. Chi ha più tempo e voglia di me, può prenotare una stanza in questo albergo kitsch e iniziare l’avventura.