Sirmione, 12 settembre 2010

È da tanto che non scrivo dei miei viaggi? Oggi rimmedio.
Il 12 settembre ero andato a Sirmione (provincia di Brescia) sul lago di Garda. La cittadina, oltre a essere piuttosto bella, è famosa per essere la patria di Catullo.

Il quale è sfruttato in tutti i modi possibili. I turisti non devono rimanere delusi.

Non essendo un grande esperto delle località turistiche, ho apprezzato questo sistema gratuito per la prenotazione degli alberghi (sì, per me è una novità).

In realtà i primi passi in città fanno venire in mente la bella parola fregatura. Questo è l’unico modo civile di commentare la collocazione di questo rubinetto da 5 euri.

In più, odio le lampadine a basso consumo ed i fili bianchi in mostra. Soppratutto se collocati in questo modo:

A prima vista va un po’ meglio con le opere d’arte esposte lungo la strada.

Ma gli ecologisti a volte esagerano con l’uso della plastica riciclata:

Nulla da dire contro la pittura.

Yin e yang all’italiana:

E poi comincia il centro storico, la nostra vera meta. Il castello ha il proprio modello dei lampioni…

…e il proprio numero civico: tutto in regola.

La parte più interessante del castello era chiusa.

Ma quella più bella era impossibile da nascondere.

Questa sarebbe da mettere sul desktop.

Discriminazione sulla spiaggia: a chi non ha una gamba o ha un braccio storto non è permesso giocare a calcio.

La città è piena di olivi, a volte sembra che sia l’unica pianta che cresce da queste parti.

Dopo essere saliti in cima ad una collina e attravesato una piccola piantagione di olivi troviamo il museo archeologico. In esso, in teoria, dovrebbero essere esposti i risultati degli scavi nelle «grotte» di Catullo. È vietato fotografare dentro: una misura assolutamente ragionevole, dato che non c’è nulla da fotografare.

Secondo i cartelli informativi, nemmeno i resti delle «grotte» possono essere ripresi. Secondo voi qualcuno segue il divieto?
Ecco, qui possiamo vedere le rocce e le basi delle colonne.

L’unico affresco miracolasemente salvatosi (anche se poco visibile) è protetto da un’inutile tetto.

Non diventare un poeta avendo una vista del genere dalla finestra?

Io la mia prima poesia l’avrei scritta nell’ombra di quel albero.

Purtroppo, in 22 secoli la casa ha subito dei danni.

Possimo solo immaginare quanto erano grandi le finestre…

Come era il soffitto…

E come erano le proporzioni in generale.

A questo punto possiamo anche tornare in città. Quando si è in centro non notare il castello, seppur piccolo, è impossibile.

Come è impossibile non notare che è stato un po’ modernizzato per soddisfare i turisti.

Ma è interessante anche girare un poì per le vie.


Quando non si vede il lago (spesso sembra di essere al mare) si ha la sensazione di trovarsi in una città d’Italia centrale, ma con tanto verde.


Secondo la targa in questa villa negli anni Cinquanta visse Maria Callas. Ma non si vede nulla dalla strada.

«Terme Catullo» è un nome dietro il quale non c’è nulla. Tranne i soldi dei turisti spesi inutilmente.

Insomma, è un bel posto che vi consiglio. Ma non andaci in macchina: ci metterete tre ore a cercere un parcheggio libero.
Potrei aggiungere che Sirmione è la città con la più grande varietà di lampioni e cestini, ma non so apprezzerete… Mi permetto solo di mostrarvi il cestino più orrendo tra quelli visti da me:

Per ora è tutto.

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