San Giorgio (e il sentiero), 14 agosto 2024

Chi decide – come ho fatto io nell’agosto 2024 – di percorrere qualcuno (non importa quale concreto e in quale direzione) dei sentieri di montagna nella Val Codera, difficilmente riuscirà a non passare per San Giorgio – uno dei dieci villaggi della valle raggiungibili solo a piedi o in elicottero. E meno male che non ci riuscirà! Infatti, anche le persone interessate prevalentemente o solo alle camminate e/o alla contemplazione dei paesaggi naturalistici avranno la possibilità di accorgersi di questo luogo bellissimo – uno dei più belli della valle – e di vederlo almeno velocemente, di passaggio. Trattandosi di una località non del tipo urbano, ma inserita perfettamente nel contesto paesaggistico non di produzione umana, sarà apprezzato da tutti. Ma andiamo in ordine.
Io, personalmente, posso testimoniare di due modi di arrivare a San Giorgio: partendo da Novate Mezzola o proseguendo in quel cammino che ci aveva permesso di visitare i villaggi Avedée e quello unico abitato della valle Codera. Quale dei due percorsi vi descrivo prima di parlare del villaggio? Boh, provo con quello «per i pigri», quindi il primo degli appena menzionati.
Prima di tutto dobbiamo dunque andare in fondo alla Via del Castello di Novate Mezzola per raggiungere il punto di partenza per la Val Codera. A un certo punto iniziamo a incontrare i cartelli marroni che indicano i vari sentieri di montagna. Ci interessano quelli che indicano esplicitamente la strada per San Giorgio.

I primi cartelli saranno visibili ancora lungo la strada asfaltata (bisognerà andare a destra), mentre il cartello in corrispondenza dell’inizio della salita ci sarà poco dopo questa croce di metallo (sul lato sinistro della strada).

Una volta presa la strada sterrata che sembra l’inizio del sentiero, molto probabilmente a un certo punto arriverete a questo incrocio: ricordatevi di svoltare a destra.

Perché a sinistra non c’è alcunché di interessante, verrete solo ingannati da questa cappella e perderete del tempo prezioso.

Mentre la direzione corretta, quella a destra, può essere percorsa camminando sulla strada coperta da pietrisco…

… oppure sul sentiero segnalato che corre lungo il suo lato destro.

Dopo poche decine di metri i cartelli diventano più visibili, ma anche – in parte – più divertenti: il divieto di transito per i motocicli è inutile perché non è ancora stata inventata una moto-fuoristrada capace di percorrere i sentieri del genere (tra poco ve ne accorgerete anche voi).

Dopo pochi altri metri il sentiero attraversa una cava: anche essa larga pochi metri e non pericolosa (molto probabilmente non noterete nemmeno alcuna attività in corso) perché l’"incrocio" con il sentiero è ufficiale e quindi noto a chi ci lavora.

E poi inizia il sentiero di montagna vero e proprio: decisamente in salita, con la pavimentazione in pietra, spesso sotto forma di gradini. Però una buona parte della salita si fa all’ombra degli alberi (prevalentemente pini e castagni).

Ma più si sale, e più si vedono le rocce senza gli alberi.

La vista sul lago di Mezzola diventa sempre più interessante.

Ma anche la vista sulla pianura in generale.

Il sentiero diventa esteticamente sempre più bello.

Iniziano a comparire i resti dei vecchi tralicci: significa che ci stiamo avvicinando a qualche (ex) insediamento umano?

Una croce di pietra costruita o restaurata non moltissimo tempo fa.

I paesaggi disponibili sono ancora quelli della pianura…

Ma ecco che compaiono i resti delle prime case: è il posto ideale per fare una breve sosta.

Riprendendo il sentiero – che passa in mezzo alle rovine – si arriva presto a un punto in cui bisogna capire se procedere in avanti o svoltare a destra. Ebbene, la scelta corretta è quella di andare avanti perché il ramo del sentiero di destra si rivela prestissimo impraticabile a causa – se ho capito bene – di una frana.

Continuando con il sentiero, si arriva presto a San Giorgio: finalmente la prima casa!

A prima vista il villaggio San Giorgio potrebbe sembrare solo un piccolo insieme di case sparse in mezzo a un prato.

Mentre in realtà è, di fatto, un vero e proprio paese con il suo «centro» (più densamente edificato), periferia (meno densamente edificata), alcuni servizi, uno spazio culturale e una chiesa.

La parte più edificata di San Giorgio si trova a tre lati della chiesa.

La piccola chiesa del villaggio – se ho capito bene, dedicata, appunto, a San Giorgio – era in origine un esempio dello stile romanico (dunque dell’XI o del XII secolo), ma è stata interamente rifatta nel 1780 e decorata nel 1852. Il campanile è stato aggiunto ancora più tardi: nel 1880.

Uno dei dettagli più simpatici degli esterni della chiesa è questo tavolo di pietra con due piccole panchine. In un primo momento avevo addirittura pensato che la porta accanto alla quale sono collocati sia l’ingresso della (ex) residenza del prete annessa alla chiesa, ma poi ero accorto che mancano la finestra e la canna fumaria.

Più in generale, sul territorio di San Giorgio sono presenti più panchine, spesso con i tavoli, ma non sempre si capisce se siano pubbliche o appartenenti alle case vicine.

Mentre la chiesa di cui sopra non è l’unico edificio religioso del villaggio: c’è anche questo sacello:

Oltre ai luoghi religiosi, a San Giorgio c’è, per fortuna, anche un luogo di cultura: un museo che espone gli strumenti di lavoro utilizzati anni o secoli fa dagli addetti di cava e agricoltori locali. Il nome ufficiale (?) del museo è, come sostengono la Wikipedia e il Facebook, «I Noss Regòord».

Al museo non ci sono delle opere d’arte, ma un qualsiasi paesaggio di San Giorgio è già, in un certo senso, una opera d’arte.

Sempre pittoresche sono anche diverse case singole.

Di alto livello estetico sono pure molti piccoli dettagli: tra quelli che non vi ho ancora mostrato posso nominare, per esempio, i vasi per fiori da esterno.

Il monumento ai tre alpini originari di San Giorgio dispersi in Russia (tutti nel 1943) è realizzato – per me a sorpresa – nella forma di un sacello. Ma posso presumere che fino al 1993 di tutto il monumento fosse esistita solo la targa.

Secondo i dati ufficiali, attualmente a San Giorgio non ci sono dei residenti (gli unici 15 residenti di tutta la valle vivono nel villaggio Codera): questo significa che tutte le case che abbiamo visto – tutte in buone, spesso anche ottime condizioni – vengono utilizzate dai proprietari esclusivamente per le vacanze (e ci potrebbe essere qualcuno che si rifugia in questo lugo bellissimo per i periodi di smart-working, dato che almeno sul telefono l’internet funziona benissimo). E, in effetti, ho visto e sentito delle persone che facevano qualcosa nelle case con le porte e/o finestre aperte o negli orti… Ma siamo in Italia, quindi nemmeno in un villaggio del genere poteva mancare un bar. Si chiama «Chiosco la Posula»; se ho capito bene, è possibile trovare gelato, bibite e caffè espresso (a forse anche alcune altre cose). Non so quanto spesso ci vadano i proprietari delle case in zona, mentre per qualcuno dei turisti potrebbe essere un servizio utile.

Un «servizio» che, purtroppo, potrebbe rivelarsi utile a molte più persone è il defibrillatore (istallato nell’agosto del 2022).

Un servizio utilissimo a chi ha una casa a San Giorgio è la «stazione» di uno dei rami del sistema di trasporto a fune che collega i vari villaggi della valle a Novate Mezzola (il paese in pianura dove si arriva in macchina o in treno e da dove si parte a piedi verso il villaggio San Giorgio e tutta la Val Codera in generale). Dato che tutti i villaggi – San Giorgio compreso – della valle possono essere raggiunti solo a piedi (lungo il sentiero di montagna, per arrivare a San Giorgio ci vuole più di un’ora) o in elicottero (per San Giorgio si pagano 40 euro a persona o 160 euro per una rete di materiali fino a 900 kg), un servizio economico e fisicamente non impegnativo per il trasporto di carichi pesanti o voluminosi ci voleva proprio. Immaginate di voler passare anche solo una settimana nella vostra casetta di montagna, ma di dover portare con i zaini o borse tutto quello che vi serve per la vita quotidiana: vestiti, cibo e il materiale che manca per la manutenzione della casa. Allo stesso tempo, mi sembra un po’ difficile e rischioso far salire o scendere clandestinamente con questo mezzo una persona pigra ma furba.

L’elicottero utilizzato per gli spostamenti verso / da la valle non sembra grandissimo. Però ero riuscito a vederlo solo in volo e un po’ da lontano: aveva fatto tre o quattro viaggi di andata e ritorno di fila mentre io stavo percorrendo il sentiero (cercate il velivolo nero sulla foto ahahaha).

E, infatti, è arrivato il momento di riprendere il sentiero: perché di San Giorgio vi ho già fatto vedere le cose fondamentali.

È possibile tornare a Novate Mezzola in tre modi: rifacendo il sentiero utilizzato per la salita verso San Giorgio, proseguendo il cammino lungo il sentiero per altri villaggi (e fare, dunque, un percorso a cerchio lungo ma bellissimo) oppure fare il sentiero del Tracciolino (è un altro grande e bello argomento). Ognuna delle tre scelte permetterà di vedere tanti bei paesaggi.

Ma ricordatevi che le condizioni di ogni sentiero di montagna possono temporaneamente cambiare: solitamente a causa dei vari fenomeni meteorologici particolari e fino al prossimo intervento di manutenzione.

Posso testimoniare, comunque, che i sentieri della Val Codera sono mantenuti bene, dunque nelle giornate caratterizzate dal bel tempo potete andarci con la massima serenità (ma anche con le scarpe adeguate ahahaha).
A questo punto concludo il mio racconto per non sovraccaricarlo con degli argomenti collaterali e, dunque, per non farvi annoiare troppo.
Alla prossima!