Guardando la mappa e/o le immagini su Google, una persona media potrebbe presumere – abbastanza logicamente – che l’attrazione turistica principale di Pontevico (in provincia di Brescia) sia il grande castello, costruito nel XI secolo sulla riva del fiume Oglio.
Il castello è realmente grande, ma è stato «restaurato» in un modo che lo fa sembrare una enorme contraffazione architettonica moderna. Dal punto di vista estetico non sarei mai riuscito a classificarlo come una fortificazione antica.
Naturalmente, ero curioso di vedere in quali condizioni si trovassero gli interni del castello, ma ci avevo ripensato in un attimo appena arrivato al cancello… Chissà perché…
I personaggi particolari non mi mancano nella vita quotidiana, quindi preferisco andare alla ricerca delle curiosità e delle cose insolite in qualche posto un po’ meno estremo. Per esempio, il Municipio… Per un comune di poco più di sette mila abitanti potrebbe sembrare troppo grande, ma almeno non è brutto.
La piazza più grande di Pontevico non è brutta, ma è di fatto trasformata in un grosso parcheggio: improvvisamente mi ero accorto di essere ormai totalmente disabituato a vedere delle scene del genere. In una grande città questo spazio sarebbe stato trasformato – già anni fa – in un parco o qualche altro tipo d’area di svago. Ma la vita reale è spesso più complessa delle fantasie radiose degli ambientalisti: chi vive e/o lavora in un centro abitato piccolo non può ancora fare a meno di una macchina personale. E la macchina va parcheggiata da qualche parte. Spero che non lo dimentichino nemmeno gli amministratori delle grandi città che attirano le persone da fuori.
La chiesa parrocchiale dei Santi Tommaso e Andrea è stata completata, nella sua versione attuale, alla fine del XIX secolo, ma può in realtà essere considerata del XX secolo: nel 1959, infatti, è stata gravemente danneggiata da un forte incendio e poi restaurata. Non so perché a quel punto i suoi gestori e i clienti non avessero avuto dei legittimi dubbi circa la piacevolezza del luogo al loro Capo immaginario. In effetti, nessuna delle numerose chiese costruite in quella posizione nelle varie epoche durò tanto: nella maggior parte dei casi a causa dei litigi tra le autorità ecclesiastiche, in un altro caso per un altro incendio… L’attuale versione della chiesa, comunque, non mi è sembrata particolarmente interessante.
Volevo lamentarmi, per l’ennesima volta, del fatto che la chiesa principale del centro abitato sia difficile da inquadrare per intera a causa della vicinanza estrema di altri palazzi, ma proprio a Pontevico, vicino alla suddetta chiesa parrocchiale, ho visto un caso realmente estremo:
In una posizione infinitamente più vantaggiosa si trova invece la periferica chiesa di San Fermo. È curiosa anche la sua storia: si tratta di una semplice edicola (dedicata alla Beata Vergine dello Strone) del XVI secolo che alla fine del XVII secolo è stata ampliata fino a farla diventare una chiesa, seppure piccola. Gli interni sono molto semplici – quasi minimalisti – ma piacevoli.
Spesso è altrettanto interessante scoprire con quale ambiente circostante coesistono gli edifici religiosi. Per esempio: vediamo l’ingresso di un cinema locale che si trova accanto a una chiesa e un oratorio. Spero che il funzionario religioso del posto abbia un buon senso dell’humor.
Le opere edilizie religiose diverse dalle chiese di Pontevico non sempre possono essere definite belle, ma almeno non sono catastroficamente banali.
In una delle vie secondarie del centro di Pontevico – oppure non era più il centro? nei paesi così piccoli è spesso difficile classificare la zona in cui ci si trova – avevo per caso notato un cartello artigianale che indicava la via verso il «presepio del borgo». Nella speranza di fare una interessante scoperta etnografica avevo deciso di seguire l’indicazione e dopo poche decine di metri mi ero ritrovato davanti a un chiosco apparentemente semplice. Al suo interno, però, c’era una alta quantità di figure fiabesche meccanizzate abbastanza curiose…
La mia preferita è quella del fabbro. Avevo anche tentato di filmarla, ma con le braccia tese e le mani un po’ gelate non è stata una missione di successo…
Di fronte al presepio si trovava la postazione per i selfie da pubblicare su Instagram taggando «presepioborgo». Il custode della postazione mi era però sembrato leggermente esaurito, quindi avevo preferito non disturbarlo.
Un altro presepe di Pontevico è stato scoperto all’ingresso di un edificio apparentemente religioso… Ma in realtà è un vecchio mulino ad acqua per cereali che è stato attivo per secoli fino al 1961. A partire dal 1883 nello stesso stabile era attiva anche una fucina che produceva dei piccoli attrezzi di vario genere per i privati (utilizzando l’acciaio proveniente delle rotaie dei treni dismesse). A partire dal 6 aprile 2008 l’edificio – con tutte le attrezzature d’epoca utilizzate dalle suddette attività – è un museo attivo (nel senso che permette di provare in prima persona i relativi mestieri). Il museo è privato (appartiene a una famiglia) ed è aperto due volte a settimana: mercoledì e sabato, sempre dalle 8:00 alle 12:00. Per una persona non del posto gli orari non sono comodissimi, mentre l’idea del museo è buona: spero che un giorno il posto diventi più accessibile (anche per me, ahahaha).
Tra le attrazioni meno pratiche e più artistiche di Pontevico possiamo ricordare i monumenti… per esempio, quello ai «gloriosi caduti» nella Prima guerra mondiale: in realtà impressiona più per le sue dimensioni che per le qualità artistiche.
Il suddetto monumento è però circondato da pietre di varie dimensioni dedicate ai caduti in altre situazioni tragiche del passato. Sarà anche giusto tutelare la memoria di quelle persone, ma il metodo adottato a Pontevico è prima di tutto un ottimo monumento alla pigrizia: ogni volta che ti serve una opera scultorea, prendi un sasso, ci metti sopra una targa e risparmi le forze che avresti speso nelle trattative con uno scultore. Notate che ho evitato di commentare le spese di altre risorse!
Ma allo stesso tempo devo riconoscere che Pontevico è la prima località italiana in cui ho notato un monumento dell’AVIS dedicato ai suoi volontari. È bello anche per l’acqua che scorre…
Per quanto riguarda l’architettura civile di Pontevico, posso constatare che nel piccolo centro del paese si vedono alcuni esempi simpatici. Non mi è sembrato di avere visto dei capolavori, ma l’impressione generale è comunque positiva.
Anche in periferia si vedono degli edifici privati non banali e sicuramente non brutti.
Anche l’architettura moderna provinciale è in grado di sorprendere.
E poi, alcune case private di Pontevico sono colorate come se si trovassero in una località vacanziera al mare (non so perché nella mia mente sia nata questa associazione: potrebbe essere infondata).
Ma alcuni proprietari con il gusto estetico indebolito esagerano un po’ con i decori.
Mentre gli idraulici municipali esagerano con i tombini che nascondono i contatori dell’acqua potabile.
Come nel vicino paese Robecco d’Oglio, pure a Pontevico sono installati numerosi cartelli che indicano le varie piste ciclabili della zona. È molto positivo scoprire che queste ultime non siano solo di importanza puramente locale.
Una di quelle piste non solo va nella direzione del paese vicino appena menzionato, ma passa anche davanti alla stazione ferroviaria che serve entrambi i centri abitati. Da Pontevico, in particolare, la stazione si raggiunge in poco più di dieci minuti di camminata con un passo molto tranquillo.
Per un certo tratto la suddetta ciclabile corre di fianco al fiume Oglio. Ne approfitto per fare una precisazione banale: il nome Pontevico non deriva dalla parola ponte, ma da nome di una strada romana che collegava un porto sul fiume Po a Brescia e passava per il paese… Boh, io non sono in grado di commentare tale concetto linguistico.
Bene, questo è tutto. Direi che mi aspettavo un po’ di più da questo posto…
Anche se, come avete visto, tra i residenti c’è chi si impegna a rendere Pontevico un posto un po’ meno brutto.