Pavia, 1 agosto 2015

Durante il mio viaggio verso (e poi da) Mede avevo avuto l’occasione di rivisitare, seppur di passaggio, anche Pavia. La mia visita precedente era andata male a causa della pioggia, quindi questa volta ho sfruttato l’occasione di accertarmi che la città merita un altro viaggio dedicato solo ad essa.
Ebbene, Pavia è sempre una bella città.

È una città il cui centro storico curato suggerisce che ci troviamo in una tranquilla e benestante provincia lombarda.

Ma è pure una città nella quale non sanno apprezzare e valorizzare la bellezza delle vecchie aree industriali. Queste ultime, di conseguenza, vengono lasciate morire di una morte inutile.

Pavia è pure una città nella quale i lavori di restauro vengono spesso eseguiti in una maniera piuttosto curiosa.

Ma alcuni piccoli antichi dettagli possono ancora essere studiati da vicino (per fortuna).

A Pavia, nel centro storico, si usano ancora i vecchi cartelli «panciuti» in metallo e con la smaltatura e le scritte in due colori.

Le nuove rastrelliere per le biciclette private proteggono bene i mezzi che vi sono legati e sono di un bel colore vivace.

Ma l’istituzione più famosa di Pavia resta la sua università. E infatti, tanti elementi di arredo urbano mostrano quanto siano importanti gli studenti per il benessere della città.

Io non sono più uno studente, ma mi sa che a Pavia ci torno ancora (per fare un reportage serio).

I commenti sono chiusi.