Parma, 28 luglio 2018

Pianificando il mio viaggio a Parma, mi stavo preparando a trovare una classica bella città italiana. Nonostante le dimensioni geografiche e una certa importanza economica/culturale di Parma, ho però trovato una città che fa l’impressione di un grosso paese di provincia. Però un paese bello.

La visita del Duomo locale è fortemente consigliata a tutti. Oltre a contemplare gli interni incredibilmente belli, potrete divertirvi a osservare il comportamento dei custodi che vigilano attentamente sulla non-applicazione del divieto di fotografare gli interni. Quindi la città guadagna un altro punto: le regole assurde esistono ormai solo sulla carta.

Non so dirvi alcunché sul Battistero (oltre alla semplice constatazione del fatto che è ancora in piedi). Purtroppo, lo avevo trovato chiuso.

Proprio a Parma ho iniziato a pensare di avere individuato una tradizione architettonica emiliana: quella di non intonacare le facciate dei palazzi in mattoni (ricordiamo, per esempio, Piacenza).

La tradizione cittadina, invece, consiste nell’utilizzo delle vecchie rovine per la costruzione dei palazzi più moderni.

Ma non mancano nemmeno le bellezze classiche e, in alcuni casi, più utili. Sulla facciata del «Palazzo del Governatore» (oggi è uno spazio di esposizione) sono presenti ben tre meridiane (oppure 1 + ½ + ½ ?).

Il saggio consiglio di un architetto parmense: se non sei sicuro di poter fare un restauro di qualità, fai quello assurdo: la gente penserà che sia stato uno scherzo intenzionato.

Gli esploratori attenti possono notare delle tapparelle molto curiose su alcuni palazzi di Parma.

Alcuni monumenti sono ben protetti, ma non so se dai furti o dalle cadute.

I miei lettori fedeli si ricorderanno che io non mi informo mai in anticipo sulle città che vado a visitare per la prima volta: voglio farmi una mia impressione del luogo e non seguire quella altrui. Una delle conseguenze di tale comportamento è stata la scoperta della esistenza della Certosa di Parma solo grazie a un cartello stradale (il romanzo di Stendhal mi è venuto in mente solo in seguito). Il cammino lungo una strada in condizioni disastrose verso la Certosa è stato però inutile: al suo interno ora si trova la scuola di formazione di polizia penitenziaria. Non sono riuscito a capire se e come si possa entrare da turista e non da materiale didattico.

Quindi torniamo in città per vedere qualcosa di più allegro. I parchi di Parma, per esempio, sono belli, grandi e numerosi.

Ma, allo stesso tempo, sono rovinati da alcune oscenità burocratiche gratuite. Sì, da buon barbaro avevo oltrepassato anche questo limite, ma la mia percezione della sicurezza era rimasta immutata. Anzi, la pubblicazione del presente racconto è la conferma del fatto che non ero stato rapito dalle sirene, mangiato dai piragna, fulminato per colpa dei cavi scoperti nell’acqua, rapinato dalle anatre o aggredito dai fantasmi.

Un’altra stranezza negativa di alcuni parchi parmensi è la eccessiva regolarità nel piantare gli alberi. Questa sembra più una piantagione della futura legna per l’edilizia che un parco:

È il letto del torrente Parma a sembrare un vero parco in fase di allestimento. Dalla quantità degli alberi e dei cespugli potrei dedurre però che il torrente si è trasformato in un ruscello già molto tempo fa.

A proposito dell’acqua: l’unico antico pozzo comunale ancora in piedi non è funzionante perché privo della leva per il pompaggio. La storia materiale della città andrebbe tutelata un po’ meglio!

In compenso, per le vie di Parma si incontra una grandissima varietà di chioschi belli (o almeno non orrendi).

Questo chiosco automatico per la raccolta delle bottiglie in PET (diversi dalla plastica «normale»!) mi ha quasi fatto sentire a casa. A differenza dei «colleghi» moscoviti, però, paga per le bottiglie consegnate non in contanti ma in crediti spendibili nei negozi aderenti al programma. È comunque un sistema valido.

Avete già visto spuntare un pezzo del bike-sharing locale. Ebbene, le biciclette sono molto semplici.

Il parcheggio per le bici private esteticamente più bello (ma comunque poco sicuro) si trova in centro.

Sono rimasto un po’ sorpreso per la non-uniformità dell’aspetto estetico dei mezzi pubblici locali. E mi è sembrato di osservare che gli autobus appartenenti a ognuna delle linee sono dipinti con i colori assegnati a tale linea (come i treni della metro milanese). Qualora la mia osservazione corrispondesse alla realtà dei fatti, dovremmo constatare la comodità del sistema (è impossibile sbagliare l’autobus) ed esprimere alcuni dubbi sulla sua efficienza economica.

Alle fermate del centro al passeggero non è offerta alcuna protezione dal sole, vento e pioggia. Pure i pali non mi sembrano particolarmente visibili (ma non brutti!).

In giro per tutta la città ho notato una certa varietà di panchine originali. Positivo!

Le mie preferite, però, sono quelle delle fermate dell’autobus non centrali: originali e comode.

Una sorgente naturale del Wi-Fi! [gli utenti dell’eduroam capiranno] Controlliamo la posta.

Un’altra particolarità del centro storico di Parma: le targhe con i nomi delle vie sono spesso gigantesche (rispetto alla media italiana). Si tratterebbe di un favore alle persone con la vista debole?

Lo humor studentesco sui cartelli:

La maggioranza dei cestini grandi di Parma ha i fori sbarrati in un modo un po’ grossolano (una misura contro i rifiuti voluminosi), ma in compenso ha i posacenere.

I cestini piccoli e medi hanno poco di originale.

Alcuni semafori per i pedoni hanno la sezione del count-down, la quale però funziona solo per il rosso.

I parcheggi a pagamento facilmente accessibili:

Su uno dei cartelli stradali il giardino è raffigurato nella sua versione mutilata da un incendio.

Finalmente ho visto dal vivo uno di questi famosi cartelli. Riconosco la bellezza della idea, ma spero che la sua realizzazione non si diffonda troppo: almeno perché i cartelli devono rimanere dei messaggi grafici di facile/veloce lettura.

Anche a Parma è stata trovata una alternativa ai soliti ombrelli appesi!

E se continuiamo a guardare in alto, scopriamo che i sostegni d’epoca reggono ora i lampioni moderni. Non è una combinazione tanto bella.

Il fumo e le perdite finanziarie posso fare male alla salute, quindi non iniziate!

E ora che abbiamo visto tutto, possiamo anche partire dalla bellissima stazione di Parma.