Oggiono, 27 dicembre 2019

Attuando il mio piano di dedicare i viaggi di dicembre alle camminate serene, ho deciso un giorno di andare a vedere Oggiono (in provincia di Lecco). Non è proprio un paese montano – nonostante la vicinanza ben visibile delle montagne – ma anche la presenza delle colline andava benissimo.

In generale, dal punto di vista architettonico è un semplicissimo paese di provincia: palazzine di pochi piani prive di elementi caratteristici particolari e che variano tra lo stile contadino «povero» e quello moderatamente benestante.

Ma, come spesso succede in Italia, la scarsità di bellezza civile viene rimediata con la bellezza e la quantità delle chiese. La bellezza di alcune, o almeno la loro originalità, si nota subito…

… mentre alcune altre vanno studiate attentamente con lo scopo di trovare dei dettagli particolari.

La tematica religiosa non garantisce comunque la qualità della architettura. Il trash chiamato «Grotta della Madonna» ne è una ennesima dimostrazione.

La statua dorata di Cristo Re, almeno, non si trova in un posto pubblico, ma nel cortile di una casa parrocchiale.

Nonostante la religione sia ampiamente rappresentata nella architettura locale (e quindi ben radicata nella mentalità collettiva), si è comunque deciso di ricordare ai cittadini – con l’aiuto dei cartelli stradali – la professione del papa Giovanni XXIII.

Bisogna precisare, a questo punto, che i nomi delle vie di Oggiono molto spesso indicano la direzione alla quale portano, invece di corrispondere al nome di un personaggio storico o di un luogo geografico. Non so quanto sia diffuso in Italia tale modo di chiamare le vie, io in queste proporzioni l’ho notato per la prima volta.

Ma capitano anche le vie intitolate agli eventi storici poco ovvi o le personalità di importanza locale.

Alcuni cartelli del centro storico sono accompagnati con dei rettangoli marroni, il cui aspetto mi fa pensare ai nomi storici dei toponimi (quelli che normalmente vengono preceduti dalla parola già). Ma non so se ho indovinato il principio.

Non c’è alcunché di anomalo nell’utilizzo da parte della edilizia locale dei materiali rocciosi naturali al posto dei mattoni: in montagna è un modo di fare diffusissimo.

A sorprendere è, a volte, l’impiego del legno laddove siamo abituati a vedere il metallo (il quale si addice maggiormente alla funzione di una grata).

Intanto, appena fuori dal centro abitato inizia un ambiente rurale rasserenante.

Il lavatoio antico è costruito direttamente sopra un ruscello: è una rara manifestazione di efficienza. Il resto del ruscello, nelle immediate vicinanze, è ormai intubato.

Sul territorio comunale ho trovato poi un altro lavatoio, più moderno, la cui unica caratteristica interessante è la mancanza della tradizionale divisione in sezioni.

La breve escursione fuori dal centro abitato ha portato a poche scoperte interessanti, tra le quali spunta l’incontro con un panda che ha deciso di mettere le radici in Italia.

Quindi torniamo nel paese. Gli addobbi natalizi comunali sono molto semplici e poco vari. Ma forse sono meglio delle analoghe installazioni avvistate a Teglio.

Le poche aiuole incontrate in giro sono recintate in un modo poco italiano, mi è sembrato quasi più uno stile moscovita.

La maggioranza dei cestini non ha alcunché di particolare tranne la positivissima presenza dei posacenere.

Solo un cestino di Oggiono è realmente originale e unico nel suo genere. Entra meritatamente a far parte della mia collezione.

Anche il monumento al caffè corretto con il vino potrebbe finire in una importante collezione (qualcuno ha altre idee sul motivo per il quale quei due contenitori sono stati accoppiati in un’unica installazione?).

Ed ecco che abbiamo visto tutte le cose più interessanti di Oggiono accessibili a un turista occasionale comune. Possiamo partire con serenità.

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