Mi sono reso conto che mi è difficile scrivere un reportage fotografico di una città come Milano. In parte perché sono troppo abituato ad essa (e quindi non noto più tante cose), e in parte perché quando ci sono non ho ne tempo ne voglia di girarla con una macchina fotografica in mano. Ma un giorno gli amici russi mi hanno chiesto delle sue foto (come se non bastassero quei cento milioni di foto disponibili in internet), ed io ho provato a fare un reportage.
Tutti sanno che aspetto ha il Duomo di Milano, costruito in appena cinque secoli.
Penso che sappiate anche che aspetto ha visto da dietro.
È noto che una volta al posto della piazza del Duomo c’erano i giardini. Ma Mussolini che ci teneva tanto alla libertà di riunione ha fatto piastrellare tutto: in questo modo la gente poteva riunirsi per ascoltare i suoi discorsi. Ora ci sono i ragazzini a guardare un balcone (quello dalla parte opposta della piazza), ma per un motivo forse ancora più stupido: lì si affacciano gli ospiti di MTV Italia.
Quell’arco è l’ingresso nella Galleria Vittorio Emanuele II: dentro ci sono un po’ di negozi vari, alcuni di lusso.
Attraversando la Galleria arriviamo in piazza della Scala. Tutti sanno riconoscere il famoso teatro, vero?
La statua di Leonardo da Vinci rivolge lo sguardo verso La Scala.
Dietro (e di fronte al teatro) c’è il Comune di Milano.
L’ingresso è custodito da ben uno poliziotto.
Come in tante altre città italiane, anche a Milano la polizia è affiancata dall’esercito nel suo difficile e pericoloso lavoro. I militari girano con i Defender come questo:
Mentre stavo fotografando il Land Rover di cui sopra, un militare mi ha guardato male, ha impugnato il fucile e ha fatto qualche passo nella mia direzione. Ma io mi sono finto un turista distratto e mi sono allontanato come se niente fosse.
No, prima del Defender ho fotografato anche il camioncino degli spazzini che viene utilizzato per la raccolta dei sacchetti pieni dai cestini. Trovo interessante il fatto che hanno il volante a destra: anche le macchine dei postini dovrebbero essere fatte in questo modo. È una questione di comodità.
Gli spazzini non motorizzati girano con le carriole come queste:
Ed è bello che almeno in centro non devono preoccuparsi della sicurezza dei ciclisti: i buchi per l’acqua piovana non saranno mai paralleli alla direzione del traffico.
Visto che ho nominato i ciclisti, vi faccio vedere anche il sistema di bike sharing. È a pagamento e dotato del controllo elettronico del tempo d’utilizzo. Il grande difetto sta nel fatto che le bici non possono essere prelevate di notte, cioè quando nemmeno i mezzi pubblici sono disponibili.
Le bici hanno un aspetto che io trovo un po’ strano…
Per non farvi annoiare troppo riprendo a mostrare le bellezze tradizionali della città. In piazza San Babila c’è una chiesa del IX secolo, modificata più volte.
In questo cortile si riunivano i capitalisti medioevali.
In uno dei palazzi è stata organizzata la mostra degli scatti fotografici di Kubrick. Non mi sono pentito di essere entrato a vederli.
Sull’altro lato della strada ho trovato (e apprezzato) un venditore di vinili.
Il bellissimo ingresso di un albergo è difficile da notare, ma è assolutamente da vedere. Per qualche inspiegabile motivo mi ha ricordato la metropolitana parigina.
La sede dell’ufficio postale centrale cerca di dare una impressione positiva, attraverso il proprio aspetto, di tutta l’azienda.
Il castello sforzesco milanese è il fratello del cremlino (che significa sempre castello) moscovita: sono stati costruiti dallo stesso architetto, Benedetto Ferrini (spero che le mie fonti non mentano sul nome).
Non penso che vi interessino gli alberi davanti al castello e il parco che c’è dietro.
All’interno del castello c’è una noia paragonabile a una bottiglia di vodka analcolica.
Quindi sono andato a prendere la metropolitana. La seconda delle tre linee, quella «verde», è interessante per la presenza dei vecchi televisori all’inizio di ogni banchina: i macchinisti li usano per controllare la discesa e la salita dei passeggeri.
Con la metropolitana sono andato verso i navigli. Lo scopo era quello di fare qualche bella foto per gli amatissimi lettori. L’inizio ha fatto ben sperare.
Il sistema dei navigli milanesi era stato costruito per il trasporto dei materiali necessari per la costruzione del Duomo. Oggigiorno questo sistema esiste solo in parte.
Laddove ci sono ancora i navigli spesso si vedono delle vecchie chiatte trasformate in bar e ristoranti. Di fianco passano (a volte a fatica) le barche con i turisti.
Ovviamente non ci può essere alcun paragone con Venezia. Solo la purezza dell’acqua potrebbe essere considerata di livello simile: purtroppo non è un complimento.
A questo punto mi sono stancato di andare in cerca di bellezze poco note e ho deciso di tornare a casa.
Forse è meglio che dedico i prossimi reportage milanesi a degli argomenti specifici: saranno molto più informativi di quello che avete appena letto e visto.