Lodi Vecchio, 27 luglio 2019

Qualcuno può immaginarlo, ma non tutti sanno che Lodi Vecchio porta tale nome perché è la sede vecchia della città di Lodi. Distrutta più volte dai milanesi durante le guerre, nel 1158 la città fu trasferita da Federico Barbarossa in un posto più sicuro (strategicamente sempre importante, ma più facilmente difendibile). Nella località abbandonata, però, qualche abitante amante del rischio ci rimase. Nel corso dei secoli le guerre locali progressivamente cessarono e Lodi Vecchio – pur essendo stata utilizzata come fonte di materiali edili per la città nuova – sopravvisse, senza però mai diventare abbastanza grande per chiamarsi città.
In periferia e in centro sembra sempre solo un grosso paese.

Oltre alla entità della superficie urbanizzata e la edilizia tipica, l’alto grado di provincialità si riconosce anche dalla organizzazione degli spazi pubblici. Perché nelle località provinciali amano così tanto ampi spazi piastrellati con meno verde possibile? Comprendiamo quanto è strano ricordandoci che nelle grandi città – più lontane dalla natura – si osserva da molti anni la tendenza opposta. Boh…

Alla stessa piazza del Municipio si affaccia anche la chiesa principale del paese. Pur essendo antica, ha ben poco di interessante.

Anzi, l’unico dettaglio veramente interessante è di natura tecnica: l’orologio del campanile è illuminato con una semplice lampadina a basso consumo.

La chiesa locale decisamente più interessante (e forse vista da molti miei lettori dalla autostrada A1) è la basilica S. Bassiano. Si trova a poche decine di metri dal centro abitato, ma la strada verso essa non è così evidente. Non arrendetevi e cercatela: resterete soddisfatti.

Per qualche strano effetto ottico, la basilica da vicino sembra più piccola di quanto si aspetta guardandola da lontano. Gli interni sono semplici ma belli, decorati con gli affreschi della prima metà del XIV secolo e alcuni bassorilievi dei secoli precedenti. Non ho scattato delle foto solo perché al momento del mio arrivo stava per iniziare la messa.

La grande particolarità del paese consiste nel suo conflitto ideologico interno. Da una parte, Lodi Vecchio è soprannominata «Stalingrado lodigiana» perché a partire dal 1945 è sempre stata governata dalle amministrazioni di sinistra o centro-sinistra. Dall’altra parte, il paese è pieno di simbologia religiosa. I comunisti di una volta non avrebbero approvato.

L’edificio civile più bello di Lodi Vecchio è il settecentesco palazzo Rho, che sembra però essere abbandonato da anni (non so per quale motivo la Wikipedia sostenga l’opposto). In una località più grande non lo avrebbero lasciato morire così.

A Lodi Vecchio è presente pure una piccola dose di antichità, ma ridotta infinitamente peggio del palazzo di cui sopra. In una area di poche decine di metri quadri possiamo vedere le fondamenta di un edificio pubblico dell’età romana, di una basilica romana e dell’antica cattedrale costruita nel IV secolo e demolita alla fine del XIX secolo. In sostanza, si tratta di edifici costruiti uno sopra i resti dell’altro nelle varie epoche storiche. Non posso dire alcunché del museo archeologico locale.

Alcuni degli edifici settecenteschi sopravvissuti fino ai giorni nostri sono attualmente in disuso. Ma pare che siano stati utilizzati, almeno per un periodo, dagli agricoltori e allevatori locali.

Alcuni altri edifici della stessa epoca sono invece ancora utilizzati da quei imprenditori. È curioso vedere una cosa del genere a pochi passi dal centro.

In realtà, la periferia di Lodi Vecchio non è assolutamente uniforme. In parte, come abbiamo appena visto, è agricola. In un’altra parte è caratterizzata da grandi ville private…

… che a volte mostrano delle trovate architettoniche originali.

E poi c’è la periferia con delle palazzine anonime, stilisticamente deprimenti e simili a tutte le periferie delle città italiane.

A Lodi Vecchio c’è più di un parco, ma tutti quelli che ho visto sono fatti allo stesso modo: un prato con qualche albero piantato qua e là. Il termine parco è applicabile solamente grazie ai rispettivi cartelli posti dal Comune.

Non tutte le panchine locali possono essere definite originali.

Non lo sono nemmeno i cestini. La loro unica particolarità sono le dimensioni molto ridotte.

Gli oggetti dell’arredo urbano che dovrebbero essere invidiati e imitati da quasi tutte le città italiane sono i posacenere appesi con una certa frequenza lungo le vie. Ma molte amministrazioni preferiscono che la gente butti per terra o incendi i cestini generici.

Per la raccolta differenziata dei rifiuti ai residenti delle case private sono stati forniti dal Comune i contenitori di qualità avanzata: hanno pure i catarifrangenti per proteggersi dalle auto (ma non so con quale successo).

Ho una idea su cosa fosse questa struttura, ma non ne ho avuto la conferma ufficiale. Se sto pensando bene, è una cosa bellissima, utile e moderna. Perché non l’ho mai vista a Milano?

Volevo scrivere che questa struttura, posizionata in periferia, sarebbe un rifugio per i gatti senzatetto… Ma poi mi sono ricordato che i gatti hanno una loro, diversa, concezione di casa.

Le due vie così non le ho mai viste né insieme, né singolarmente.

Sempre per la prima volta ho visto una indicazione simile dei numeri civici.

Anche a Lodi Vecchio sono popolari le cassette postali americane.

Ma sono presenti anche quelle di modelli rari. Essendo quasi piatte, dovrebbero essere poco comode.

Ed ecco che, improvvisamente, mi sono accorto di avervi mostrato tutte le cose interessanti di Lodi Vecchio. Ci torno solo se qualche residente-patriota mi comunica di qualche aspetto realmente interessante che non ho visto per sbaglio.