Desenzano del Garda, 14 gennaio 2012

La visita a Desenzano del Garda nella seconda metà di dicembre è stata uno dei miei più grandi fallimenti turistici. Avevo sbagliato a scegliere (a caso) una località sconosciuta e trovato il tempo sfavorevole per la fotografia. Ma dato che non so se e quando ci ritorno, ne scrivo comunque un piccolo reportage.

Il centro storico è bello e ha tanti elementi medioevali, ma tutta la città sembra finta un po’ come i centri turistici per i ricchi: troppo pulita e perfetta per essere viva. Di conseguenza, tutte le bellezze incontrate non trasmettono altro che noia. Secondo me anche Venezia tra qualche anno diventerà così.

Quindi l’unica bellezza veramente originale e meritevole di una citazione è il presepe costruito sulle barche.

Il porto è abbastanza grande e pieno di barche private. Purtroppo non sono riuscito a trovarne una più bella di questa. In secondo piano si vedono i grandi traghetti che collegano Desenzano con le altre località situate lungo le coste del lago di Garda.

Ma fotografare un lago con queste nuvole è quasi impossibile. I pochi scatti guardabili trasmettono una tristezza incredibile.

Quindi torniamo in città. Il castello del XII secolo è chiuso (presumibilmente per lavori), ma le sue mura sono piene di avvisi sul prezzo d’entrata pari a un euro.

In compenso in una delle vie adiacenti ho finalmente scoperto cosa sono le torce elettriche.

Essendo però fortemente interessato a vedere almeno una costruzione militare della zona sono salito in cima di una delle colline fuori città (pendenza della strada 45 gradi e più). Porco …, i castelli che circondano la città sono privati e quindi non accessibili in modo legale.

Nelle vicinanze del castello della foto sopra ho trovato una costruzione alta poco più di un metro di finalità inspiegabile. È un mini-pollaio o una mega-cuccia? (la collina era piena di cani e galline).

Torniamo ancora una volta in città. E notiamo che gli automobilisti locali sono capaci di interpretare tre cartelli e quattro scritte messi in fila.

Ai risedenti dei condomini, invece, piacciono i cartelli doppi:

Le rastrelliere per le bici sono praticamente uguali a quelle già viste a Brescia (Desenzano si trova in provincia di Brescia).

Le fermate dei bus urbani sono belle e di un aspetto mai visto prima.

Una residente del viale Ferruccio Lorenzini mi aveva espressamente chiesto di fotografare bene la fossa per l’acqua piovana, sulla quale i residenti hanno costruito dei piccoli ponti. Ma è poco probabile che l’assessore competente veda la foto e decida, finalmente, di fare qualcosa. Non sono ancora così famoso.

Il cestino e la panchina tipici di Desenzano:

Un altro cestino e un lampione molto diffusi:

In centro ci sono dei cestini grandissimi (circa 1,5 metri di altezza) ma senza i posacenere. Quindi attorno ad essi si vedono sempre tanti mozziconi.

A proposito dei rifiuti: anche a Desenzano c’è almeno un negozio automatico dei vari snack (come a VigevanoMortara). A questo punto comincio a chiedermi se sia un elemento obbligatorio delle piccole città italiane…

In alcune vie del centro ho trovato delle passatoie messe in mezzo alla carreggiata. Nelle passatoie sono ritagliati dei buchi per i tombini.

Il numero 17 capovolto simboleggia qualcosa o è solo un modo di allontanare la sfortuna dalla propria casa?

Boh… Un’altra cosa che non so è come raccontarvi in una foto il fatto che Desenzano è la città natale della ex ministra Mariastella Gelmini…

È che le cose più interessanti di Desenzano le ho già mostrate. Resta solo la bella stazione ferroviaria che per colpa dell’ennesimo dislivello ha tre piani da una parte e due da quella opposta (cioè quella dei binari).

Avrete notato l’auto della polizia. È arrivata di fretta perché, secondo una voce, «c’era un cavallo sui binari». Quindi mi ero già mentalmente preparato a un ritardo gigantesco del mio treno per Milano, ma alla fine è andato tutto bene.

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