Dervio, 17 agosto 2022

Purtroppo, la mia visita a Dervio del 17 agosto 2022 è stata poco fortunata: un po’ come quella a Varenna dell’agosto precedente. Infatti, il paese è stato la tappa finale programmata di una lunga camminata in montagna e pure questa volta sono arrivato al centro abitato non proprio con il massimo delle forze fisiche. Però si vede che sono un po’ più allenato di prima: dal punto di vista quantitativo, sono riuscito a vedere un po’ più cose…
Il centro storico di Dervio non ha dei palazzi civili particolarmente interessanti. Oppure non sono riuscito io a trovarli?

La chiesa prepositurale dei Santi Pietro e Paolo – costruita nel XIII secolo e modificata più volte nei secoli successivi – è interessante prevalentemente per un certo mix stilistico curioso, visibile sia dentro che fuori. Mi ha incuriosito anche perché al momento della mia visita c’era una signora che si stava esercitando all’organo: spesso ci riusciva relativamente bene.

La chiesa dei Santi Quirico e Giulitta fu per la prima volta citata in un documento scritto il 3 marzo 814. Mi è sembrata più interessante della precedente, ma, purtroppo, l’ho trovata chiusa.

La chiesa di Santa Cecilia – situata vicinissimo al lungolago del lago di Como – è quella più allegra del paese: vorrei vedere più chiese del genere in giro per il mondo!

Il lungolago a Dervio non ha altre attrazioni architettoniche interessanti. Infatti, una buona parte di esso è un parco-spiaggia abbastanza curato (anche se visibilmente sofferente della siccità del 2022), ma poco interessante.

Tra i dettagli del parco posso evidenziare solo la fontanella originale ma realizzata in un modo un po’ approssimativo rispetto alla idea evidentemente concepita dall’architetto…

Dal punto di vista artistico è molto più interessante il cartello che vieta dare da mangiare a cigni e anatre del lago. Stranamente, questo cartello in una certa misura ragionevole è stato avvistato solo in un punto del lungolago.

Dal punto di vista funzionale, invece, sono interessanti i grandi cestini fatti con le vecchie botti di metallo. Si vede che la zona è molto frequentata.

Il lungolago è spezzato in due parti dalla uscita dal cantiere navale locale della azienda «Navigazione Laghi» di Como (altri tre cantieri della azienda si trovano ad Ancona, Como e Peschiera del Garda). A eccezione dei rari momenti in cui deve uscire o entrare una nave, è possibile passare davanti alla uscita attraversando un piccolo (ma robusto e sicuro) ponte. E osservare, ovviamente, l’imbarcazione che viene costruita o riparata nel momento storico corrente.

L’attività svolta dal suddetto cantiere è, a quanto pare, molto importante per il paese almeno dal punto di vista storico: possiamo trovare una conferma a questa tesi anche nel fatto che sulle mura di una via vicino al lungolago sono esposti i disegni e le brevi descrizioni di numerosi tipi di barche.

La street art tradizionale è rappresentata, a Dervio, solo da questo murale realizzato nell’arco di una porta murata (non sono riuscito a capire cosa stia facendo il signore e, di conseguenza, cosa stia aspettando la ragazza).

In una aiuola del centro crescono i girasoli (anche se con i fiori un po’ piccoli rispetto alla media che ho avuto il modo di osservare nel corso della propria vita). Non so se la loro presenza sia solo una curiosa scelta estetica o anche quella pragmatica (ma il pragmatismo analogo di quasi cento anni fa non era finito tanto bene).

Il parcheggio pubblico per le biciclette elettriche private è realizzato in un modo banalissimo: una rastrelliera con le semplici prese elettriche! Se vi dovesse capitare di passare a Dervio, non dimenticatevi il caricatore del telefono.

L’unica stazione del bike-sharing che ho visto in tutto il paese si trova vicino alla stazione ferroviaria e fa l’impressione di una struttura abbandonata da molto tempo, forse da anni. Se fosse vero, non mi stupirei: un servizio del genere è economicamente sensato nelle città, mentre nei piccoli paesi la gente fa prima a spostarsi a piedi o a prendere la macchina qualora fosse necessario andare fuori dal territorio comunale.

A proposito dei mezzi di trasporto privati: anche a Dervio c’è chi parcheggia abusivamente sui prati.

Ed ecco che vi ho fatto vedere tutte le cose rilevanti avvistate a Dervio durante questa breve visita. Resta solo la stazione ferroviaria locale, realizzata in uno stile tipico della zona: nelle vicinanze del lago di Como ne ho già viste tante simili.

Per ora è tutto. Ma so di certo che tornerò a Dervio per vedere alcune strutture militari interessanti – di varie epoche – situate fuori dal centro abitato principale.
Stay tuned!

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