Chiasso, 4 agosto 2018

Come ben sanno i miei lettori, non è necessario essere ricchi per viaggiare. Chi non ha abbastanza denaro per un volo intercontinentale, può benissimo prendere il terno, l’autobus, la bicicletta, il motorino o la macchina e andare a vedere la città più vicina. Questo è uno dei concetti che volevo da sempre trasmettere con i miei racconti fotografici. Ed è il concetto che non si applica solamente allo Stato della propria residenza: per molte persone è altrettanto poco impegnativo viaggiare all’estero. Io, per esempio, un giorno avevo deciso di fare un viaggio low-cost in Svizzera.

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Chiasso, una città svizzera minuscola al confine con l’Italia, è probabilmente uno dei luoghi ideali per liberare la testa da alcuni stereotipi sulla Svizzera. Per esempio, molti viaggiatori poco esperti si aspetterebbero di trovare dei grossi quartieri finanziari…

Oppure degli edifici in stile «montanaro»…

Mentre in realtà anche una città svizzera – nel nostro caso Chiasso – è composta da una miscela di stili architettonici molto vari.

Non mancano edifici d’epoca che avremmo potuto incontrare senza difficoltà (e senza sorprenderci) in quasi tutte le città europee.

La chiesa più grande della città (San Vitale) – non sono sicuro di poterla definire Duomo – starebbe bene anche in molte località italiane.

Gli esemplari della architettura moderna sono semplici ma belli. Finalmente gli architetti si sono nuovamente ricordati che i palazzi con i cornicioni sono molto più belli delle semplici scatole di cemento parallelepipede.

È invece poco comprensibile (ma per questo ancora più interessante) il sistema svizzero di contare le stanze. Come può essere realizzato sulla pratica ½ di una stanza? Sarebbe quella senza due delle quattro pareti? Se sì, come faccio a capire che è una stanza (cioè ½)? Boh…

L’architettura degli anni ’70 è deprimente come in quasi tutto il mondo.

Ma in una buona parte dei casi i palazzi moderni si conciliano bene con quelli più antichi.

Olè, trovato un bellissimo esemplare degli anni ’20!

Un altro esempio interessante della architettura moderna è questo centro commerciale di quattro piani.

Ma, stranamente, l’unica attività funzionante al suo interno è lo studio di due parrucchiere. Tutto il resto, invece, si trova in stato di abbandono.

Non sono abbandonati i monumenti classici della città.

Ecco, proprio quel giorno, camminando sotto il sole battente di inizio agosto, mi ero chiesto sul perché nessuno artista abbia mai inventato un monumento ecologicamente utile. Un monumento fatto di pannelli solari. Pochi minuti dopo ne ho visto uno:

Questo, invece, potrebbe essere un parcheggio e non un monumento (fare un oggetto che sembra un altro oggetto che deve servire è il segno dell’impotenza del designer):

I parcheggi classici per le bici private non hanno alcunché di interessante (tranne l’assenza della vernice).

È originale invece il parcheggio vicino alla stazione ferroviaria.

Molti cartelli stradali hanno le cornici fatte con un tubo piegato e le immagini di bellezza rarissima (in Italia ho visto qualcosa del genere solo a Crema e a Gardone Riviera).

I percorsi pedonali per i turisti sono segnalati dalle frecce piccole ma ben visibili grazie al loro colore. A mancare sono le indicazioni sul come arrivare da una freccia all’altra (distanti centinaia di metri e disposte senza una logica evidente).

Le fermate degli autobus sono sicure (essendo rialzate) ma spesso non coperte. Mentre la loro vera grande particolarità è la presenza delle rivendite automatiche dei biglietti: agli utenti sono lasciate meno scuse per tentare di viaggiare gratis.

I parcometri sono molto compatti e accettano anche i pagamenti con i telefoni.

Per accedere al defibrillatore non è necessario spaccare un pannello di plastica, ma solo aprire la portiera. Non so se sia una scelta tecnica ottimale dal punto di vista psicologico.

Uno dei campi sportivi incontrati a Chiasso mi era sembrato, in un primo momento, adattabile anche al gioco di hockey.

Dietro al campo sportivo di cui sopra si trova una bellissima area giochi. Anche se fino a quel momento solo in Russia avevo visto questo tipo di utilizzo dei vecchi pneumatici.

La biblioteca cittadina è bella, frequentata e generosa: il suo Wi-Fi ad accesso libero funziona anche a distanza di una ventina di metri.

Accanto a molte edicole e fermate degli autobus si trovano gli stand dei giornali gratuiti.

I postini di Chiasso si spostano con dei tricicli che hanno tutti almeno un rimorchio.

Le cassette per la raccolta della posta possono essere di dimensioni diverse, ma la facciata è sempre ben riconoscibile.

Le cassette postali condominiali si trovano quasi sempre in bella vista fuori, anche sul lato della strada.

È facile incontrare i bellissimi numeri civici in ceramica.

Le strade sono molto pulite anche grazie all’impiego delle tecnologie di vario grado di sviluppo.

Ma anche perché non si ha paura di appendere dei posacenere nei luoghi pubblici.

I cassoni per la spazzatura sono molto vari, a volte anche molto primitivi.

Molti cestini funzionano anche da distributori dei sacchetti per la merda dei cani.

Il modello delle panchine più diffuso è abbastanza comodo.

Molto originali sono gli attacchi per gli idranti.

Altrettanto interessante è la grande varietà dei tombini.

Pure a Chiasso è diffusa la moda di utilizzare i vecchi bancali per la creazione dei mobili da bar (dovrebbero essere scomodi perché non lasciano spazio per le gambe). L’osservazione più importante da fare è l’assenza delle bustine dello zucchero sui tavoli: a differenza dell’Italia dove sono sempre presenti.

In tutta la città sono diffusi i bagni pubblici: gratuiti, puliti e in condizioni strutturali buone. Il solo fatto della loro esistenza è un grande segno di civiltà, perché consente alle persone di rimanere civili.

Concludo il mio racconto su Chiasso con una foto banalissima che non potevo non fare. Scusate, non ho resistito.

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