L’impressione che Brembio (in provincia di Lodi) sia un classico paesino di campagna si forma prima ancora che il visitatore faccia l’ingresso nel centro abitato.
Tale impressione viene rafforzata da alcuni cartelli stradali.
E da molti esemplari della architettura d’epoca locale.
Per un paesino di campagna con poco più di due mila e mezzo di abitanti la chiesa locale sembra sproporzionatamente grande.
E, soprattutto, è incredibilmente bella dentro. Ho evitato di fare le foto all’interno a causa della presenza dei fedeli: per esperienza so che i residenti dei piccoli comuni sono poco tolleranti verso i «forestieri» e per nulla abituati ai turisti con delle grandi macchine fotografiche. Quindi accontentatevi di questo affresco esterno.
La sede del corpo musicale «F. Cilea» (fondato nel 1859) sembra – forse giustificatamente – un altro genere di tempio: un teatro in miniatura. Ed è un po’ strano incontrarlo in un posto del genere.
La parte vecchia del paese è costituita prevalentemente da edifici semplici di due piani, conservati spesso non benissimo, ma almeno di colori vari e spesso vivaci.
Non manca una piccola zona con delle grandi e relativamente belle ville private, alcune delle quali sembrano però abbandonate da anni (pure i cartelli «vendesi» sono un po’ sbiaditi).
Alcuni palazzi del centro sono abbelliti in un modo piuttosto strano.
Mentre alcune villette private nuove mi sembrano realizzate in stile americano. Per fortuna, a differenza delle «colleghe» statunitensi, sono però costruite in mattoni, quindi non dovrebbero cadere a pezzi dopo il primo vento forte.
E poi c’è la periferia, costruita nello schifosissimo (secondo i miei gusti) stile degli anni ’70.
Il palazzo più grande e più curato del paese è il Municipio.
Sullo stemma di Brembio, largamente utilizzato in tutto il paese, è raffigurato un castello. Non sono però riuscito a trovare una traccia di quel che possa rimanerne. Fidiamoci della leggenda.
In compenso, ho trovato un altro rarissimo rudimento storico: la sede di un circolo della Rifondazione Comunista. Non pensavo che il partito esistesse ancora!
Anche l’ingresso del centro sportivo richiama la stilistica di cento anni fa.
Ma c’è lo spazio anche per la moda contemporanea. Continuo a non comprendere questa tendenza di esporre i motorini nei negozi di alimentari e ristoranti.
Tra le tendenze sicuramente positive c’è quella di indicare l’intervallo dei numeri civici nell’area di competenza del cartello (tra i due incroci). Grazie a questa misura l’orientamento nello spazio diventa molto più facile.
Le targhette con i numeri civici sulle case spesso sono di plastica ma in 3D. Per la loro originalità sembrano molto più belle di quelle in metallo.
Ecco, vi ho raccontato tutto quello che dovete sapere su Brembio. Facciamo un riassunto fotografico: