§ 1. Le moto «Ural»

Trovo logico cominciare la serie degli articoli sulle moto russe (e svietiche), in generale poco conosciute in Occidente, dalla marca più famosa, largamente commercializzata anche in Europa: Ural.
Quasi tutti sanno che il primo Ural è stato copiato, alla fine degli anni ’30, dalla BMW R71. Come è successo con tanti altri mezzi motorizzati copiati dagli ingegneri sovietici, anche questa moto è stata leggermente adattata alle condizioni stradali russe. Ma sulle foto alle persone poco esperte possono sembrare due moto identiche.
Il nome «Ural» è stato attribuito alla fabbrica solo nel 1961, mentre il primo modello, la cui produzione è partita nell’agosto 1941, si chiamava MMZ M72.

Alla fine degli anni ’30, quando è emersa la necessità di creare una moto pesante per l’esercito, il Governo dell’URSS aveva pensato di copiare la moto in dotazione all’esercito tedesco in quanto la più adeguata alle esigenze russe. Quindi in applicazione di un piano di massima segretezza sono state acquistate in Svezia cinque moto BMW R71. Una di queste è stata conservata come il campione, mentre le altre quattro sono state distribuite agli ingegneri e gli esperti dei materiali per lo studio approfondito. Potete ora confrontare l’originale (sotto) con il risultato (la prima foto).

La versione russa ha le sospensioni e il cambio potenziati, il serbatoio più grande e gli elementi decorativi semplificati. Le moto M72 erano inizialmente prodotte a Mosca, ma già il 21 ottobre 1941 era stato deciso di evacuare la fabbrica a Irbit (vicino alla catena montuosa Ural) a causa dell’avvicinarsi del nemico. Nel corso della Seconda guerra mondiale alla Armata rossa sono state fornite 9799 M72.

Nel dopoguerra, tra il 1947 e il 1952, sono stati costruiti i nuovi stabilimenti della fabbrica ed elaborato il piano industriale secondo il quale la produzione annua avrebbe dovuto raggiungere 20 mila unità. La produzione del nuovo modello, però, è partita solamente nel 1957. Ne sono stati prodotti appena 250 esemplari; si differenziava dal primo modello solo per il nuovo motore da 500cm3.

Fino al 1992 la fabbrica non ha mai prodotto più di un modello alla volta. Otto modelli prodotti dal 1960 al 1992 avevano la stessa struttura fisica ereditata dalla M72 ma il motore di cilindrata sempre più grande (i cavalli, stranamente, aumentavano di pochissimo). Nel 1986 è stata introdotta la retromarcia che spesso veniva trasformata dagli utenti esperti in quinta. La velocità massima non è mai stata superiore ai 100 km/h, la massa non è mai scesa sotto i 300 kg, il consumo medio di benzina attorno ai 7 litri per 100 km.

Dal 1954 la fabbrica non è più il fornitore delle moto all’esercito. In compenso ha cominciato a fornirle alle strutture civili ed emetterle in commercio libero. L’esportazione degli Ural, inizialmente solo in Europa dell’est, era cominciata già nel 1953.

Negli anni ’80 le moto Ural si erano guadagnate il soprannome «Harley russo» perché lenti, poco manovrabili, pesanti e costose. Ma alla fine degli anni ’80 i confini della esportazione delle Ural si sono allargati oltre l’area di influenza politica dell’URSS: si è cominciato a vendere in tutta Europa e in America Latina. Prima del crollo dell’URSS la fabbrica ha prodotto circa 3 milioni di moto.

Nel 1992 la fabbrica è stata chiamata «Uralmoto» e trasformata in una società per azioni. Tutti gli anni ’90 sono stati molto difficili a causa della domanda quasi nulla della sua produzione. Quindi la fabbrica è sopravvissuta solo perché era messa talmente male che a nessuno era venuto in mente di interessarsi ai suoi beni. La risurrezione è cominciata nei primi 2000 grazie ad una serie di nuovi modelli, il primo dei quali è stato Ural-«Solo» da 40CV. Dopo più di 40 anni è stata la prima Ural-monoposto. Sempre per la prima volta è stata prevista una versione senza la carrozzina. Oggi è uno dei modelli più aggiornati e popolari di Ural.

Ma anche la nuova strategia di mercato è stata favorevole alla salute della fabbrica. Infatti, solo il 10% della produzione è destinato al mercato interno, mentre il resto viene esportato all’estero. In Russia, infatti, la stragrande maggioranza dei motociclisti compra le moto poco costose oppure quelle famose e pregiate (come Harley, Honda etc.). L’Uralmoto, invece, riesce a vendere negli USA il proprio chopper Ural Wolf:

In generale, un buon livello di vendite delle moto Ural sui mercati esteri è garantito dalla quantità piuttosto alta degli amanti del retro e una bassissima concorrenza tra i produttori delle moto con le carrozzine. Quindi uno dei modelli più popolari è Ural «Retro» dotato della carrozzina.

In realtà su 8 modelli di Ural 5 hanno la carrozzina e l’aspetto risalente alla vecchia BMW R71 copiata 70 anni fa. Il telaio e la forchetta anteriore, infatti, sono cambiati di pochissimo nel tempo. Mentre il motore da 750cm3, nato negli anni ’80, è attualmente unico disponibile per tutti i modelli e solo da pochi anni è ricominciata la sua graduale modernizzazione. Da un modello all’altro cambiano solo il nome e le pochissime caratteristiche tecniche. Ural «Tourist», «Tourist 2WD», «Gear-Up» e «Troika-lux» sono praticamente identici:

L’Ural «Troika-lux» è l’unico ad avere le sospensioni anteriori telescopici e non a leva. L’Ural «Gear Up», che in teoria sarebbe destinato alle forze dell’ordine ha una colorazione militare. Del resto, tutte le moto «Ural» elencate nel capoverso precedente hanno le ruote da 19″, 125 mm di altezza dal suolo, 45 CV e 750 di cilindrata, 4 marce + retro, i freni posteriori a tamburo e quelli anteriori a disco. Il sedile può essere sdoppiabile a regolazione separata o unico. E’ possibile aggiungere un portapacchi sopra la ruota di scorta, le curve di sicurezza ed i vetri anteriori.

Bisogna precisare che c’è sempre una grande differenza tra le moto prodotte per il mercato interno e quello estero. Le moto prodotte per la Russia sono spesso assemblate male, con il telaio storto ed i pezzi originali. Quindi si rompono facilmente, perdono litri di olio al giorno, impazziscono quando si va a più di 80 km/h, hanno un cambio durissimo, freni e il carburatore non regolati. Chi compra una moto Ural in Russia deve per forza essere un bravo meccanico. Le moto prodotte per l’esportazione, invece, sono assemblate bene e con l’impiego di pezzi di produzione europea e giapponese: vanno decisamente meglio.

Per completare la descrizione dello stato in cui si trova la fabbrica dovrei dire che l’assemblaggio di tutti i modelli è completamente manuale. Proprio per questo i prezzi sono piuttosto alti: tra 8 e 10mila euro. Cioè quasi il doppio di una VAZ-2107 nuova oppure quanto una buona macchina usata. Nel 2010 sono state prodotte circa 800 moto «Ural». In fabbrica lavorano 155 persone.
Scusate per un testo troppo lungo. Magari un giorno pubblicherò degli articoli dedicati ai singoli modelli di Ural, ma per ora non so ancora come farli.