Chi ha studiato la storia contemporanea sa già dai tempi delle superiori della industrializzazione dell’URSS nell’epoca di Stalin. Uno «secchione» si ricorderà anche delle due «ondate» di industrializzazione: negli anni ’30 la prima e nel dopoguerra la seconda. La prima ondata era dovuta allo spionaggio industriale e all’acquisto massiccio dei macchinari stranieri. La seconda, invece, era il risultato delle riparazioni non autorizzate dagli alleati (cioè i furti internazionali).
Così, per esempio, i tecnici sovietici hanno smontato in Germania e rimontato in URSS delle intere fabbriche. Formalmente questo comportamento era scusato dalle misure adottate dai vincitori della seconda guerra mondiale nei confronti delle fabbriche che hanno collaborato con l’esercito di Wehrmacht. La fabbrica delle moto DKW, per esempio, è stata trasferita dalla città di Zschopau in quattro città sovietiche (Mosca, Minsk, Izhevsk e Serpuhov) al fine di modernizzare le fabbriche locali.
La fabbrica di Minsk (Belorussia) ha ricevuto i macchinari nella seconda metà del dicembre 1945 e li ha utilizzati, inizialmente, per la produzione delle biciclette. Solo nel 1951 è stata avviata la produzione della moto M1A con il volume di 125 cm3 e 4,25 CV (una copia della tedesca DKW RT125).
Pur essendo stata, in URSS, la terza marca di moto per la popolarità, anche la «Motovelo» (la fabbrica di Minsk) non ha saputo proporre al pubblico una vasta gamma di modelli. Fino al 1991 veniva prodotto solo un modello alla volta. E ogni modello era, in realtà, la versione leggermente modernizzata di quello precedente. Quindi in sostanza per 40 anni è stata prodotta la DKW RT125 (lo stesso, come ho già scritto, è successo con le moto Izh). L’aspetto fisico cambiava poco, la potenza del motore ancora meno. Anche se i cavalli sono passati, in 40 anni, da 4,25 a 11,5, mentre la velocità massima da 70 a 98 km/h.
Cito solo le versioni più riuscite, quelle più utilizzate dai giovani sovietici in qualità di motorini.
La moto monoposto M103 è stata prodotta dal 1962 al 1964. Aveva 3 marce, il motore da 5 CV; la velocità massima era di 75 km/h.
La moto M104, prodotta dal 1964 al 1967 aveva due posti e, per questo, la popolarità della marca è salita di colpo. Il motore è stato potenziato fino a 5,5 CV.
Sulla M106, invece, per la prima volta è stato montato il portapacchi: un altro dettaglio molto apprezzato. Questa moto è stata prodotta dal 1971 al 1973, aveva 4 marce, 9 CV. La velocità massima era di 85 km/h.
Nel 1974 è stato fatto un timido restyling che ha reso la moto un po’ più moderna dal punto di vista estetico. Il miglioramento del motore, invece, continuava a procedere lentamente. Dopo due modelli «di passaggio» questa nuova serie è stata chiamata M-3.112 e si è affermata sul mercato. Il suo aspetto esterno è rimasto immutato dal 1974 al 1991: per oltre 17 anni.
Gli anni ’90 sono stati disastrosi per l’economia della Belorussia ormai indipendente. Quindi venivano prodotte pochissime moto (sempre della serie M-3.112). La fabbrica è ripartita solo nei 2000. Ed è a questo punto che è cominciato il bello. Perché improvvisamente gli ingegneri locali hanno imparato ad imitare le moto moderne, avendo fatto un salto dagli anni ’40 nel XXI secolo.
Nel 2008 sono usciti il Minsk M 125…
…e la sua versione fuoristrada Minsk M 125X. Entrambe le 125 hanno il motore monocilindro a due tempi. La velocità massima è di 90 km/h.
Sempre del 2008 è Minsk M4 200 con il motore monocilindro a 4 tempi con 200 cm3 di volume, 5 marce e avviamento elettronico. La velocità massima è di 110 km/h.
Il Minsk R 250 del 2010 ha il motore a 4 tempi, 26 CV, 249,5 di cilindrata, 6 marce, il sistema dei freni sui petali del disco. La velocità massima è di 145 km/h. Tra tutte le moto Minsk sembra la più moderna.
Il Minsk C4 250 del 2010 ha il motore a 4 tempi, l’avviamento elettrico, 5 marce. La velocità massima è di 110 km/h.
Vi sarete accorti che ho preso tutte le foto dei modelli nuovi dal sito ufficiale della fabbrica. Normalmente non lo faccio perché trovo molto più interessante vedere gli oggetti nell’ambiente del loro utilizzo reale. Ma non ho mai visto (nella vita reale o sull’internet) una moto Minsk di nuova generazione. E non riesco proprio a immaginare chi e perché possa avere voglia di comprarne una. In Belorussia sanno fare dei buoni trattori ma non penso che abbiano imparato «di colpo» a fare delle buone moto.
Per concludere vi faccio vedere il loro motorino Minsk D 49. Non pensavo che fossero ancora in produzione i mezzi di questo tipo. E invece no. Il D 49 ha il motore a 4 tempi, 2,5 CV, 5 marce. Pesa 65 kg e sviluppa la velocità massima di 50 km/h.
Lo scooter Minsk TC 49 pesa 87 kg, ha il motore a 2 tempi, 4 CV, e va al massimo a 45 km/h.
Lo scooter Minsk TX 49 pesa 81 kg, ha il motore a 4 tempi, 2 CV, e va al massimo a 45 km/h.
Se un giorno l’Europa deciderà di sostenere l’economia dell’«ultima dittatura», forse ne vedrete tante di moto Minsk: costano veramente poco.