Nell’articolo precedente avevo scritto della prima automobile russa progettata e prodotta appositamente per i disabili. Un idealista potrebbe pensare che l’esistenza di una macchina del genere stia a testimoniare una alta attenzione verso le problematiche delle persone svantaggiate a causa di un handicap. Ma la qualità delle macchine in questione dimostra l’esatto contrario: ai disabili veniva dato il peggio.
Per illustrare questa tesi oggi racconto del secondo (e ultimo) modello delle macchine per i disabili prodotte in Russia: S-3D chiamata «Invalidka».
Questo modello, molto conosciuto in tutta l’area dell’ex URSS, è stato prodotto dal 1970 al 1997 dalla SMZ, una fabbrica di motociclette di Serpuhov (una cittadina vicino a Mosca). Le vetture venivano distribuite gratuitamente (a volte con delle forti agevolazioni) ai disabili per un periodo d’uso di 5 anni. Dopo 2,5 anni di utilizzo il possessore otteneva il diritto alla manutenzione gratuita della macchina. A scadere di 5 anni la macchina andava restituita e sostituita con una nuova, sempre a medesime condizioni. Ma il bello finisce qui. Esteticamente la macchina faceva paura:
Da dietro non era meglio. I grossi fori servono per il raffreddamento ad aria del motore (ovviamente posteriore).
A differenza del primo modello, la carrozzeria era fatta interamente in metallo, quindi in teoria dovevano migliorare l’aerodinamica e il riscaldamento interno. Ma sulla pratica la S-3D è diventata ancora più pesante: 498 kg, troppi per le sue dimensioni – lunghezza 2825 mm, larghezza 1380 mm, altezza 1300 mm.
Tra le poche scelte tecniche interessanti (per quegli anni) sono da sottolineare il comando della frizione a corda e le sospensioni indipendenti.
La capacità di percorrere le strade in cattive condizioni e la sabbia erano ottime grazie ad una piccola distanza tra i ponti (1700 mm) e, appunto, le sospensioni indipendenti. Sulla neve friabile, invece, vi potevano essere dei problemi.
La velocità massima era di 60 km/h. Il motore a due tempi era decisamente debole (18 CV) per una macchina di quasi 500 kg, consumava tanto (7 litri per 100 km) ed era molto rumoroso (vi assicuro che l’arrivo di una «Invalidka» si sentiva facilmente da più di 500 metri). In più, a causa dei due tempi del motore nella benzina bisognava aggiungere dell’olio. E dato che tante persone aggiungevano l’olio direttamente nel serbatoio (da 18 litri) le proporzioni non venivano rispettate: questo portava ad un invecchiamento accelerato del motore.
Come nel caso del modello precedente, il motore non è stato progettato appositamente per la S-3D, ma preso in prestito da una moto: questa volta una Izh-Planeta 3.
Grazie alla posizione posteriore del motore ed i comandi totalmente manuali, all’interno della macchina vi era abbastanza spazio per le gambe raddrizzate: un fatto molto importante per le persone paralizzate o con le protesi. Mentre il riscaldamento (una stufa a benzina) si rompeva molto facilmente: l’elenco dei suoi possibili problemi occupava circa un quarto del libretto.
Ed ora passiamo alla parte più interessante: come fecevano gli utenti a combattere il male chiamato S-3D «Invalidka». Per migliorare le sue capacità di camminare sulla neve venivano montati, da alcuni geni, i dischi larghi (le gomme in questo caso duravano molto meno, ma l’andatura della macchina migliorava tantissimo).
Essendo un meccanismo semplicissimo (e una macchina del ca…o) la S-3D è sempre stata molto popolare tra appassionati di meccanica. Per la loro fortuna si poteva comprarne una usata (una di quelle ritirate a qualche disabile dopo 5 anni di utilizzo) e utilizzarla per i propri esperimenti. Mentre una rivista automobilistica russa ha pubblicato, con una certa frequenza fino alla metà degli anni ’90, le varie «ricette». Per esempio, qualcuno ha trasformato questa macchina in un mini trattore:
Oppure in una «cart da strada», come testimonia la foto di Artemy Lebedev.
C’è, poi, chi preferisce di farla «tornare alle origini»:
Mentre gli amanti di tuning si divertono in altri modi:
Ne fanno pure una pseudo-ambulanza/auto medica:
E poi c’è chi la restaura per poterla esporre ai vari raduni:
Mentre alcuni imprenditori la utilizzano per creare dei cartelloni in 3D. Sulla foto vediamo la pubblicità di un gommista:
La S-3D in miniatura è una grande rarità, i collezionisti sborsano delle somme assurde per averne una.
Lo stesso vale anche per il modello precedente.
La produzione della S-3D (quella vera) è finita nell’autunno del 1997. A partire dal gennaio 2009 la catena di montaggio della casa produttrice SMZ è del tutto ferma.