La GAZ-M20 «Pobeda» (cioè «Vittoria» in russo), prodotta dal 1946 al 1958, è stata la prima auto sovietica a conquistarsi una certa popolarità in Occidente. Nonostante ne siano state fabbricate appena 235.999 unità (tra le quali 14.222 cabrio e 37.492 taxi), è una delle auto più famose e apprezzate tutt’oggi in Russia. Quindi non scriverne sarebbe stato un crimine contro l’indistria automobilistica.
A differenza di alcune altre auto (e moto) sovietiche degli anni ’40, la «Pobeda» non è stata copiata da un modello occidentale, ma progettata interamente in URSS.
Si potrebbe notare una certa somiglianza con l’Opel Kapitan del 1938 che in realtà è dovuta alle tendenze del design industriale dell’epoca (confrontate due auto della stessa classe di oggi: in 70% dei casi a prima vista sembreranno quasi identiche). La Opel in questione è questa:
Ma cominciamo a vedere le caratteristiche tecniche della «Pobeda». Prima di tutto le misure: lunghezza 4665 mm, larghezza 1695 mm, altezza 1640 mm, altezza dal suolo 200 mm, carreggiata posteriore 1362 mm, carreggiata anteriore 1364 mm. La massa della «Pobeda» è di 1350 kg.
Secondo i piani iniziali si voleva produrre la «Pobeda» con due tipi del motore: a 6 e a 4 cilindri. Ma dato che nell’URSS post-bellica vi erano dei gravi problemi con la benzina, si era deciso di produrre solo quelle con 4 cilindri. Proprio a questo è dovuto uno dei principali diffetti della «Pobeda»: potenza troppo bassa del motore in relazione al peso e alla aerodinamica della vettura.
Le caratteristiche dell’unico motore disponibile, quindi, sono le seguenti: L4, cilindrata 2112 cm3, potenza 52 CV e 3600 giri al minuto, 4 tatti. Fisicamente è un motore da 6 cilindri con due cilindri tagliati. La velocità massima della «Pobeda» è di 105 km/h, l’accelerazione fino a 100 km/h in 46 secondi, il consumo di benzina per 100 km pari a 14 litri (regime misto). Il serbatoio è da 55 litri. Il cambio è a tre marce, sincronizzatori sulla seconda e sulla terza.
Per quegli anni l’abitacolo della «Pobeda» si distingueva per la qualità delle rifiniture e degli strumenti (nella maggior parte dei casi assenti pure sui modelli analoghi occidentali). A partire dal 1948 su tutte le vetture GAZ-M20-«Pobeda» viene installato il sistema del riscaldamento dell’abitacolo. L’autoradio di serie è stata introdotta nel 1955. Sempre di serie erano i due posacenere, accendino, parasole, lampada sul soffitto con l’accensione automatica. I quattro contatori in fila indicano il livello di benzina, olio, batteria e temperatura interna. Gli indicatori del funzionamento delle frecce sono separati. E’ da notare l’uso massiccio degli elementi in plastica. Il resto dell’abitacolo veniva decorato con la pelle artificiale.
La posizione del divano anteriore può essere regolata nel senso orizzontale. In caso delle «Pobeda» con la maniglia del cambio posizionata sulla asta del volante (a partire dal 1950) davanti ci stavano 3 persone, quindi l’auto diventava a sei posti. Il tetto sopra i sedili posteriori è troppo basso, quindi sulle versioni della «Pobeda» prodotte dopo il 1948 il divano posteriore è più basso: in questo modo si è ricavato più spazio per le persone alte. In generale si può dire che la «Pobeda» è molto spaziosa dentro.
Il bagagliaio, apparentemente grande, era molto ridotto sulle «Pobeda» prodotte prima del 1949: una buona parte di esso era occupata dalla ruota di scorta e gli attrezzi per la manutenzione del veicolo.
Al momento della sua nascita la GAZ-M20-«Pobeda» aveva una struttura moderna e il design all’avanguardia: per esempio, è stata una delle prime auto al mondo senza gli elementi sporgenti, quali le ali, luci etc. Ma già all’epoca era emersa una serie di diffetti abbastanza gravi: prima di tutto la retrovisione quasi nulla dovuta al fenestrino posteriore troppo piccolo e troppo inclinato. Fino alla fine degli anni ’50 il traffico stradale era talmente limitato che pochi si preoccupavano del suddetto problema tecnico.
L’aerodinamica è pessima a causa della forza ascensionale molto evidente durante i viaggi a velocità alta. In più, una auto con la carrozzeria del tipo ponton («Pobeda» è stata una delle prime) e con quelle proporzioni rischia il ribaltamento in caso di un forte vento laterale. Comunque, la «Pobeda» è più bassa dei suoi analoghi dell’epoca e ha, di conseguenza, il baricentro più in basso; la distribuzione dei pesi è innovativa grazie al motore spostato più in avanti del solito.
Le sospensioni e la struttura di forza del fondo sono stati progettati tenendo conto delle informazioni ricevute dallo studio di alcune Opel (all’epoca uno dei produttori più tecnologicamente avanzati). I freni a tamburo per la prima volta nella storia della industria automobilistica sovietica hanno avuto un sistema idraulico: un cilindro idraulico per ogni copia di pastiglie. Il sistema elettrico è a 12V.
Le rete del radiatore è diventata «a due piani» nel febbario del 1948, mentre prima era più fine.
Negli anni ’40 le fabbriche sovietiche non avevano ancora formato dei propri simboli tradizionali, quindi per ogni nuovo modello ne veniva creato uno diverso. Sulla «Pobeda», quindi, veniva applicata la «M» rossa: essa è dovuta al fatto che dall’inizio degli anni ’30 alla fine degli anni ’50 la fabbrica portava il nome di Molotov. Il numero «20» indica l’appartenenza a una nuova serie di modelli (quelli potenti prebellici cominciavano con l’1).
Fin dal 1946 le GAZ-M20-«Pobeda» venivano utilizzate in qualità delle taxi. Nel 1948 il governo della città di Mosca aveva imposto a tutti i taxi cittadini il colore grigio e una «cintura» a quadretti. Ma già alla fine del 1949 le linee guida sui colori erano cambiate: ammessi anche il baige e verde chiaro.
A questo punto elenco le altre versioni della «Pobeda» prodotte in piccole serie. Il furgone sulla base della GAZ-M20 con la parte posteriore del tetto in legno è rimasto solo un progetto:
Il pick-up veniva realizzato in modo artigianale da alcune autofficine.
La «Pobeda» allungata tramite l’inserimento di un segmento in mezzo è stata creata per delle finalità interne alla fabbrica.
Il cabriolet GAZ PAMS, progettato per il Ministero della Difesa e prodotto in una quantità molto ridotta, aveva la porta posteriore sinistra saldata, il fondo rafforzato con una X e le porte senza gli infissi.
La «Pobeda-sport» del 1951 è a due porte, più bassa di 160 mm e più leggera di 260 kg rispetto al modello base. Il motore è di una potenza quasi doppia: 102 CV, la velocità massima aumentata fino ai 167 km/h. Oltre a questo prodotto ufficiale esiseva anche qualcuna «Pobeda» resa «sportiva» in modo artigianale.
Dal 1955 al 1958, poi, è stato prodotto l’originale fuoristrada M-72: è una «Pobeda» messa sulla parte mobile di un GAZ-69. Sono stati fabbricati appena 4677 veicoli di questo tipo; nella documentazione ufficiale il M-72 non è mai stato chiamato «Pobeda».
La berlina sperimentale «Pobeda NAMI» è stata prodotta in soli due esemplari nel 1948. Aveva due poltrone separate al posto del divano anteriore e gli interni migliorati.
Il progetto di questa berlina è stato successivamente ceduto alla polacca FSO che l’ha prodotta (modificandola un po’) dal 1951 al 1973 sotto il nome «Warszawa».
Lo stesso vale per la «Pobeda» classica: anch’essa è stata prodotta dalla FSO con il nome «Warszawa» negli stessi anni.
Il modellino 1:43 della GAZ-M20-«Pobeda» è una grossa rarità perché in Russia è stato prodotto solo in modo artigianale.
Bene. Mi rendo conto del fatto che l’articolo è diventato un po’ troppo lungo. Quindi concludo dicendo che la GAZ-M20-«Pobeda» veniva esportata prevalentemente nei Paesi scandinavi, Belgio e Regno Unito.