GAZ-24-02 “Volga”

Nel 1968 la fabbrica automobilistica sovietica GAZ aveva iniziato la produzione della seconda generazione del proprio modello «Volga»: la GAZ-24. Come probabilmente sapete, negli anni della sua produzione quest’ultima era la berlina più costosa e prestigiosa tra tutte quelle vendibili ai comuni cittadini sovietici. A differenza della prima generazione della «Volga» – cioè, la GAZ-21 – la nuova GAZ-24 era stata già in partenza progettata in modo da garantire la possibilità tecnica di produrre sulla medesima piattaforma anche una station wagon e una ambulanza compatta. La produzione della berlina GAZ-24 era partita, appunto, nel 1968, ma solo nel 1970 era diventata realmente di serie. La produzione della sua versione station wagon, invece, era partita nel 1972 (e durata fino al 1987), ma sin da subito con i ritmi e i processi tecnologici tipici della produzione in serie. Il nome ufficiale di questa versione del modello è GAZ-24-02 «Volga».

Questa auto si differenzia in un modo significativo dalla berlina di base sotto diversi punti di vista e, dunque, va studiata in un articolo dedicato. Quando è utile, va pure confrontata con la versione berlina. In primo luogo, la station wagon GAZ-24-02 «Volga» è, ovviamente, a cinque porte.

In secondo luogo, la GAZ-24-02 ha i pannelli della carrozzeria completamente «autentici», diversi da quelli della berlina, per quanto riguarda la metà posteriore della vettura: dal montante centrale del telaio in poi. Lo potete notare con maggiore facilità osservando le portiere posteriori della station wagon che hanno le cornici rettangolari (fatte in quel modo per ingrandire le aperture e facilitare dunque il carico/scarico).

Ecco le due parti posteriori a confronto: quella della berlina GAZ-24 (a destra) e quella della station wagon GAZ-24-02 (a sinistra).

Il «muso» delle due auto è identico, come sono identiche pure le portiere anteriori.

Quasi identiche sono anche le dimensioni della berlina e della station wagon: l’unica differenza sta in una altezza maggiore della seconda. Le dimensioni della station wagon GAZ-24-02 sono dunque le seguenti: lunghezza 4735 mm, larghezza 1800 mm, altezza 1540 mm, altezza libera 174 mm, passo 2800 mm, carreggiata posteriore 1420 mm, carreggiata anteriore 1476 mm. La massa è di 1550–2040 kg.

L’altezza maggiore rispetto alla berlina (50 mm in più) è determinata anche dal fatto che sulla parte posteriore del tetto è presente un deflettore di aspirazione d’aria: un dettaglio che era diventato uno dei «biglietti da visita» delle auto in questione. Sulle altre auto sovietiche, infatti, i deflettori non venivano montati dai produttori, ma solo artigianalmente dai singoli proprietari. Dal punto di vista tecnico, questo pezzo aveva due funzioni: il miglioramento della ventilazione dell’abitacolo e la riduzione della sporcizia sul lunotto posteriore. La migliore ventilazione, in particolare, doveva risolvere un vecchio problema tipico di tutte le station wagon sovietiche: l’appannamento del lunotto posteriore in inverno dovuto al riscaldamento non uniforme dell’abitacolo (dietro non arrivava abbastanza aria calda). Inoltre, all’esterno l’aria indirizzata verso il basso durante la corsa doveva soffiare via la sporcizia dalla parte esterna del lunotto posteriore.

Nell’epoca sovietica tra la gente era diffusa la credenza secondo la quale il deflettore servisse per aumentare la deportanza della parte posteriore dell’auto alle alte velocità. Ma in realtà non è assolutamente vero (e, in ogni caso, la GAZ-24-02 non va nominata assieme alla espressione «alta velocità», ahahaha). Dato che ci sono, vi comunico ora che il coefficiente di resistenza aerodinamica (cW) della GAZ-24-02 è pari a 0,45.

Il motore utilizzato sulla berlina e sulla station wagon era lo stesso: il ZMZ-402. La sua cilindrata è da 2445 cm3; 4 cilindri in linea, 8 valvole, diametro del cilindro 92 mm, corsa del pistone 92 mm, tattilità a quattro tempi, ordine del funzionamento dei cilindri 1-2-4-3. Potenza massima 98 CV, a 4500 giri/minuto. Coppia massima 186,3 N·m, a 2200–2400 giri/minuto. Il carburatore è a due camere (gli ex proprietari dicono che va regolato ogni 6 mesi indipendentemente dalla qualità della benzina utilizzata). La velocità massima dell’auto è di 145 km/h (per un motore che abbiamo appena visto non è tantissimo), l’accelerazione fino ai 100 km/h in 21 secondi. Trazione posteriore, 4×2.

Ah, i consumi per 100 km alla velocità di 80 km/h sono di 11 litri in regime extraurbano, 14 litri in regime urbano e 12,5 litri in regime misto. Il volume del serbatoio è di 55 litri.

Le gomme raccomandate (e montate in fabbrica) erano da 185/14ʺ (185R14). I dischi sono da 14×5,5J. I freni sono tutti a tamburo (gli ex proprietari dicono che le pastiglie si consumavano molto velocemente).

Le sospensioni anteriori sono indipendenti a doppio braccio oscillante, le sospensioni posteriori sono a balestra dipendente.

A questo punto bisogna menzionare un’altra grande e interessante particolarità della GAZ-24-02 «Volga»: la ruota di scorta è posizionata non nel bagagliaio (come su quasi tutte le macchine dell’epoca, la berlina GAZ-24 compresa), ma dentro una specie di mezzanino – uno spazio tecnico separato fisicamente che si trova sotto la base del bagagliaio! Si può accedervi aprendo un apposito sportello «mascherato» con la targa posteriore. Oltre alla ruota di scorta, ci potevano stare pure gli attrezzi per il cambio della ruota e per la manutenzione generale della macchina. Insomma, si tratta di una scelta rara (non mi ricordo di avere visto una cosa del genere sulle altre auto) e comoda (non bisogna svuotare il bagagliaio per arrivare alla ruota di scorta).

Pure gli interni della GAZ-24-02 «Volga» sono in realtà notevolmente differenti da quelli della berlina. Si può dire che l’unica parte identica sono il cruscotto e i sedili anteriori…

Come sulla berlina GAZ-24 «Volga», pure sulla station wagon GAZ-24-02 «Volga» fino al 1977 erano previsti un cuscino rimovibile e un bracciolo pieghevole tra i sedili anteriori che trasformavano la fila anteriore in un divano unico da tre posti, aumentando dunque la capacità totale della macchina fino a 8 posti.

Mentre in generale la GAZ-24-02 «Volga» è una auto a 7 posti: ha le poltrone normali per il guidatore e il passeggero davanti, un divano sdoppiato da tre posti «in seconda fila» (dove si accede normalmente dalle portiere posteriori) e un divano da due posti nel bagagliaio (solo da due posti perché si trova tra gli archi delle ruote posteriori). Come potete vedere facilmente anche da soli, la seconda e la terza fila sono fatte da sedili pieghevoli, dunque molto meno comodi del classico divano utilizzato sulla berlina considerata una delle auto sovietiche più comode, quasi lussuosa.

Tale scelta strana di buttare nel cesso la comodità della auto più costosa tra quelle vendute ai cittadini si spiega in due modi. In primo luogo, va precisato che per accedere al divano posizionato nel bagagliaio bisogna abbassare una parte dello schienale della seconda fila e far passare i passeggeri sopra di esso.

In secondo luogo, l’idea degli ingegneri era quella di permettere di abbassare gli schienali della seconda e della terza fila in modo da formare una superficie perfettamente piana, utile per il caricamento di grandi quantità di oggetti e/o degli oggetti molto voluminosi nel bagagliaio.

Proprio l’intenzione di garantire una superficie piana ha determinato la creazione di quegli schienali molto sottili e fissati su dei supporti che permettono l’abbassamento completo: tutto questo a scapito della comodità dei passeggeri che dovevano sedersi sopra. In più, il divano della terza fila era posizionato, come potete notare anche voi, più in alto rispetto alle prime due file dei sedili (perché sotto si trova il serbatoio): una persona adulta di altezza media rischia di rompersi il cranio e/o il collo a ogni dosso o buca presi dalla macchina in corsa. In un articolo pubblicato nel 1973 su una rivista automobilistica sovietica i progettisti della macchina si erano giustificati, di fronte alla suddetta osservazione, sostenendo che quel divano era destinato ai bambini! («Non rischieranno di sbattere la testa a causa della bassa statura, non apriranno accidentalmente le portiere trovandosi nel bagagliaio e non faranno nemmeno fatica a salire/scendere strisciando sopra il divano della seconda fila»). Insomma, c’è chi applica la fantasia in tutto, ma non nel proprio ambito professionale…

La capienza del bagagliaio con tre file dei sedili alzati è di 500 litri; con la terza e la seconda file dei sedili abbassate si arriva invece a 4000 litri (di conseguenza, la gente soprannominava amorevolmente la GAZ-24-02 con la parola capannone). Il peso massimo trasportabile è ufficialmente di 400 kg, ma nella vita reale c’era chi caricava anche il peso doppio.

Dal punto di vista puramente geometrico, la GAZ-24-02 risultava dunque molto più capiente delle altre station wagon sovietiche (per esempio, della VAZ-2104 o della Moskvich-2137), ma non poteva diventare popolare almeno quanto loro sul mercato. Il primo motivo della popolarità impossibile era il prezzo: 14.000 rubli sovietici, equivalenti a circa 100 stipendi di una persona «media» (che in più era costretta a spendere quasi tutto lo stipendio per i beni di prima necessità). Cercare una somma del genere per poi portare, con una macchina lussuosa, i sacchi di patate dall’orto della casa estiva verso l’abitazione in città? Non c’erano abbastanza pazzi nemmeno nell’URSS degli anni ’70 e ’80. I sovietici con i redditi alti, invece, non avevano solitamente bisogno di una station wagon del genere (come, per esempio, un europeo ricco non ha solitamente bisogno di una Bentley station wagon: perché una macchina elegante deve rimanere una macchina elegante). Il secondo motivo della diffusione bassa della GAZ-24-02 tra i privati era un volume di produzione abbastanza basso: circa 5000 esemplari annui. Il terzo motivo era il sistema di distribuzione dei beni di qualità tra i cittadini comuni: pochissimi sovietici – e non erano delle persone comuni – potevano entrare nel negozio, puntare il dito ed esclamare «Voglio subito quella macchina!» (è un argomento che andrebbe esposto a parte: vi potrebbe sembrare fantascienza, ahahahaha). L’ultimo, ma non il meno rilevante, motivo della bassa diffusione della GAZ-24-02 tra i privati era una alta richiesta di questo modello da parte dei vari enti.

Di conseguenza, la maggior parte della GAZ-24-02 «Volga» prodotte finiva nelle varie organizzazioni. Per esempio, molte vetture erano state fornite alle imprese – ovviamente statali, perché quelle private erano impossibili – di taxi. Nell’URSS per il servizio taxi venivano utilizzate quasi esclusivamente le berline (negli anni ’70 e ’80 erano le GAZ-24 «Volga»), ma a volte capitavano pure le station wagon: era più facile trovarle nei punti di concentrazione dei passeggeri con bagagli numerosi o voluminosi (per esempio, stazioni ferroviarie e porti marittimi o fluviali). Dal punto di vista tecnico va precisato che le GAZ-24-02 utilizzate come taxi avevano solitamente il motore depotenziato fino ai 85 CV, il quale, grazie al rapporto di compressione ridotto, poteva funzionare regolarmente anche con la benzina di qualità più scarsa.

Ma la destinazione più popolare delle station wagon GAZ-24-02 «Volga» era il Ministero della Salute: nel 1975 era iniziata la produzione della versione «sanitaria» con il codice 24-03. Su questa ambulanza compatta la parte dell’abitacolo con l’equipaggiamento medico era separata dai sedili anteriori con un divisore metallico dotato di un finestrino scorrevole. Il veicolo era adatto al trasporto di un paziente in barella e di due medici/soccorritori al suo fianco. Il compartimento medico di questa ambulanza era dunque dotato di barella retrattile, due poltrone e un tavolino pieghevoli e un riscaldatore aggiuntivo sotto il pianale; inoltre erano presenti un indicatore luminoso con una croce rossa sul tetto e un faro aggiuntivo vicino al finestrino del guidatore (per la ricerca del numero civico dove si è stati chiamati nelle zone poco illuminate di sera/notte).

Inoltre, la GAZ-24-02 «Volga» veniva largamente utilizzata nei principali aeroporti sovietici per la direzione operativa dei movimenti degli aerei tra le piste di decollo/atterraggio e parcheggi. Queste auto, chiamate «Escort», erano dotate di radio per la comunicazione con la torre di controllo e con l’aereo da accompagnare. Sul tetto dell’auto veniva montato un pannello luminoso, sul lato posteriore del quale c’era la scritta «Follow me». Il veicolo veniva dipinto di colore arancione con le strisce orizzontali rosse. Non so perché fosse stato ritenuto necessario utilizzare in tal modo proprio una station wagon, per di più la più costosa di tutte.

L’utilizzo della GAZ-24-02 «Volga» da parte della polizia (compresa quella stradale) era invece un fenomeno rarissimo: le forze dell’ordine hanno sempre preferito le berline.

Sempre raro era l’utilizzo della GAZ-24-02 da parte dei vigili del fuoco (i quali la utilizzavano, a volte, per il trasporto del personale).

Le normali versioni «civili» della GAZ-24-02 «Volga» venivano anche esportate all’estero: prevalentemente nell’Europa dell’Est e – sorpresa! – in Belgio. La versione per il mercato belga era differente da tutte le altre vetture del modello prodotte: aveva il motore diesel della Peugeot (quello originale a benzina prodotto dalla GAZ era troppo «poco economico» per l’Europa degli anni ’70) e un rivestimento dei sedili migliore. Negli anni ’80, poi, sulle vetture per il mercato belga venivano applicate le targhette con la parola «Volga» in caratteri latini e una griglia in plastica nera davanti (al posto di quella cromata). Inoltre, venivano montati i dischi in lega. Il nome ufficiale di questa versione «belga» del modello era GAZ-24-77 «Volga».

La griglia in plastica nera era stata adottata nell’URSS, a partire dal 1987, sul nuovo modello GAZ-24-12: in sostanza, la versione modernizzata ma non radicalmente diversa della GAZ-24-02 che abbiamo visto nel presente articolo. Ma questa è tutta un’altra storia.

In conclusione aggiungo, da vecchia tradizione, alcune immagini dei modellini 1:43 della GAZ-24-02 «Volga» prodotti nell’URSS e in Russia. Sono sempre stati molto apprezzati dagli appassionati del collezionismo…

… soprattutto quando si tratta di qualche versione del modello particolare.

E poi non posso non inserire alcune delle immagini con le quali la GAZ-24-02 «Volga» veniva pubblicizzata nell’URSS.

Bene, ora dovreste conoscere tutte le caratteristiche fondamentali della GAZ-24-02 «Volga». Resta da aggiungere solo qualche informazione che non vi verrà fornita da alcuna enciclopedia, ma solo dai proprietari reali della macchina. Così, gli ex proprietari della GAZ-24-02 «Volga» testimoniano, per quanto riguarda gli aspetti non toccati nel corso del presente articolo, che la carrozzeria arrugginisce abbastanza velocemente (soprattutto dalla parte del bagagliaio), con una pioggia forte l’acqua entra nell’abitacolo, la macchina si comporta male alle velocità vicine a quella massima (la coda inizia a «ballare»), gli alzacristalli spesso si rompono pur essendo manuali, spesso si rompono pure le luci antinebbia, ci vogliono secchiate di olio al mese…
Però è stata la station wagon più figa di tutta la storia automobilistica dell’URSS: c’è da riflettere su questo fenomeno!