Una delle false conoscenze diffuse legate alla industria automobilistica sovietica è il presunto fatto che la GAZ-22 «Volga» sia una versione a cinque porte della berlina GAZ-21 «Volga». Nonostante una certa quantità delle somiglianze tecniche ed estetiche tra le due auto, si tratta però di due modelli separati: progettati indipendentemente l’uno dall’altro, tecnicamente in parte diversi, prodotti negli anni solo in parte coincidenti.
La station wagon GAZ-22 «Volga» era stata progettata ormai dopo l’avvio della produzione della berlina per un motivo banalissimo. Negli anni ’50 del XX secolo le station wagon erano ancora rare in tutto il mondo (e solitamente avevano la parte del bagagliaio realizzata in legno), mentre nell’URSS non esistevano proprio: i dirigenti delle fabbriche (la GAZ compresa) e del Ministero della industria automobilistica non capivano nemmeno a cosa possa servire una auto del genere. Il Ministero della Salute sovietico, però, continuava a chiedere di avviare la produzione in serie di qualche auto utilizzabile in qualità di una ambulanza moderna: di conseguenza, alla fine degli anni ’50 agli ingegneri della GAZ era arrivato l’ordine di preparare il progetto della GAZ-21 «Volga» monovolume. Il telaio di questa berlina era però stato progettato nella prima metà degli anni ’50 senza prevedere la possibilità di adattarlo alla produzione della sconosciuta versione station wagon. Ed ecco che si era dovuto progettare quasi da zero la GAZ-22 «Volga».
Gli ingegneri della GAZ erano riusciti a progettare una station wagon producibile sia in qualità di una ambulanza, sia in qualità di ciò che intendiamo noi oggi per una monovolume (auto per il trasporto di persone e/o tanti oggetti), ma la metà posteriore del risultato del loro lavoro è comunque molto diversa dalla metà posteriore della berlina in termini di telaio e di carrozzeria. Di conseguenza, all’interno della fabbrica si era dovuto costruire una mezza linea produttiva in più che ricevesse i telai e le carrozzerie della berlina pronti a metà e li completasse nella versione station wagon, per poi farli tornare sulla catena di montaggio delle berline per il montaggio delle parti meccaniche comuni… Insomma, oltre alle problematiche organizzative erano aumentati – rispetto al normale – anche i costi di produzione delle station wagon GAZ-22 «Volga»: con esse la fabbrica non ci guadagnava praticamente nulla. Però allo Stato servivano le auto del genere: semplici nell’utilizzo e nella manutenzione, relativamente economiche e compatte.
La GAZ-22 «Volga» era stata prodotta dal 1962 al 1970 (la produzione della berlina era partita nel 1956), ne erano state costruite circa 25 mila vetture (non sono riuscito a trovare un dato più preciso). La maggioranza (più della metà) delle vetture era andata al Ministero della Salute nella forma delle ambulanze compatte:
Ma nel presente articolo preferisco concentrarmi sulla versione tradizionale e «universale» del modello – quello destinato al trasporto dei passeggeri e cose – per farlo apprezzare (o valutare) anche dagli automobilisti comuni, non specializzati. Inevitabilmente, farò anche il confronto tra questa station wagon e la più largamente nota berlina. Da quale aspetto inizio? Per esempio, dalle dimensioni: lunghezza 4810 mm, larghezza 1800 mm, altezza 1610 mm, altezza libera 190 mm, passo 2700 mm, carreggiata posteriore 1420 mm, carreggiata anteriore 1410 mm. La massa è di 1545 kg. Rispetto alla berlina, dunque, la GAZ-22 «Volga» è più lunga di 40 mm e più pesante di 85 kg, mentre gli altri parametri elencati sono di fatto identici. Anche il raggio di sterzata minimo è uguale per la station wagon e per la berlina: 6,3 metri.
A differenza della berlina, sulla station wagon GAZ-22 si utilizzavano gli pneumatici più adatti al trasporto di carichi pesanti: 7,00-15ʺ (era possibile utilizzare anche i pneumatici della limousine ZIM da 7,10-15ʺ; sulle ambulanze GAZ-22 si utilizzavano gli pneumatici da 6,70-15ʺ). I freni sono tutti a tamburo, come sulla berlina.
Le sospensioni anteriori sono indipendenti a doppio braccio oscillante; le sospensioni posteriori sono a balestra dipendente. Con queste sospensioni l’auto risultava abbastanza confortevole sulle strade sconnesse così frequenti nell’URSS (e nella Russia di oggi). Sulle curve delle strade normali, però, la macchina si inclinava, grazie a quelle sospensioni a passo lungo, in un modo un po’ pauroso…
La resistenza della carrozzeria della GAZ-22 (ma pure della berlina GAZ-21) alla ruggine è un po’ meno scarsa della maggioranza delle auto sovietiche. Ma l’aspetto più interessante da raccontare è il modo in cui la carrozzeria veniva prodotta. In sostanza, la fiancata della carrozzeria della GAZ-22 veniva ricavata dalla fiancata della berlina GAZ-21, alla quale veniva tagliata manualmente la parte superiore-posteriore e sostituita con un pezzo stampato separatamente.
Sulle vetture destinate all’utilizzo sul territorio sovietico veniva installato il motore ZMZ-21/21A, lo stesso della berlina. Le caratteristiche di tale motore sono: 2445 cm3 di cilindrata, 4 cilindri in linea, 8 valvole, diametro del cilindro 92 mm, corsa del pistone 92 mm, tattilità a 4 tempi, ordine del funzionamento dei cilindri 1-2-4-3. Potenza massima 70–75 CV, a 400 giri/minuto. Coppia massima 170 N·m, a 2200 giri/minuto. L’alimentazione è ovviamente a benzina. Il carburatore è a una camera. Il cambio è a tre marce, solo la seconda e la terza delle quali sono sincronizzate. La posizione del motore è anteriore, mentre la trazione è posteriore (4×2). La velocità massima della GAZ-22 «Volga» con questo motore è di 115 km/h (15 in meno rispetto alla berlina); l’accelerazione fino ai 100 km/h in 34 secondi. La revisione completa del motore è necessaria dopo 250 mila chilometri.
I consumi di benzina per 100 km sono di 14 litri a regime misto, 16 litri a regime urbano e 13 litri a regime extraurbano. Il volume del serbatoio è di 60 litri.
Le portiere posteriori della GAZ-22 «Volga» hanno una forma diversa rispetto a quelle della berlina: lo potete notare facilmente nella loro parte superiore, quella dei finestrini.
La portiera del bagagliaio è fatta di due ante orizzontali: la prima che si apre è quella inferiore (la quale forma una specie di «gradino» orizzontale).
I prototipi sperimentali e le vetture antecedenti la vera e propria produzione in serie della GAZ-22 erano stati costruiti ai tempi della «seconda serie» della berlina GAZ-21, mentre la vera produzione in serie della station wagon era partita nel 1962, quando la berlina era già passata alla terza serie. Di conseguenza, in base al «muso» di una GAZ-22 «Volga» è possibile capire se ci si trova davanti a un esemplare rarissimo (sperimentale, con i «denti» della griglia del radiatore grossi) oppure un esemplare comune (uno di quelli prodotti in serie, con la griglia del radiatore fine).
Nonostante la presenza del divano unico al posto dei due sedili anteriori separati, la GAZ-22 «Volga» è ufficialmente – come pure la berlina – a 5 posti (sulla pratica non sempre, ahahaha). Solo sulle ambulanze e sui taxi il divano veniva sostituito da due poltrone singole.
Ma grazie alla possibilità di abbassare lo schienale del divano posteriore fino a formare una superficie piatta, la GAZ-22 «Volga» può diventare molto capiente. Ufficialmente, può trasportare 5 persone + 175 kg di bagagli oppure 2 persone + 400 kg di bagagli. Nella vita reale il peso delle cose trasportato veniva spesso anche quasi raddoppiato…
Insieme alla station wagon che oggi potremmo definire tradizionale, era stato sviluppato anche il progetto di un furgone da due posti e con tanto spazio per le cose da trasportare: con dei pannelli bianchi al posto di tutti i finestrini laterali a partire dalle portiere posteriori. Allo stesso tempo, si era scoperto che l’avvio della produzione di tali furgoni avrebbe richiesto la produzione di stampi completamente nuovi per le fiancate della carrozzeria: una cosa considerata economicamente poco conveniente (come ho scritto all’inizio, già la produzione della versione-base della GAZ-22 «Volga» costava troppo alla fabbrica). Di conseguenza, la produzione dei furgoni era stata affidata alle officine di riparazione, le quali, grazie alla minore intensità del processo produttivo, potevano permettersi di saldare manualmente i «tappi» metallici nelle aperture dei finestrini della carrozzeria standard delle station wagon. Al giorno d’oggi sono disponibili pochissime foto di quei rari furgoni.
Alcune officine di riparazione avevano realizzato pure delle pick-up GAZ-22 «Volga»: attraverso un banale taglio della carrozzeria e rifacimento parziale del telaio. Si era trattato, però, di una quantità misera di vetture: pochissimi esemplari sono sopravvissuti fino ai giorni nostri (anche a causa di una qualità abbastanza bassa degli interventi di rifacimento eseguiti).
In ogni caso, l’aspetto negativo del bagagliaio della GAZ-22 «Volga» è la posizione della ruota di scorta sotto la sua base: come sulla maggioranza delle macchine vecchie, per accedervi bisogna prima tirare fuori quasi tutti gli eventuali bagagli (immaginate di trasportare un frigorifero o dieci grossi sacchi di patate) e poi estrarre la ruota dalla cavità orizzontale. Beh, all’epoca si faceva così, l’unica colpa degli ingegneri della GAZ è quella di non avere inventato per primi una alternativa più comoda (poi lo avevano fatto, ma solo una decina di anni più tardi progettando la station wagon GAZ-24-02).
Per il resto, l’abitacolo della station wagon GAZ-22 era identico a quello della berlina GAZ-21. Il divano anteriore, come ho già scritto, formalmente era a due posti (anche se fisicamente ci stavano benissimo tre persone). Veniva sostituito con due poltrone separate solo sulle ambulanze (già mostrate prima) e sulle vetture destinate al servizio taxi.
Il divano posteriore è a tre posti, con lo schienale unico. Sulla parte posteriore dello schienale del divano anteriore ci sono due maniglie e un posacenere in centro. Entrambi i divani hanno la parte orizzontale piatta, quindi sulle curve si scivola più o meno fortemente verso destra/sinistra (chi deve tenere il controllo della macchina ne è contento più di tutti).
Come sulla berlina, pure sulla GAZ-22 «Volga» il guidatore è quasi schiacciato dal volante posizionato troppo in basso e troppo in avanti. La maniglia del cambio si trova sempre dietro al volante. A destra del volante vediamo l’autoradio (sui taxi veniva sostituita con il tassametro), l’orologio e il posacenere (sotto) e il portaoggetti.
Gli strumenti disponibili sul cruscotto sono quelli essenziali, come pure sulla berlina. Nel semicerchio in alto vediamo il tachimetro e l’odometro. Nei rettangoli posizionati sotto, invece, vediamo (partendo da sinistra) l’amperometro, l’indicatore del livello di benzina, l’indicatore del livello di acqua e l’indicatore dell’olio.
Tutte le portiere, come sulla berlina, hanno solo le leve girevoli dei finestrini (quelle con pomelli in plastica bianca), le leve della apertura della portiera e la grande maniglia per la chiusura della portiera. I braccioli veri e propri e le tasche per gli oggetti in basso non sono mai stati previsti.
Creata sulla base della più prestigiosa delle berline sovietiche vendute nella sua epoca ai comuni cittadini sovietici, la station wagon GAZ-22 «Volga» non era classificata come un bene di consumo: non esisteva la possibilità di acquistarla nuova per l’uso personale, non ne era nemmeno stato fissato il prezzo al dettaglio. Si poteva solo sperare di riuscire a comprarne una dismessa da qualche organizzazione statale (ma si trattava ovviamente delle auto usate intensamente e ormai in pessime condizioni fisiche) oppure di diventare un personaggio noto e/o importante e ottenere un permesso speciale personale per l’acquisto di questo modello (l’unico esempio concreto e certo noto a me è un famoso artista del circo e attore cinematografico che aveva bisogno di trasportare spesso delle attrezzature di lavoro voluminose). Quasi tutte le vetture della GAZ-22 «Volga» prodotte venivano distribuite tra le organizzazioni statali: soprattutto il servizio ambulanza (più della metà delle vetture prodotte), le organizzazioni commerciali e i parchi taxi. Però tra i taxi sovietici dell’epoca le station wagon erano ancora molto rare, rarissime.
Abbastanza rare erano anche le GAZ-22 «Volga» utilizzate dai vigili del fuoco (come auto di servizio, ovviamente).
Mentre in qualità delle auto poliziesche (comprese quelle della polizia stradale) erano già un po’ più diffuse.
Una quantità ridotta delle vetture prodotte combinata con le specificità di distribuzione e di utilizzo, ha reso la GAZ-22 «Volga» una macchina rara per la sua epoca e rarissima per i giorni nostri. Di conseguenza, è molto apprezzata tra i collezionisti delle automobili di oggi, ma non poteva nemmeno essere sognata dalle persone comuni degli anni della sua produzione. Il design dei suoi esterni può essere definito interessante e piacevole quasi quanto quello della auto-«parente» berlina, ma dal punto di vista tecnico e pratico è molto più interessante la station wagon della GAZ successiva: la GAZ-24-02.