Iseo è un paese di quasi nove mila abitanti in provincia di Brescia che per la propria posizione prometterebbe di essere solo un ennesimo posto lacustre orientato alla soddisfazione dei turisti ricchi. Infatti, si trova su una striscia di terra relativamente stretta tra la montagna e il lago d’Iseo, è circondato da paesaggi belli e dalla natura, apparendo inoltre mantenuto e curato straordinariamente bene (dunque con degli importanti investimenti).
In realtà, invece, Iseo è un paese bello e interessante da vedere anche per i turisti «normali», quelli che vogliono semplicemente fare una passeggiata in un posto esteticamente bello e/o vedere anche un centro abitato nel corso di una gita in quella zona della montagna.
Il centro storico di Iseo corrisponde, secondo le mie osservazioni, alla porzione principale del territorio comunale edificato e può essere definito bello.
Spesso sono esteticamente belle anche le vie secondarie del centro.
Uno dei luoghi del centro più vivaci e belli dal punto di vista tradizionale è la piazza Garibaldi tutta circondata da portici.
La sede del Municipio – uno degli edifici che circondano la suddetta piazza – ha un aspetto un po’ brutale e, allo stesso tempo, ha la stessa caratteristica curiosa di molti altri Municipi di provincia: al piano terra ospita degli spazi commerciali gestiti da privati.
Di fronte al Municipio vediamo il monumento a Giuseppe Garibaldi che sarebbe, secondo la targa aggiunta al piedistallo, il primo a essere stato eretto in Italia: l’11 novembre 1883. Non sono in grado di stabilire quanto sia veritiera l’affermazione sul primato cronologico, ma non posso nemmeno non sottolineare un dettaglio curioso: al momento della pubblicazione di questo racconto fotografico, nella lista dei monumenti dedicati a Garibaldi pubblicata sulla Wikipedia quello di Iseo mancava proprio (volendo potete provare a vedere se è già stato aggiunto). Spero che un giorno qualche storico serio e attendibile riesca a informarmi sulla questione.
Tra gli altri monumenti avvistati a Iseo posso ricordare – per non dover riprendere l’argomento altre volte nel corso del racconto – il busto dello scrittore Gabriele Rosa circondato dalle figure allegoriche della Scienza, della Fede Repubblicana e della Fermezza al Lavoro. Non posso commentare le capacità letterarie del personaggio immortalato, ma posso presumere che uno dei motivi principali per i quali il suo monumento sia stato realizzato è il fatto della sua nascita proprio a Iseo.
Gli altri monumenti di Iseo sono storicamente e artisticamente meno interessanti. Ecco, per esempio, l’obelisco dedicato al Gruppo marinai Carrara e al Gruppo marinai Iseo (perché insieme?) eretto il 24 settembre 1975.
Oppure un altro monumento ai marinai con le solite ancora e catena (ma almeno si è avuta la fantasia di aggiungere una elica). Oppure il monumento dedicato al reggimento paracadutisti «Nembo» della brigata «Folgore» che è conservato un po’ male, ma che sta ancora in piedi.
Mentre quei riflettori metallici della luce solare estiva non sono – se ho capito bene – dei monumenti, ma delle opere artistiche esposte temporaneamente.
A questo punto è meglio passare ai monumenti di vera lunga durata: per esempio, quelli religiosi. Vicinissimo alla già menzionata piazza Garibaldi troviamo la piccola chiesa della Madonna del Mercato (chiamata in questo modo perché la vicina piazza è sempre stata adibita al mercato cittadino). Questa chiesa è interessante per almeno due motivi. In primo luogo, vi faccio notare che essa ha la facciata e l’ingresso in un angolo e in uno dei muri retti (fino a questo momento ho visto una cosa del genere solo a Breno); la pianta della chiesa è quasi quadrata.
In secondo luogo, sono interessanti le opere artistiche che la chiesa contiene: gli affreschi quattrocenteschi e i quadri del XV e del XVI secolo. Alcuni dettagli del pavimento, invece, al giorno d’oggi fanno una strana impressione (anche alle persone che conoscono la storia di certi simboli).
Dietro al castello locale (del quale scriverò più in basso) si nasconde invece l’interessante chiesa della Madonna della Neve (costruita negli anni 1655–1656). Grazie a essa possiamo ricordare un principio importantissimo: l’architettura va fotografata d’inverno… Ma anche dalle foto estive potete valutare la semplicità quasi estrema della facciata e la qualità del portale barocco in pietra.
Nelle rientranze rettangolari della facciata ci sarebbero gli affreschi che raffigurano gli Evangelisti (quelli quadrati) e i santi Antonio da Padova e Giovanni Battista (quelli alti), ma ormai si vedono malissimo.
La cosa conservata meglio all’esterno della chiesa è questa statua, ma non so quanto sia antica (presumo non tantissimo).
Gli interni della chiesa non mi sono piaciuti tanto.
Nel pieno centro di Iseo è però presente una piccola area religiosa decisamente più interessante. Tale area è composta da tre edifici costruiti attorno alla piazza del Sagrato, il più noto e ben conservato dei quali è la Pieve di Sant’Andrea: una chiesa fondata tra la fine del V e l’inizio del VI secolo, ma ampliata e rinnovata nel corso di quasi tutti i secoli successivi. La sua facciata – che presenta una serie di tipi di muratura diversi – comprende pure il campanile in centro con l’ingresso (mai vista una cosa del genere in Italia) e, a destra, l’arca funeraria del ghibellino Giacomo III Oldofredi, podestà di Milano nel 1315 e nel 1321.
Gli interni imponenti sono stilisticamente uniformi (molto probabilmente anche perché sono stati rinnovati nella prima metà del XIX secolo) e belli. Al momento della mia visita erano in corso i lavori di restauro in prossimità dell’altare, ma le cose principali si vedevano comunque.
Ci tengo a precisare in un capoverso dedicato che la Pieve contiene, tra le altre cose, anche una piccola cupola realizzata come una vetrata. Non mi ricordo se ho già visto una cosa del genere da qualche parte.
Un’altra chiesa che si affaccia sulla stessa piazza è la chiesa di San Silvestro, costruita probabilmente come oratorio privato del vescovo di Brescia e citata già nell’inventario del 1296. Il suo lato visibile dalla piazza, però, non fa pensare subito a una chiesa.
Per vedere la facciata bisogna entrare in questo cancello (aperto di giorno).
Questa chiesa fu dismessa nel ’900 e adibita prima a magazzino e poi a laboratorio di falegnameria. I lavori di restauro sarebbero iniziati nella prima metà degli anni ’80 del secolo scorso, ma in quasi quarant’anni hanno portato a risultati abbastanza modesti: la danza macabra scoperta nell’abside dietro alla posizione tradizionale dell’altare, per esempio, si vede meglio sui pannelli informativi che in originale.
Infine, il battistero di S. Giovanni al momento del mio passaggio era chiuso per lavori non so bene di quale genere. Le altre cose visibili sulla piazza del Sagrato non c’entrano con la religione.
Dunque ora passerei alle particolarità di Iseo di altro genere. Il piccolo castello locale – di pianta quadrata, circa 10 metri di lunghezza per lato – già nel IX secolo apparteneva a un monastero bresciano. Non si capisce se precedentemente sia appartenuto ai nobili locali, ma si sa che appartenne a una famiglia di Lovere dall’inizio del ’400 al 1585, l’anno in cui fu donato ai frati cappuccini. Nel 1797 fu nuovamente privatizzato – questa volta in seguito alle soppressioni napoleoniche – e acquistato dal Comune di Iseo solo negli anni ’60 del XX secolo. Solo dopo quest’ultimo passaggio di proprietà iniziò quel «restauro» che portò a questo aspetto un po’ strano del castello.
Attualmente ospita la biblioteca comunale, la sede di alcune associazioni culturali, la sala civica e un cannone. Per nessuno di questi quattro motivi, però, il castello era aperto: di conseguenza, non sono riuscito a vederlo dentro. Non so nemmeno per quante ore al mese o anno venga aperto…
In un modo molto meno «strano» è stato restaurato, negli anni ’80, l’Arsenale del XII secolo: attualmente è uno spazio espositivo.
In generale il centro storico di Iseo mi sembra conservato con una giusta cure dei dettagli, quindi il caso del castello sembra solo una strana eccezione.
Qualche grande villa privata sembra abbandonata, ma ancora recuperabile (e io spero che il recupero avvenga).
Nelle zone meno centrali – anche sul lungolago – spuntano (a volte un po’ a sorpresa) dei palazzi moderni. Solo uno di questi mi è sembrato in qualche misura interessante.
Il lungolago è bello più o meno tutto. In alcuni tratti la pavimentazione era in fase di rifacimento, mentre il paesaggio del lago d’Iseo è una costante.
Non tutte le panchine del lungolago si trovano all’ombra, ma, per fortuna, gli alberi stanno crescendo…
C’è pure lo spazio per i simpatici pescatori amatoriali.
Ciò che da lontano mi era sembrato il luogo di un matrimonio kitsch, in realtà si era rivelato lo spazio pubblicitario di una azienda locale.
Anche i riferimenti alle opere culturali dovrebbero essere fatti con moderazione. Altrimenti, per esempio, prenotate un tavolo al ristorante, ma la polizia municipale si mette a minacciare il cuoco per il volere del sindaco, il cuoco «perde» la prenotazione e si nasconde dietro a un frigo, mentre voi vi mettete a girare disperati per tutto il paese – dove mancano i tavolini per due, c’è una situazione epidemiologica difficile e la polizia municipale agguerrita – in cerca della possibilità di mangiare finalmente in pace…
Solo i bambini hanno abbastanza energie per muoversi veramente tanto. Per loro vicino alla stazione ferroviaria di Iseo è stata attrezzata una intera via (non preoccupatevi per i rumori: alla stazione arrivano non più di due treni all’ora, tutti piccoli e relativamente lenti).
Ecco la stazione stessa:
Io, però, l’avevo utilizzata solo per arrivare con il treno da Brescia. Dopo avere studiato il centro di Iseo, mi ero incamminato verso Pilzone: ne racconterò nel prossimo reportage. L’ultima cosa che ho visto sul territorio di Iseo è stato il cimitero locale: stranamente, per nulla interessante in termini di monumenti.
Ecco, ora mi sembra di avere raccontato tutte le cose più interessanti avvistate a Iseo.
Alla prossima!