Tortona, 30 aprile 2018

Tortona è una piccola città piemontese in provincia di Alessandria. Mi era capitato più volte di sentire il suo nome, ma non sapevo proprio nulla di essa: è già un buon motivo per andare a visitarla.
Il centro storico di Tortona, nonostante le dimensioni ridotte, è interessante. Spesso può anche essere definito bello.

Come nella maggioranza delle città italiane, una buona parte del patrimonio architettonico-culturale di Tortona è costituito dalle chiese. Tra queste andrebbe menzionato in modo particolare l’oratorio di San Rocco, costruito tra il XVII e il XVIII secolo. Appare un po’ cupo e squallido, ma proprio per questo bello.

È da vedere anche dentro, facendo attenzione agli elementi solitamente considerati secondari.

Senza trascurare anche la parte principale.

Il Duomo di Tortona non è brutto, ma nemmeno particolarmente interessante.

Le altre – numerosissime – vecchie chiese di Tortona possono tranquillamente essere viste sola da fuori e solo di passaggio.

La via della cultura.

Il Parco del Castello, situato su una delle colline circondanti la città, mi ha suggerito con il proprio nome che i resti delle costruzioni militari locali – qualora fossero mai esistite – andrebbero ricercate esattamente su questa altura… Ammetto che trovare i resti del castello di Tortona nel mezzo del parco pieno di verde non è stato facilissimo. Anzi, li ho notati quasi per caso (e, per qualche strana analogia, mi sono ricordato che da piccolo immaginavo più o meno in questo modo la città abbandonata di Mowgli).

In sostanza, il castello di Tortona, modernizzato alla fine del XVIII secolo, fu di alte qualità tecniche, ma nel 1801 Napoleone ordinò la sua demolizione in seguito agli accordi presi con Alexandr I (l’imperatore della Russia). Oltre alle pochissime rovine visibili sulle foto precedenti, del castello di Tortona rimane solamente il portale d’ingresso della chiesa del beato Amadeo IX di Savoia rialzato nel XIX secolo per essere trasformato in un telegrafo ottico.

Per fortuna a Tortona sono presenti altri monumenti tenuti con molta più cura. In questo modo, per esempio, vengono ricordati i caduti per l’unità d’Italia.

Qualcuno ha deciso di migliorare il monumento… Caro Comune di Tortona! Spero che tu faccia tutto il possibile poiché gli occhiali restino per sempre sul «volto» di questa statua: le stanno veramente bene. Inoltre, spero che colui che ebbe l’eccellente idea di migliorare in tal modo azzeccato l’opera pubblica venga premiato dal Dipartimento della Cultura. Dico sul serio.

Quanto è bello camminare per le vie di una città bella e tranquilla, popolata dalle persone indifferenti all’arte di alto livello… E quella che roba è?!

La chiesa dei testimoni della Santa Trash?..

Ehm, trash è maschile, ma il termine è comunque applicabile. La chiesa sulla foto è il Santuario della Madonna della Guardia costruito nel 1931. In base a quanto dichiarato sulla targa esposta vicino al portone, la statua della Madonna è alta 14 metri, pesa 12.000 kg e ha la superficie dorata di 200 metri quadri. Le altre doti non sono elencate, ma possiamo tentare di immaginarle nella propria mente.

Sì, raccontatemi ancora del grande design italiano, della bella architettura e del grande senso di stile… Purtroppo tutto passa.

Vabbè, proviamo a entrare… Non volendo disturbare i numerosi credenti con il rumore dell’otturatore (chissà quali reazioni possono generare i cervelli delle persone che pregano volontariamente in un posto del genere), dentro alla chiesa ho utilizzato il telefono. Gli interni della chiesa sono decisamente più piacevoli degli esterni ma comunque non geniali; il corpo del «santo» don Orione (l’ideatore di questa chiesa) non è conservato benissimo (guardate le mani) ma per ora non è stato sostituito con quello finto; l’unico dettaglio veramente interessante è il lampadario-mazzo di rose.

Ma per fortuna rimane ancora qualcosa di positivo da vedere in città. Il centro storico di Tortona è pieno di vetrine d’epoca interessanti.

Solo io vedo il Pac-Man su questa insegna? Se è stata veramente quella l’idea dell’autore, egli ha tutta la mia stima.

Complimenti a chi ha deciso di conservare questa insegna degli anni ’70 (ipotizzo l’epoca in base allo stile). Complimenti anche a chi ha deciso di mettere una targa commemorativa sul palazzo dove una volta si trovava il ristorante in questione (chiuso nel 1986 dopo circa 200 anni di storia).

Complimenti anche alla persona che con il proprio rispetto per la storia della città ha dimostrato: le visite troppo frequenti in pasticceria vi porteranno in farmacia.

Chi prende le decisioni sulla affissione dei cartelli pubblicitari, invece, ha un senso di humor di livello ancora più avanzato.

Quasi quanto i gestori di questo club per i giovani.

Questo, secondo me, è l’autografo cancellato di un camionista.

Ma torniamo alle cose positive. A Tortona è stata trovata una delle panchine di cemento più belle al mondo.

Ma anche alcuni altri modelli locali non sono male.

Ecco, una delle caratteristiche distintive di Tortona è la quantità delle panchine piazzate nei luoghi pubblici: sono praticamente ovunque, in ogni angolo, in ogni spazio verde anche minuscolo, all’ombra e al sole, tante e poche nel gruppo. Pure di verde pubblico ce n’è tantissimo.

Mentre la città stessa è abbastanza piccola e compatta, con un confine molto netto tra il centro urbano e la campagna.

In alcune zone di Tortona ho incontrato dei cartelli con la scritta «Zona Ambientale». Si tratta di una espressione il cui significato legale italiano mi è sconosciuto. Con una certa sorpresa ho scoperto che tale espressione è sconosciuta pure al sito ufficiale del Comune di Tortona. Non mi resta che ipotizzare l’analogia con l’«Area C&rauo; milanese.

I parcheggi per le biciclette sono pessimi: assicurano la salvezza della sola ruota legata.

I cestini, invece, sono belli e funzionali perché comprensivi dei posacenere. Quanto è bello non buttare per terra e non incendiare i rifiuti!

Le griglie della caditoia nel centro storico sono originali. Quella di metallo con i buchi di forma esagona mi hanno ricordato un attrezzo da cucina russo.

In tutta la città ho notato un solo decrottoir ed è già tanto. Non so perché ne siano rimasti così pochi in Italia.

Gli idranti di Tortona spesso sono di altezza insolita oppure piccolissimi e poco riconoscibili.

Il passo carrabile si ostruisce in modo «monumentale».

Qualcuno deve pur accertarsi che gli alcolisti, anche quelli anonimi, frequentino realmente il gruppo e non il bar. Quindi devono essere portati e poi ritirati dai familiari come gli scolari delle elementari. Cosa fanno i familiari nelle ore d’attesa? Probabilmente fanno un loro gruppo e bevono per disperazione.

In alcuni punti di Tortona si trovano degli stand con un pezzo della mappa della Via del Mare. In teoria sarebbe un sentiero che collega Tortona a Portofino, ma sulla mappa per un motivo a me sconosciuto è indicata solo la sua prima parte.

L’esistenza della Via del Mare è probabilmente una scusa formalmente valida per l’esistenza sul territorio cittadino del «Museo del Mare». Non sono in grado di commentare la sua collezione perché è aperto solo di sabato (giorno della settimana diverso da quello della mia visita a Tortona).

Uno dei parchi di Tortona propone ai bambini di sentirsi marinai. Non male, anche se mi è capitato di vedere degli esempi migliori.

Mentre i bambini giocano, i genitori cercano di sincronizzarsi su tutti i canali del mondo con delle antenne super potenti.

L’utilizzo dei vecchi bancali per la creazione dei mobili da bar è sempre più di moda. Questo esempio di Tortona è uno dei più creativi che mi sia capitato di vedere.

Anche l’insegna in 3D di una tabaccheria è originale. Probabilmente, qualcuno in città sta cercando di attenuare l’effetto estetico negativo prodotto dalla mega-statua.

Anche alcuni dettagli della stazione ferroviaria (in uno buono stato di conservazione storica) fanno una impressione positiva.

Ops, è arrivato il treno per Milano.

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