Clusone, 31 ottobre 2022

Clusone, un comune situato nella parte nord-est della provincia di Bergamo, è talmente esteso e bello che meriterebbe di essere definito una bella piccola città. Ma, formalmente, è solo un paese ed è probabilmente per questo che non è particolarmente noto ai (o preso in considerazione dai) potenziali turisti che avrebbero potuto apprezzarlo da diversi punti di vista.
Il centro storico di Clusone, per esempio, è bello da vedere anche semplicemente vagando a caso per le numerose vie larghe e non.

Anche l’architettura moderna delle zone periferiche è spesso esteticamente piacevole, ma, per i miei gusti, contemplabile solo in piccole dosi (lo avrei scritto di qualsiasi periferia, non solo di quella di Clusone).

Quindi l’aspetto non meno interessante della periferia di Clusone è la vista che si apre subito dopo le ultime abitazioni private.

Il vivere in una casa privata con un giardino in periferia consente non solo contemplare la vista, ma anche creare qualcosa di insolito per i bambini.

Anche gli ex-abitanti di Clusone si sono meritati un ambiente rasserenante.

Ma torniamo in centro, dove ci sono tante cose belle e più allegre da vedere.

Uno degli edifici civili più interessanti del centro di Clusone è il Municipio: un palazzo costruito tra il XI e il XII secolo a scopo difensivo. Ora, nel XXI secolo, è possibile entrare liberamente nel suo cortile, attraversarlo, contemplare alcuni dettagli belli e interessanti. Ancora più belle e interessanti sono le facciate del palazzo ricoperte di affreschi, ma arriveremo a esse più avanti.

È interessante pure un altro edificio istituzionale, anche se di un genere molto diverso: la sede delle carceri mandamentali. L’edificio sarebbe stato costruito nel XV secolo e poi modificato sostanzialmente tra il XVII e il XVIII secolo. Originariamente appartenne a una famiglia estintasi nella prima metà del XIX secolo. Passato al demanio, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo il palazzo è stato diviso tra tre nuovi «residenti»: gli uffici della Agenzia delle imposte, la caserma delle Guardie doganali (diventando poi la sede della Guardia di Finanza) e il carcere. Nessuno di questi residenti è però più presente nel palazzo a partire dagli anni ’70 del XX secolo. Di conseguenza, a marzo del 2004 lo Stato ha messo in vendita l’intero palazzo (assieme ad altre sette carceri in altre sette località italiane). Nonostante un certo interessamento da parte del Comune di Clusone verso l’edificio, alla fine la vendita è stata eseguita: l’edificio sarebbe stato acquistato da una società (il cui nome mi è sconosciuto), ma rimane tutt’oggi in uno stato di abbandono. Penso che il recupero della sua bellezza originale – menzionata in diverse fonti e facilmente ipotizzabile dal fatto che inizialmente appartenne a una famiglia ricca – possa essere una opera positiva, ma altrettanto interessante sarebbe trasformarlo in un museo del sistema carcerario.

Gli edifici gestiti dalle società più responsabili, anche da quelle più piccole, si trovano in condizioni decisamente migliori.

Nelle condizioni sempre buone si trovano solo gli edifici religiosi. Inizierei dalla chiesa della Beata Vergine del Paradiso (detta anche chiesa del Paradiso), costruita nel XIV secolo con le pietre derivanti dai fortilizi ghibellini e guelfi distrutti, che è stata più volte ampliata nei secoli successivi. Sicuramente proprio a questo ultimo fatto è dovuto il forte contrasto tra il suo aspetto esterno e la stilistica interna. Il portale centrale, poi, sembra essere di un terzo stile estraneo a quelli degli interni e della facciata (è stato realizzato nel 1993 al posto di un vecchio portale in legno). Ma complessivamente è una chiesa bella e interessante, da vedere.

La chiesa stilisticamente più uniforme che ho apprezzato di più è quella dei Santi Difendente e Rocco (costruita tra il 1470 e il 1471): piccola e molto semplice, è decorata – dentro e fuori – con degli affreschi interessanti da studiare. Si sono conservati fino ai giorni nostri solo in parte, ma sono belli comunque.

L’edificio che solo presumibilmente è di origine religiosa – ma per questo motivo misterioso è ancora più interessante – è recintato da tutte le parti ed è visibile solo da due lati. Non sono ancora riuscito a scoprire il suo nome, la sua storia e, soprattutto, il motivo della sua stranissima struttura attuale. Cercherò.

La chiesa di Sant’Anna (della fine del XV secolo) è quella apparentemente più decadente, ma all’interno è anch’essa interessante. La mia unica delusione è stata quella di non essere riuscito a vedere bene le insolite vetrate (sembra quasi che siano fatte con i fondi delle bottiglie ahahaha): dentro sono quasi completamente coperte dal soppalco sul quale è posizionato l’organo.

E poi capitano, a Clusone, delle chiese minori perfettamente incastrate in mezzo ai normali edifici residenziali: mi sorprendevo abbastanza ogni volta che ne notavo una.

Ma l’edificio religioso più importante di Clusone è la basilica di Santa Maria Assunta. Il suo campanile si vede bene da quasi tutti i punti del paese, quindi è impossibile non trovarla.

Posizionata su una collina, la basilica (costruita alla fine del XVIII secolo al posto di un antico tempio romano e alcune chiese cattoliche di epoche successive) è bella sia come l’oggetto di uno attento studio artistico architettonico, sia come il punto di contemplazione dei paesaggi montani rasserenanti.

Al suo interno la basilica non ha le grandi quantità degli affreschi (a differenza delle altre chiese di Clusone), ma è bella per altri motivi. È troppo grande per essere raccontata in poche parole, dunque vi dico solo che è da vedere.

Dello stesso complesso architettonico fanno parte, assieme alla suddetta basilica, anche altri due edifici religiosi. Uno di questi ultimi è l’oratorio di San Luigi Gonzaga (della fine del XVIII secolo), che per la sua sfortuna si perde un po’ nel contesto dove è inserito ma non va perso dai turisti che sono stati avvisati da me. Vi avviso: non dimenticatevi di entrarci.

Il secondo degli edifici che affiancano la basilica è l’oratorio dei Disciplini (della metà del XIV secolo). Al momento della mia visita non era possibile vedere gli interni, ma sono stato pienamente ricompensato dalla visione degli affreschi esterni e dall’ascolto (clandestino, ahahahaha) di una loro breve spiegazione storica-artistica raccontata dal leader (o guida? boh…) di un piccolo gruppo turistico capitato sul posto contemporaneamente con me. Dunque, ora posso raccontarvi, senza temere di sbagliare, che il bellissimo affresco della facciata (danneggiato barbaramente dalla costruzione di una scala esterna nel XVII secolo, poi rimossa nel 1868) è stato realizzato nell’ultimo quarto del XV secolo. La sua parte superiore raffigura il Trionfo della morte e l’incontro dei tre vivi e dei tre morti (due temi abbastanza popolari nel medioevo, solo il primo si riferisce in qualche modo alla esperienza europea della peste nera). Nel rettangolo inferiore, invece, è raffigurata la Danza macabra (dove ogni personaggio viene accompagnato dalla propria morte). Non mi è mai capitato prima di vedere una opera del genere di qualità, dimensioni e stato di conservazione simili. Direi che questo affresco potrebbe costituire, da solo, un motivo sufficiente per visitare Clusone.

Sotto i porticati dello stesso Oratorio, poi, l’argomento della morte viene ripreso da una esposizione relativamente ampia delle varie lapidi…

Ovviamente, sul territorio di Clusone sono presenti anche delle chiese relativamente moderne, ma non so se tutti avranno le forze per vedere pure quelle.

Pure il cinema locale, apparentemente un «tempio della cultura» molto grande, si trova in realtà nello stesso edificio di un oratorio moderno… Un oratorio esteticamente un po’ terrificante che pretende però di essere riconosciuto come la sede ufficiale di quella entità mitologica…

Ma torniamo, finalmente, alla architettura civile di Clusone: non voglio passare per un fanatico religioso! Uno degli edifici antichi privati più belli è il Palazzo Fogaccia, costruito tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo per il conte Vittorio Maria Fogaccia. Al giorno d’oggi il Palazzo appartiene ancora ai discendenti del conte, viene utilizzato in qualità di una abitazione privata e solo occasionalmente ospita dei concerti e visite guidate. Nel 1910 è stato riconosciuto dal Ministero della pubblica istruzione una Opera di importante valore artistico, a quanto pare meritatamente: all’interno è riccamente decorato con affreschi e altri tipi di opere artistiche. Ma non so proprio come si possa venire a conoscenza di una visita guidata programmata.

Nelle vicinanze del suddetto Palazzo si trova una serie di case apparentemente più antiche, esteticamente belle e in parte disabitate: secondo me meriterebbero di essere salvate e tutelate (anche se capisco che la missione viene ostacolata dal fatto che gli edifici storici possono essere restaurati, ma non ristrutturati).

Tra gli ambienti antichi di Clusone è altrettanto interessante la piazza alla quale si affaccia il già menzionato palazzo del Comune. La sua facciata, in particolare, è interessante per due motivi:
1) la torre dell’orologio astronomico, realizzato nel 1583 e tuttora funzionante, che segna i movimenti del sole e della luna, le ore del giorno e la durata della notte, gli equinozi ed i solstizi, le costellazioni dello zodiaco, le lunazioni, i mesi, le ore e i minuti. Il meccanismo va caricato a mano tutti i giorni (e viene puntualmente caricato dal momento della installazione);
2) gli affreschi raffiguranti il blasone cittadino e gli stemmi dei podestà veneti succedutisi a Clusone a partire dal 1470.
Ma io vi consiglierei di non dimenticare anche gli altri palazzi della stessa piazza.

L’orologio Fanzago, un meccanismo modernissimo per i suoi tempi, vu studiato in dettaglio.

Non senza ragione, la bellezza del palazzo comunale viene sfruttata – nel senso positivo – dalle attività commerciali della zona.

Purtroppo, l’arte moderna presente a Clusone non è dello stesso livello qualitativo.

La suddetta mancanza viene ricompensata almeno dagli arredi urbani curiosi, originali e utili: quasi geniali.

Ma, ovviamente, continuo a sperare che l’antichità abbandonata venga recuperata.

In alcuni casi dipende tutto solo dalla volontà dei privati abbienti. Per esempio, una delle grandi ville private più belle è in vendita: andrebbe recuperata.

L’importante è non affidare tutto a qualche «genio» che non ha capito un tubo del mondo circostante…

Bene, finisco qui il mio racconto sulla visita a Clusone. Spero di essere riuscito a trasmettere almeno una parte della sua bellezza.
P.S.: colgo l’occasione per ricordare a tutti che l’ottobre e il novembre sono i mesi migliori per il turismo nelle città perché corrispondono al periodo dell’anno con meno turisti in giro. Se e quando vi dovesse capitare la possibilità di verificare di persona questa mia segnalazione, provate pure: rimarrete soddisfatti!

I commenti sono chiusi.