Garlasco, 9 dicembre 2016

Ho dovuto andarci di persona per scoprire che Garlasco (in provincia di Pavia) dal punto di vista turistico è una città senza senso. L’architettura antica meritevole di attenzione è poco presente (oltre ad essere un po’ strana).

Quella religiosa, come è solito per le città italiane, si trova a un livello mediamente alto.

Il Duomo locale, con la facciata non spiccante per l’originalità, è interessante dentro per una ricca varietà del disegno naturale delle pietre…

… e per il presepe fatto con cura (qualcuno ci è arrivato a fare il lago con uno specchio)…

… e la statua di una «santa» di cogno recente accompagnata dalla foto di Teresio Olivelli (leggete pure il stranissimo articolo di Wikipedia su questo personaggio particolare).

La mia esplorazione degli interni del Duomo ha avuto un sapore anomalo a causa dalla peggiore musica pop (accesa a un volume simile di quello tipico di una discoteca) proveniente dalla piazza adiacente. Da chi era stata accesa? Dai gestori di questa pista di pattinaggio.

Oltre alla suddetta pista, sulla piazza tra il Municipio e il Duomo era posizionato pure l’albero di Natale… Siete ancora insoddisfatti di quell’albero che hanno messo nella vostra città?

Dicono che Garlasco è molto popolare tra i turisti religiosi per la presenza, a poca distanza dal centro abitato, del Santuario della Madonna della Bozzola. Mi limito a dire che non è male, anche se la struttura religiosa più bella del pavese per me resta sempre la Certosa di Pavia.

I turisti normali, invece, potrebbero essere attirati dalle voci sulla esistenza del «castello» di Garlasco. In realtà, però, del castello resta solo una torre, peraltro restaurata in un modo un po’ vandalico.

Mentre gli interni della area del castello non mi sarebbero mai sembrati tali se io non avessi letto quel cartello con lo sfondo marrone che parlava, appunto, di un castello del XIV secolo.

Rimanendo in tema bellico, sottolineo la bellezza del monumento ai caduti per la Resistenza: almeno, non è la solita scultura pseudo-eroica.

A questo punto dovrei dirvi qualcosa sulla architettura civile (almeno quella del centro storico), ma l’unico dettaglio interessante è rappresentato dalle finestre disegnate sulla facciata di una vecchia palazzina.

A giudicare dai segni avvistati su alcune mura, in un determinato periodo storico di Garlasco i nomi delle vie venivano scritte direttamente sulle case con l’aiuto di un normografo.

Mentre ora sono molto diffuse le semplici targhe a bassissimo costo.

Meno male che ci sono le aziende private a mettere la loro pubblicità grafica nei posti giusti.

Ma i veri artisti sono i creatori della segnaletica orizzontale sulle vie di Garlasco: sono molto diffuse le strisce pedonali zigzagate (in vari modi).

Nel centro storico sono molto diffuse le piste ciclabili. Il loro aspetto positivo è la corrispondenza con la carreggiata (e non con il marciapiede pieno di gente indifesa); il loro aspetto negativo è la quasi totale assenza di protezione fisica dal traffico automobilistico. In ogni caso, è da sottolineare che quasi tutti i ciclisti di Garlasco cercano, responsabilmente, di stare sulle corsie a loro dedicate. Chiedo scusa a quella ciclista che si era trovata in difficoltà nell’evitarmi mentre scattando una foto in mezzo a quella striscia rossa.

Finalmente delle girandole simpatiche!

Anche Garlasco ha un modello di cestino proprio originale. Questo esemplare va direttamente nella mia collezione fotografica.

Un po’ meno diffuso è un altro modello, anche esso visto solo a Garlasco.

E poi basta, non mi resta più quasi niente di interessante da farvi vedere… Solo la piccola stazione ferroviaria che con questa nebbia diventa una rappresentazione fisica della speranza. La speranza di vedere improvvisamente comparire un treno capace di portarci via da questo posto.

Poco prima della partenza il signore che vedete sulla prima foto della stazione mi ha fatto notare un dettaglio curioso. Mentre Garlasco è sempre stato un paese lombardo, il passaggio a livello vicinissimo alla stazione è gestito da un ente di Torino. «Ma noi paghiamo le tasse in Lombardia!».

Se sono accidentalmente riuscito a farvi innamorare di Garlasco, comprate pure questa casa indipendente di 100 m2 a 50.000 euro.

P.S. Asia! Sono sicuro che tra qualche anno lotteranno per farti bere quanto, dove e ogni volta che vuoi.

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