Qualcuno potrebbe chiedermi cosa sono andato a fare in una città di appena 6 mila abitanti se esistono delle località ben più interessanti. Io, invece, non me lo chiedo: so che ogni luogo ha delle proprie particolarità uniche e irrepetibili.
Robbio (in Provincia di Pavia) ha, per esempio, la maggiore quantità di chiese pro capite tra tutti i centri abitati che ho visto finora: ne ho contate almeno sette. Il Duomo di Robbio è semplicemente grande (come dimensioni), del resto non ha alcunché di interessante.
La chiesa di San Pietro (della seconda metà del XII secolo) è, apparentemente, l’unica a meritare la nostra attenzione a causa della propria antichità. Ovviamente è chiusa, come, del resto, tutte le cose più interessanti in Italia.
Non avevo un cacciavite dietro, quindi la bella serratura della chiesa è rimasta al suo posto.
Vabbè, lasciamo perdere le chiese. Vi dico solo che l’unica veramente da vedere è la chiesa di S. Michele, mentre tutte le altre potete anche ignorarle. Inoltre, come se non bastassero gli edifici religiosi veri, sul territorio di Robbio è presente una certa quantità di chiese finte. Questa, per esempio, in realtà è la sede locale della «Associazione commercianti della Provincia di Pavia». (UPD: mi hanno scritto che in questo caso si tratta di una chiesa utilizzata dalle truppe napoleoniche per dei scopi civili e quindi sconsacrata.)
Anche il resto del centro è bello e ben curato.
Alcuni negozi sembrano lasciati stilisticamente intatti da più di cento anni.
Il primo scorcio del castello locale che ho visto è talmente piccolo e innaturalmente bello che sembra finto. Il cancello inquadrato è alto due metri o poco più (ero riuscito a toccare la cima dell’arco con la mano).
Sì, all’inizio sembra proprio finto. Anche perché in alcune zone è affiancato da edifici più moderni estranei.
Ma in realtà finto non è: ce ne rendiamo conto una volta arrivati all’ingresso principale. Purtroppo, però, ci rendiamo anche conto delle sue condizioni precarie dovute allo attuale stato di abbandono (guardate le finestre).
Sono riuscito a fotografare il cortile da uno dei buchi nel cancello della foto precedente. Direi che se quei cittadini disinteressati alla storia che ora stanno nel Municipio di Robbio decidessero di regalarmi questo castello, io lo avrei ristrutturato con le proprie mani. Ovviamente sarei pure disposto a fare delle visite guidate.
Un’altra caratteristica tipica di Robbio (dopo l’amore per le chiese) è la grande attenzione verso le risorse idriche. In giro per la città vi sono delle grosse pompe dell’acqua manuali. Mai visto prima una struttura del genere in Italia.
Le pompe di cui sopra vengono a volte utilizzate con troppa insistenza.
Ma una struttura ancora più interessante è il distributore automatico dell’acqua sfusa, realizzato in uno stile monumentale. (UPD: una lettrice mi ha comunicato che in origine l’edificio era del peso pubblico.)
Un litro d’acqua costa appena 7 eurocentesimi.
La comodità di vivere in un determinato centro abitato non dovrebbe però essere determinata dalla sola disponibilità dell’acqua… Di panchine a Robbio ne ho viste poche, ma queste sono originali:
Questo cestino mi ricorda uno robot uscito da qualche cartone animato (non mi ricordo quale):
I parcheggi per le bici private sono originali ma montati male: oggi non si fabbricano delle biciclette così lunghe.
Anche a Robbio (come a Sondrio o nella vicina Mortara) vivono tante persone tecnologicamente arretrate che ancora noleggiano i film. Appositamente per loro è stato installato un distributore automatico.
L’industria locale si trova ad un livello avanzato.
Pure l’agricoltura di Robbio ha qualcosa da far invidiare ai vicini. Sono le banane queste, no?
E il settore dei trasporti come è messo? Insomma… La stazione ferroviaria è piccolissima e chiusa a chiave. Dai soli due binari partono dei treni da sole due carrozze: una volta all’ora per Vercelli e Pavia e, ogni tanto, per Mortara.
Amo i vecchi cartelli. Ma pure quelli li troverete ai loro posti: non ero attrezzato nemmeno per eliminare i testimoni del furto…
OK, è il momento di dirvi che a Robbio non ci sono altre cose interessanti, quindi possiamo partire.