Caravaggio, 26 aprile 2013

Una persona comune sa almeno due cose sulla città di Caravaggio (quella in provincia di Bergamo). La prima cosa nota: in quella città erano nati e vissuti per un certo periodo i genitori del famoso pittore. Tanti pensano di sapere che anch’egli fosse nato lì, ma è un sapere sbagliato: Michelangelo Merisi nacque a Milano.

La seconda cosa comunemente nota su Caravaggio è la presenza del Santuario costruito tra il XV e il XVIII secolo. È situato a poco più di un chilometro dalla città ed è facilmente raggiungibile a piedi. L’arte e la storia ci interessano, quindi cominciamo da lì.

La sua chiesa è bella solo dentro. In più, è l’unica cosa bella e interessante di tutto il Santuario.

Dato che non intendo ripetere il lavoro svolto già migliaia di volte dagli autori delle guide illustrate e cartoline (ma pure dai turisti rimbambiti), vi faccio vedere una di quelle cose sulle quali solo io illumino la gente. Eccovi una fontanella con l’acqua santa.

Non è una installazione tanto diffusa nelle chiese cattoliche che mi è capitato di vedere finora, quindi ho pensato di studiarla bene. Ebbene, non è fatta di marmo, si chiude a chiave (perché?!) ed è tecnologicamente avanzata: per ricevere dell’acqua bisogna premere un pulsante. Respect…

Nel sotterraneo c’è pure una fonte dell’«oro trasparente» locale: avevo visto uscire delle persone con le taniche da 20 litri. Ma noi siamo delle persone mentalmente sane, quindi ci interessano solo i mosaici che ricoprono tutte le superfici dei sotterranei: da non perdere.

Oltre la chiesa, vi sono pochissimi dettagli interessanti sul territorio del Santuario. E solo uno mi ha colpito particolarmente… Tutti si ricordano della cacciata dei venditori dal Tempio? Tutti sanno che in qualche modo sono ritornati? Ora sappiate che nessuno ha mai pensato di cacciare i banchieri:

Ma è l’ora di andare ad esplorare la città: con un nome del genere chissà quanto è bella… Alle mie attese la città rispose con un bel «fottiti». I pochissimi edifici belli sono quasi tutti religiosi.

Il lato positivo di una situazione del genere sta nella maggiore facilità di trovare i dettagli e le particolarità locali più piccoli, quelli che spesso si perdono nel grande insieme delle cose nuove da scoprire. Beh, a dire il vero non sono sempre tanto piccoli, ecco una delle insegne in cemento più grandi che io abbia mai visto:

Una aiuola che protegge una vetrina dalla strada: mi sa che è la prima volta che vedo una cosa del genere.

Ogni città deve avere un proprio Grande Mistero. Il mistero di Caravaggio è il Museo Navale, aperto solo di sabato dalle 15 alle 18. Perché è a Caravaggio? Perché è aperto solo tre ore a settimana? Perché è grande circa 30 metri quadrati? Come sopravvive in una citta di circa 17mila abitanti? Non ho trovato risposte: il giorno della mia visita era un venerdì.

Ogni città che si rispetti deve avere almeno un monumento bello. A Caravaggio ne ho trovato uno: si chiama «Scuola libera» e raffigura uno scolaro degli anni ’50 (mi sembra).

Per quanto riguarda l’architettura, invece, non ho proprio trovato alcunché di interessante a Caravaggio. Cioè, proprio zero. Sì, ovviamente di palazzi vecchi ce n’erano. Ma oltre l’età non avevano nulla di particolare. Erano talmente noiosi che il Municipio appariva come un capolavoro del pensiero umano:

Mentre i cittadini privati vivono in dei palazzi che a volte possono addirittura essere definiti volgari:

Quindi per forza dobbiamo tornare a studiare i piccoli dettagli. I numeri civici sono scritti sulle targhette di ceramica.

Come saprete già, nessuno dei miei reportage può essere considerato completo senza la foto delle panchine e dei cestini. In effetti, sono degli oggetti importantissimi che assistono la popolazione locale nella vita quotidiana.

Concludo con la foto di un ufficio postale mobile. Non ne ho mai visto uno in Italia…

Insomma, questo viaggio è stato una delle mie delusioni esplorative più grandi. La città del Caravaggio è una delle più noiose, grigie e inutili località al mondo. Passando l’infanzia in un buco del genere è veramente difficile acquisire la mentalità a la visione del mondo propria a un pittore…
Ovviamente è solo una mia impressione personale. Probabilmente, una somma consistente di euri in entrata potrebbe farmi cambiare idea 🙂