RAF-977 «Latvija»

Secondo me le auto, soprattutto quelle popolari, costituiscono un elemento importante dell’ambiente urbano moderno. Con la loro evoluzione cambia anche l’aspetto delle città. Fino alla metà degli anni ’80 del secolo scorso a far parte dell’ambiente urbano sovietico c’era anche il minibus RAF-977 «Latvija», prodotto a Riga (Lettonia) dal 1959 al 1976. Per più di due decenni è stato talmente diffuso che è strano oggi sentirlo confondere con l’UAZ-452 o chiamarlo «una copia» del Volkswagen T1.

Questa macchina è il modello precedente l’altrettanto popolare e diffuso RAF-2203. In 17 anni della sua storia il RAF-977 ha subito numerose modifiche ed è stato prodotto in varie versioni destinate a dei scopi specifici. Una delle poche costanti è stata la quantità delle porte: quattro, una delle quali posteriore.

Le dimensioni del RAF-977 erano le seguenti: lunghezza 4900 mm, larghezza 1950 mm, altezza 2100 mm. Pesava 1675 kg e poteva trasportare fino a 850 kg di carico.

Il motore installato su tutte le vetture era prodotto dalla fabbrica russa GAZ (quella che produceva le «Volga»): aveva 2445 cm3 di cilindrata, 75 CV, fino a 4000 giri al minuto, 4 cilindri da 92 mm in linea. Il funzionamento del motore era garantito fino a 250.000 km. La velocità massima era di 130 km/h, il consumo di benzina a regime misto pari a 9 litri per 100 km. Il serbatoio era da 37 litri. Il cambio era meccanico, a tre marce.

A differenza del Volkswagen T1, sul RAF-977 il motore era anteriore e verticale. Per evitare un peso eccessivo e sproporzionato sul ponte anteriore, però, il motore era leggermente arretrato rispetto alla posizione che sarebbe stata per esso più logica. Quindi in mezzo ai due sedili anteriori si trovava una «gobba» che copriva il motore. Questo coperchio veniva spesso utilizzato come un tavolino.

Come ho scritto all’inizio, esistevano varie versioni del RAF-977. La produzione di quella destinata al trasporto merci è partita nel 1962 e già nel 1966 è stata spostata ad un’altra fabbrica.

Il minibus RAF-977 da 11 posti (guidatore + 10 passeggeri) è stato prodotto fin dall’inizio, ma nel 1968 ha subito la modernizzazione più visibile rispetto alle altre versioni. Per esempio: dal 1959 al 1968 su ogni lato della vettura vi erano 5 finestrini.

Mentre nel 1969 è stato tecnicamente possibile ridurli a tre per lato senza far perdere in solidità alla carrozzeria. Di conseguenza, è stato anche possibile allargare la portiera per i passeggeri.

L’ambulanza RAF-977, attrezzata con tutti gli strumenti necessari, poteva trasportare due persone in barella più cinque componenti del personale medico. Sul tetto erano posizionate due luci: quella a destra serviva per la illuminazione dei numeri civici dei palazzi di notte, mentre la luce posizionata a sinistra era quella con la croce rossa distintiva.

La versione lux «da turismo» era destinata alla esportazione e all’accoglimento dei turisti stranieri. Aveva nove posti per i passeggeri più due posti per l’autista e la guida turistica (microfono era di serie). La parte anteriore del tetto era apribile, mentre sopra quella posteriore era aggiunto il portabagagli. Come tutte le altre versioni del RAF-977, anche questa non veniva venduta ai cittadini privati, ma solo pubblicizzata.

All’interno di questa versione «turistica» i passeggeri erano seduti in questo modo:

La disposizione dei sedili era uguale su tutti i RAF-977 addetti al trasporto delle persone. L’unica differenza tra la versione «lux» (due foto precedenti) e quelle per i sovietici stava nella qualità dei materiali utilizzati per gli interni. Nelle grandi città dell’URSS il minibus RAF-977 veniva utilizzato in qualità dei taxi a corsa fissa.

In alcuni piccoli aeroporti dell’URSS per il trasporto dei passeggeri da e verso l’aereo veniva utilizzato l’autotreno RAF-980 costruito sulla base del RAF-977.

La produzione del RAF-977 è stata interrotta nel 1976 per convertire la fabbrica alla produzione del RAF-2203 appena progettato. Entro la fine degli anni ’80 più del 90% dei RAF-977 è stato rottamato (e sostituito dal nuovo modello) a causa di troppi guasti, corrosione della carrozzeria troppo veloce e l’invecchiamento tecnico del modello. Gli esemplari ancora in vita sono veramente pochissimi, spesso utilizzati in modo strano e conservati male.

Concludo con la foto del modellino 1/43, mai visto dal vivo.

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