La scelta di visitare Rossino, una piccola frazione collinare di Calolziocorte, potrebbe sembrare strana ad alcuni residenti e/o conoscitori della rispettiva zona della provincia di Lecco (pochi chilometri a sud del capoluogo). Mentre in realtà la mia non era stata una scelta e non si era assolutamente rivelata strana. Infatti, pianificando le mie passeggiate in montagna dell’agosto 2025 avevo elaborato il piano di arrivare con il treno a Calolziocorte e poi salire a piedi verso le montagne di mio interesse. La strada scelta per la salita, però, nel suo tratto iniziale attraversa (o passa nelle vicinanze di) alcuni centri abitati: in generale non sono dispiaciuto per questa cosa perché viaggio anche per «spiare» l’organizzazione della vita degli umani. Non sono dispiaciuto nemmeno per il fatto che il primo centro abitato da esplorare capitato sulla mia strada (a Calolziocorte ci ero già stato nel 2016, dunque non mi sono trattenuto questa volta) è stata proprio la frazione Rossino: è un paese piccolo, ma con alcune cose belle da vedere.
La strada da Calolziocorte a Rossino – e non solo fino a quello, perché poi prosegue verso un altro paese – è un tornante con una pendenza non particolarmente pesante per una persona abituata a camminare per più di due minuti al giorno. Per tratti notevoli si cammina sul bordo della strada e non su un marciapiede tradizionale, ma nemmeno questo mi è sembrato un grosso problema: la strada è poco trafficata, mentre il bordo è sufficientemente largo per una persona adulta. A un certo punto lungo quella strada iniziano a comparire delle singole case private. Vedendo solo esse, ho avuto il sospetto che tutto il paese fosse fatto così.

All’ennesima curva spunta un edificio palesemente abbandonato, ma non da troppo tempo: per ora non sembra ancora essere rovinato dal punto di vista estetico o strutturale. Una veloce ricerca su internet ma ha fatto scoprire che è l’ex ristorante / albergo «L’Innominato», attualmente in vendita per appena 250 mila euro (ma è da pulire e da attrezzare dentro). Non so bene chi potrebbero essere i potenziali clienti: i non numerosissimi residenti della zona e/o i turisti che passano davanti in macchina mentre vanno verso i punti di partenza dei sentieri in montagna? Boh, non saprei.

Perché quel ristorante in vendita si chiamava «L’Innominato»? Perché la zona – non solo il paese Rossino – è piena di riferimenti al romanzo «I promessi sposi»: una volta arrivati, finalmente, nel centro abitato vero e proprio, ce ne accorgiamo velocemente. Nel paese c’è pure uno degli edifici candidati allo status del «castello dell’Innominato», ma non è visitabile perché privato. Alessandro Manzoni, pur avendo ambientato la propria opera anche in questa zona geografica, non sempre preoccupò di fornire dei geotag ai lettori.

Non trovando l’architettura civile interessante e non potendo accedere a quella militare, accontentiamoci di quella religiosa. A Rossino ci sono ben due chiese, la prima che vedete per intera arrivando da Calolziocorte sarà, molto probabilmente, quella di San Lorenzo Martire (costruita alla fine del XVIII secolo sul posto di una chiesa dell’inizio del XVII secolo). Fuori non ha alcunché di interessante.

È molto meglio dentro.

Di fronte alla suddetta chiesa si trova l’antica chiesa di San Lorenzo Vecchio: ho letto che ha la forma tipica della prima metà del XII secolo, mentre le prime testimonianze documentate della sua esistenza sono del XIV secolo. I miei occhi, invece, vedono che questa chiesa non ha una facciata, è addirittura un po’ difficile da individuare la sua porta d’ingresso. Solo la posizione del campanile – palesemente di costruzione più recente – fa capire da che lato cercare.

Non posso dirvi nulla sugli interni perché al momento del mio passaggio in zona questa chiesa era chiusa (e mi dispiace perché presumo che sia interessante). In compenso vi mostro un sarcofago senza nome posizionato vicino all’ingresso.

Una grande e curiosa particolarità del luogo: la piazza che si trova in mezzo tra le due chiese appena menzionate è di proprietà privata. Fortunatamente, non mi hanno né cacciato né arrestato per l’infiltrazione, ma chissà come fanno quelle persone che frequentano, più o meno regolarmente, le chiese ahahaha

Un altro luogo religioso interessante del paese è questa edicola:

Le rimanenti cose interessanti di Rossino sono due. Una è il parco locale, inquadrato per il 90% sulla seguente foto.

E poi, c’è da dire che a Rossino c’è una vera e propria farmacia automatica: una macchinetta che vende non solo e preservativi. Per qualche strano motivo le macchinette del genere sono rarissime in Italia: è per quello che mi sono stupito tanto di vederne una proprio in un piccolo paese prealpino.

E poi basta, non c’è più alcunché di interessante a Rossino. Il mio cammino ha continuato verso la prossima tappa intermedia: il paese Erve. Trovo più logico parlarne in un racconto separato.



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