Zogno, 2 maggio 2025

Un giorno – del quale non mi ricordo più la data precisa – ho visto su un noto social network delle foto interessanti del paese chiamato, nelle didascalie, Ubiale Clanezzo. Quelle poche immagini mi erano state sufficienti per capire che voglio vedere il posto con i propri occhi. Allo stesso tempo, mi era da subito sembrato poco sensato spendere una giornata (e compiere un viaggio) per vedere solo un piccolo paese. Di conseguenza, avevo deciso di vedere, oltre alla destinazione principale del viaggio, anche alcuni altri piccoli centri abitati della zona: per esperienza so che le cose belle e interessanti possono essere scoperte in qualsiasi punto del pianeta. È così che nei miei piani turistici è comparso il paese Zogno: distante pochi chilometri dalla mia destinazione, sempre sulla stessa riva del fiume Brembo ma più a nord.
Come al solito, non mi ero preparato in un modo particolare, in anticipo, sulle cose da vedere, mentre dai primi passi sul posto non si capiva tanto se il paese possa avere qualcosa di interessante.

Il centro storico di Zogno è di dimensioni non piccolissime in proporzione all’intera area edificata, ma gli edifici civili realmente interessanti sono abbastanza pochi. Però capitano: bisogna solo stare attenti.

In più, in diversi punti del paese ho visto i lavori in corso: quelli di ristrutturazione e quelli stradali. Significa che Zogno sta progressivamente migliorando (o, sicuramente, non sta peggiorando).

È già pronta più o meno a metà la riqualifica della ex area industriale locale.

Già da tempo è stata convertita in una stazione degli autobus sub/interurbani la ex stazione della ferrovia della Valle Brembana (esistita tra il 1906 e il 1966). Anche se un edificio storico di tale bellezza liberty-industriale meriterebbe di essere utilizzato con ancora più intensità. Per esempio, si poteva farci un bar, un ufficio turistico etc.

Il piccolo ma interessante dettaglio della suddetta stazione è il grande termometro (fissato sul lato della piazza) ricoperto di strane scritte ufficiali in francese: ho capito che indicano le temperature minime registrate a Parigi e a Orleans e quelle massime (?) in Senegal e in Sahara, ma ho dei dubbi su tutte le scritte in mezzo… E poi: cosa ci fanno tutte quelle informazioni casuali in un paesino del bergamasco?

Però non abbiamo ancora visto le attrazioni principali di Zogno, quindi per ora non dedichiamo troppo tempo ai dettagli. Il campanile della principale chiesa del paese – quella dedicata a San Lorenzo martire – si vede da tantissimi (quasi tutti) punti del centro abitato. Proviamo ad avvicinarci.

Avvicinandomi, ho scoperto che la chiesa fa parte di un piccolo complesso di edifici religiosi di epoche e stili diversi (non so perché, ma mi è venuto in mente il complesso di Clusone, anche se quello è molto più grande e particolare: probabilmente perché entrambi stanno su una collina). Conviene andare in ordine…

Gli interni della chiesa di San Lorenzo martire (costruita nella seconda metà del XV secolo e fortemente modificata nel XVIII secolo) sono abbastanza belli, caratterizzati da alcuni dettagli curiosi (studenti pigri, ora sapete a chi chiedere la grazia, ahahaha).

Stando di fronte alla suddetta chiesa, a sinistra vediamo una bella cappella di S. Rocco, costruita non più tardi del XII secolo e facente originariamente parte di un complesso non più esistente del XV secolo. Si vede che la facciata è stata restaurata non tantissimi anni fa, ma dopo quell’intervento è già stata nuovamente colpita dalla umidità… Non so dirvi, purtroppo, come sono gli interni della cappella perché l’ho trovata chiusa.

Sempre vicino alla chiesa c’è la casa del parroco…

… e la casa di non so chi (forse la ex casa del parroco).

E poi il monumento a uno degli ex parroci (?), ma non so, purtroppo, per cosa si fosse distinto tra tutti gli altri.

Dietro alla chiesa, ancora un po’ più in alto, c’è l’attuale cimitero del paese: di forma e struttura non banali, ma con pochissime opere scultoree rispetto agli «standard» che ero abituato a osservare nei cimiteri italiani (che spesso sembrano dei musei a cielo aperto, e pure belli).

La vera particolarità interessante del cimitero di Zogno sono quegli oggetti – nella sua area esterna – che in un primo momento mi erano sembrati dei paletti di un recinto decorativo. Solo per puro caso avevo focalizzato il mio sguardo su uno di essi: così ho scoperto che su ogni paletto si trova una piccola targa con il nome di uno degli zognesi uccisi nella Prima guerra mondiale. Su ogni paletto un nome diverso, la quantità dei paletti corrisponde alla quantità degli uccisi. Chissà quante altre persone, oltre a me, si sono accorte solo per caso della funzione di questi paletti. E quante non si sono accorte proprio.

Dalla parte opposta rispetto alla chiesa di San Lorenzo si trova il monastero S. Maria Annunciata delle monache francescane terziarie, istituito nel 1631. Le monache vivono in clausura, ma ho letto che nel monastero si fanno le visite guidate della FAI. Non so se siete interessati.

Io, nel corso di questo viaggio, mi ero concentrato sulle cose liberamente accessibili. Tra le altre opere architettoniche religiose accessibili c’era, per esempio, questa edicola molto utile dal punto di vista pratico a tutte le persone credenti. Io sono un apateista, quindi non so se ho capito bene: è vero che in quei 40 giorni si potrà fare proprio qualsiasi cosa? Penso di sì, dato che non è specificato diversamente…

Una simpatica signora del posto mi aveva visto fotografare l’edicola di cui sopra e me ne aveva segnalata un’altra, poco distante. È stilisticamente diversa, conservata meglio e sempre interessante. Dal punto di vista pratico, è più «generosa»: promette di più per uno sforzo minore. Così ho scoperto che la concorrenza religiosa per la conquista dei clienti può avvenire realmente all’interno della stessa Chiesa e assumere forme innumerevoli. Confrontate sempre per minimizzare gli sforzi.

È realmente bella la piccolissima chiesa della Beata Vergine del Carmine, costruita all’inizio del XVII secolo (il campanile e il porticato laterale sono dell’inizio del XX secolo).

Semplice e luminosa dentro, contiene dei dipinti curiosi. Se ne prendono cura delle persone simpatiche, quindi sarete fortunati due volte quando la troverete aperta.

Dalla strada potrebbe sembrare meno attraente la chiesa di Natività di Maria Santissima, anche se si vede subito che è più antica (è del XVI secolo).

Mentre i suoi interni sono stilisticamente rari (in base alle mie osservazioni personali) per la Lombardia.

Lo stesso si potrebbe dire anche della chiesetta di Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù (XIX secolo). Una persona media sarebbe passata davanti senza nemmeno fermarsi.

Però i suoi interni non sono del tutto «tipici».

Molto attraente – perché stilisticamente insolito, molto particolare – è invece il Santuario di Maria Santissima del Carmine, costruito negli anni 1965–1966. Purtroppo, era chiuso. Ma anche da fuori mi era sembrato un interessantissimo esempio della architettura moderna.

L’ultimo edificio religioso di Zogno da vedere – più per la cronaca del viaggio che per bellezza – è questa cappella Mortini. Nulla di particolare:

In realtà, mi sembra un po’ triste il fatto che in molti comuni italiani piccoli e medi l’architettura antica bella e meglio conservata è costituita prevalentemente dalle chiese: chi la vede rischia di annoiarsi, mentre chi racconta rischia di passare per un maniaco religioso. Quindi ci tengo tanto a precisare che anche a Zogno l’architettura antica civile è presente e resiste.

Uno di quegli edifici è addirittura stato trasformato in un museo della architettura antica locale: «Casa rustica bergamasca» del XV secolo che mostra, appunto, come erano le case della rispettiva epoca.

Un museo di tipo più tradizionale è la «Villa Belotti»: la casa dell’avvocato e politico Bortolo Belotti. Il personaggio storico in questione esercitò la professione forense a Milano, fu Consigliere nei comuni di Zogno (1907–1909) e di Milano (1909–1914) e in Provincia di Bergamo (1914–1924), deputato del Parlamento italiano dal 1913 al 1924 e Ministro dell’agricoltura, della industria e del commercio dal 4 luglio 1921 al 26 febbraio 1922. Inoltre, tra il 1919 e il 1921 promosse la creazione di alcuni partiti liberali. Il busto posizionato vicino all’ingresso della casa museo raffigura Belotti proprio nella toga da avvocato probabilmente perché è stato realizzato ancora nel 1921.

Ma ci sono anche dei monumenti più tradizionali e «meno personali» a Zogno: per esempio, quello ai caduti nelle due guerre mondiali.

Mentre l’architettura locale non è solo antica: come abbiamo avuto l’occasione di vedere anche nel corso del presente racconto, a volte capitano degli esemplari validi di quella moderna.

E a questo punto mi sono improvvisamente accorto di avere già mostrato tutte le cose principali di Zogno… Vi ho già detto che il paese si trova sulla riva del fiume Brembo? Beh, ripetersi non è sempre una cosa negativa.

Ora possiamo prendere la pista ciclopedonale costruita sul tracciato della ex ferrovia della Valle Brembana e camminare verso la prossima tappa del nostro viaggio turistico: il paese Sedrina.

Ma quella è già un’altra storia.